I MEDICI HANNO POCO DA FRIGNARE: LE LISTE D’ATTESA SI ALLUNGANO ANCHE PER LE VISITE INTRAMOENIA - L’AGENAS, L’AGENZIA PER I SERVIZI SANITARI REGIONALI, SMENTISCE I DOTTORI CHE SONO SALTATI SULLA SEDIA DOPO L’ANNUNCIO DEL MINISTRO SCHILLACI DI VOLER SOSPENDERE MOMENTANEAMENTE LE VISITE INTRAMOENIA: IN 70 STRUTTURE LE VISITE A PAGAMENTO SUPERANO QUELLE COPERTE DAL SERVIZIO SANITARIO - IL 60% DELLA LIBERA PROFESSIONE LA FANNO I PROFESSORI UNIVERSITARI E I PRIMARI, OVVERO COLORO CHE ORGANIZZANO IL LAVORO - L’OSPEDALE ROMANO "FORLANINI–SAN CAMILLO" FA PRIVATAMENTE IL 75,7% DI PRIME VISITE CARDIOLOGICHE IN PIÙ: PAGANDO SI ASPETTANO SOLO 14 GIORNI CONTRO I 112 DI CHI NON PAGA…
Estratto dell’articolo di Paolo Russo per “la Stampa”
C'è chi eroga una prima visita ginecologica o urologica nel pubblico ogni cinque garantite ai "solventi". Stessa cosa per un'ecografia, mentre il rapporto è di 3 a 1 per un ecocolor doppler cardiaco. Il tutto con tempi di attesa che, in regime privato, sono fino a dieci, venti volte più ridotti che non attaccandosi al telefono del Cup per ottenere un appuntamento a distanza di mesi, a volte di un anno.
Navigando nella "Piattaforma nazionale liste di attesa" dell'Agenas – l'Agenzia per i servizi sanitari regionali – sono almeno 70 i casi di Asl e ospedali "fuorilegge", perché non rispettano quanto disposto dal decreto legislativo "502" del lontano 1992, che vieta di fare più accertamenti e visite in regime libero professionale dentro le strutture pubbliche di quante se ne facciano in regime pubblico.
ospedali irregolari per le visite intramoenia 1
Anzi, per essere più precisi, la legge stabilisce che «l'attività libero-professionale intramuraria non può comportare, per ciascun dirigente, un volume di prestazioni superiore a quello assicurato per l'attività istituzionale». Peccato che, come rilevato dalla stessa Agenas e da alcuni controlli effettuati dal ministero della Salute, venga fuori che in molti casi la percentuale di prestazioni erogate in libera professione non sia calcolata sul singolo camice bianco ma sull'intero reparto.
ospedali irregolari per le visite intramoenia 2
Anche se poi, come rileva la Relazione di quest'anno al Parlamento sull'intramoenia, il 60% della libera professione la facciano i professori universitari e i primari. Coloro insomma che dovrebbero organizzare il lavoro nei reparti anche in funzione della riduzione delle liste di attesa, che ogni anno spingono quasi sei milioni di italiani a rinunciare alle cure e altri spendere una buona fetta di quei 40 miliardi di spesa sanitaria privata.
C'è poi da dire che dalla rilevazione sfuggono quelle strutture sanitarie che erogano in un anno meno di mille prestazioni in regime privato per singola specialità. Pur così c'è comunque da mettersi le mani nei capelli con ben 70 casi in cui le strutture che non rispettano quel limite del 50 e 50 tra offerta del pubblico e del privato. Che è già di manica larga, perché sarebbe come dire che si lavora tanto tempo privatamente quanto se ne dedica nel pubblico, come se una giornata lavorativa potesse arrivare a 18 ore.
SANITA PUBBLICA - CARENZA DI MEDICI E INFERMIERI
E che si sia concesso un po' troppo alla libera professione lo conferma anche il ddl della meloniana Ylenia Lucaselli, che mira a stringere le maglie prevedendo un limite di una prestazione in libera professione ogni tre in regime pubblico […]
Il fatto è che oggi come oggi nella Asl di Trento di prime visite ginecologiche se ne fanno 2.341 pagando solo il ticket, se dovuto, e ben 11.453 pagando per intero la parcella in regime libero professionale, dove si fanno quasi un 83% in più di visite l'anno. E non si dica che questo non incida sulle liste di attesa, che sono di 65 giorni in regime pubblico, soli 11 se si opta per il privato dentro le mura pubbliche.
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Ma per un ecocolor doppler cardiaco nell'ospedale "Brotzu" di Cagliari, se si vuole restare nel recinto della mutualità, si devono attendere in media 102 giorni, privatamente appena 3, mentre le prestazioni erogate in modalità "solventi" sono il 75,9% in più di quelle garantite in regime pubblico.
L'ospedalone romano "Forlanini–San Camillo" fa privatamente il 75,7% di prime visite cardiologiche in più e pagando si aspettano solo 14 giorni contro i 112 di chi non paga. Per numerosi altri esempi di strutture sanitarie fuorilegge basta consultare il tabellone pubblicato in questa stessa pagina.
Lunedì, in un'intervista rilasciata a La Stampa, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha paventato la possibilità di sospendere l'intramoenia in presenza di liste di attesa troppo oltre i limiti fissati per legge. Parole che hanno subito provocato la levata di scudi dei sindacati medici, uniti nel sostenere che le liste di attesa non dipendono dalla loro attività libero-professionale ma da carenza di personale e definanziamento della sanità pubblica. Parole che sembrano però smentite dalla piattaforma Agenas […]




