lavoro e depressione

SIETE FIERI DI ESSERE DEGLI STACANOVISTI? PROBABILMENTE SIETE SOLO DEPRESSI – LA DIPENDENZA DAL LAVORO NASCE DA UN DISAGIO: SPESSO SI TRATTA DI INSODDISFAZIONE PER LA PROPRIA VITA O PER UNA RELAZIONE CHE NON CI APPAGA. TRASCORRERE TROPPO TEMPO IN UFFICIO È SOLTANTO UN MODO PER NON PENSARE A QUELLO CHE CI ASPETTA FUORI. IL RISULTATO? MAGARI OTTERRETE UNA PROMOZIONE, MA DI SICURO NON CALERANNO L'ANSIA E LA DEPRESSIONE…

Estratto dell'articolo di Arthur C. Brooks per "The Atlantic", tradotto e pubblicato da "Internazionale"

 

 

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Lo stacanovismo è una dipendenza comune, che nasce in risposta a un disagio. E, come molte dipendenze, peggiora la situazione che vorrebbe alleviare.

[...]

Ci sono prove inconfutabili che alcune persone “curino” i loro problemi emotivi anche con il lavoro. Questo può portare a una sorta di dipendenza. Molti studi hanno dimostrato una forte relazione tra lo stacanovismo e i sintomi di disturbi psichiatrici, come ansia e depressione, ed è stato comunemente ipotizzato che il lavoro compulsivo porti a questi disturbi. Ma alcuni psicologi hanno recentemente sostenuto la tesi della causalità inversa, ovvero che le persone in realtà “curino” la depressione e l’ansia con un eccesso di lavoro. Come hanno scritto gli autori di uno studio pubblicato nel 2016 sulla rivista scientifica Plos One, “lo stacanovismo (in alcuni casi) si sviluppa come tentativo di ridurre i sentimenti di ansia e depressione”.

 

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Le persone alle prese con lo stacanovismo possono facilmente negare che si tratti di un problema e quindi non vedere i problemi che stanno cercando di curare

[…] la relazione causale potrebbe parzialmente spiegare perché così tante persone hanno aumentato le ore di lavoro durante la pandemia. […] Forse una parte dei lavoratori si è “automedicata” raddoppiando la propria quantità di lavoro, per sentirsi impegnata e produttiva.

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[…] Come può il lavoro essere negativo? Come mi ha detto Anna Lembke, una psichiatra di Stanford, anche comportamenti che in passato erano sani e adattivi – comportamenti che noi generalmente, per cultura, considereremmo sani e vantaggiosi – “oggi diventano una droga, il che li rende più potenti, più accessibili, più nuovi, più onnipresenti”. Se siete persone che si chiudono nel bagno di casa per controllare le email di lavoro sul telefono, sta parlando di voi.

 

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Inoltre, quando parliamo di lavoro, le persone premiano i comportamenti che creano dipendenza. Nessuno dice: “Accipicchia, hai bevuto una bottiglia di gin in una notte? Sei proprio un bevitore straordinario”. Ma se lavorate 16 ore al giorno probabilmente otterrete una promozione.

 

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Nonostante le decantate virtù di un lavoro svolto al massimo, i costi supereranno quasi certamente i benefici, come di solito accade nelle dipendenze da “automedicazione”. Il burnout (esaurimento), la depressione, lo stress lavorativo e il conflitto tra lavoro e vita privata peggioreranno, non miglioreranno. Inoltre, come mi ha detto Lembke, lo stacanovismo può portare a dipendenze secondarie, come quella da droghe, alcol o pornografia, che le persone usano per “automedicare” i problemi causati dalla dipendenza primaria, spesso con conseguenze personali catastrofiche.

 

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Per trovare soluzioni alla dipendenza da lavoro, ho intervistato la mia collega di Harvard, Ashley Whillans, autrice di Time smart: how to reclaim your time and live a happier life […] mi ha detto che, tra le soluzioni individuali allo stacanovismo, ci sono una maggiore consapevolezza di come si usa il proprio tempo e un cambiamento di mentalità, che non dia maggiore valore al lavoro rispetto al tempo libero. Mi ha consigliato tre pratiche.

 

Fate una verifica di come avete usato utilizzato il tempo

 

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Per qualche giorno, annotate con cura le vostre attività principali – lavoro, tempo libero, commissioni – oltre che il tempo trascorso in ognuna di esse e come vi siete sentiti. Annotate le attività che vi generano l’umore più positivo e che hanno per voi più significato. Questo vi darà due informazioni: quanto state lavorando (per rendervi impossibile negare la realtà) e cosa vi piace fare quando non lavorate (per rendere più allettante la guarigione).

 

Programmate i vostri tempi morti

Gli stacanovisti tendono a minimizzare il valore delle attività extralavorative, definendole come “piacevoli”, e annegandole quindi nel lavoro. […] Ritagliate del tempo nella vostra giornata per le attività non lavorative, proprio come fate per le riunioni.

 

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Programmate il vostro tempo libero

Non lasciate troppo liberi i tempi morti. Il tempo non strutturato è un invito a tornare al lavoro o a dedicarsi ad attività passive che non favoriscono il benessere, come passare in rassegna i vostri social network o guardare la televisione. […]

 

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