renato schifani ignazio la russa

SCHIFANI, A SCHIFÌO FINÌ – IL GOVERNATORE DELLA SICILIA E’ FINITO A STRACCI CON FRATELLI D’ITALIA E LA MAGGIORANZA CHE LO SOSTIENE SI SPACCA SULLA MANOVRA (ANCHE GRAZIE AL VOTO SEGRETO) - IL PARTITO DELLA PREMIER NON VUOLE PIÙ AVALLARE UNA GESTIONE AMMINISTRATIVA CONSIDERATA VERTICISTICA, CHE NEMMENO SULLE POLTRONE PIÙ CALDE TIENE IN CONSIDERAZIONE IL PARERE DEI MELONIANI – E NEL MIRINO FINISCE IGNAZIO LA RUSSA, GRANDE SPONSOR DI SCHIFANI (FU LUI A SCEGLIERLO DA UNA TERNA DI NOMI PROPOSTA DA FDI A BERLUSCONI) – ORA LA RIELEZIONE PER SCHIFANI DIVENTA UN MIRAGGIO…

1 - CON SCHIFANI CROLLA LA RUSSA

Estratto dell’articolo di Costantino Muscarà per https://www.buttanissima.it

 

Nello stillicidio di queste ore, e in attesa di un vertice di maggioranza che faticherà a ricucire lo strappo, il dato politico inconfutabile è che Renato Schifani non gode più della fiducia di Fratelli d’Italia. Le avvisaglie, all’indomani della conferma di Salvatore Iacolino alla Pianificazione strategica, c’erano tutte.

 

renato schifani antonio tajani

Ma in aula, alla prova della manovra-quater, sono diventate plastiche: non solo i patrioti avrebbero usato il “voto segreto” (le smentite di rito fanno parte del gioco) per infliggere una coltellata alle ambizioni del governatore; ma sono rimasti in aula per dare prova di responsabilità e assumersi il merito delle poche norme approvate. Sottolineando, persino, la pavidità di chi ha preferito abbandonare i lavori (Lega, Dc e Forza Italia): “Se altri partiti della maggioranza invece di scegliere l’Aventino fossero rimasti, probabilmente sarebbero stati approvati più articoli. Attribuire a Fratelli d’Italia 17 franchi tiratori è una mistificazione della realtà”.

 

Gaetano Galvagno e Renato Schifani

[…] Schifani ha ben altre preoccupazioni. Qualche giorno fa era stato il commissario regionale Sbardella a metterlo in guardia dai prossimi “giorni infuocati”. E lo stesso governatore – per superare l’impasse – sembrava dovesse volare a Roma per ricevere le rassicurazioni che da tre anni lo tengono a galla: quelle del presidente del Senato, Ignazio La Russa (fu lui a sceglierlo da una terna di nomi proposta da FdI a Berlusconi). Non è accaduto. E non è chiaro se l’incontro – noto ai giornali – sia saltato per volontà dell’uno o dell’altro. Farebbe tutta la differenza del mondo.

renato schifani

 

Il fatto nuovo è questo: Fratelli d’Italia non segue più Schifani. Il partito della premier non sembra più disposto ad avallare una gestione amministrativa verticistica, che nemmeno sulle poltrone più calde (vedi il Direttore generale dell’Asp di Palermo o il Direttore sanitario dell’Asp di Catania) tiene in debita considerazione il parere dei meloniani. E’ cambiato molto, quasi tutto, rispetto ad alcuni mesi fa, quando il presidente della Regione decise di fare un passo indietro persino di fronte all’insolenza e alla volgarità di certe dichiarazioni: come quella di Manlio Messina, ex vicecapogruppo di FdI alla Camera, che lo accusò di non saper leggere le carte sull’affare Cannes.

 

RENATO SCHIFANI E GIORGIA MELONI - G7 AGRICOLTURA ORTIGIA

[…] Schifani ha graziato un paio di volte l’assessore al Turismo Elvira Amata: innanzi tutto, confermandola nel ruolo di governo nonostante la richiesta di raccomandazione rivolta a Marcella Cananriato, alias lady Dragotto, per far assumere il nipote in una società di brokeraggio (episodio che porterà la Procura di Palermo a iscriverla nel registro degli indagati per corruzione); […]

 

Schifani […] aveva anche acconsentito a un paio di eccezioni nella composizione della giunta. Dopo aver spiegato che avrebbe nominato solo assessori-deputati, da via della Scrofa partì una richiesta di deroga per Francesco Scarpinato ed Elena Pagana: il primo, figlio della corrente turistica; la seconda, moglie dell’ex assessore Razza. Entrambi bocciati nelle urne, furono accolti in giunta senza toni trionfalistici […] Schifani ha resistito alla tentazione di liquidare lo stesso Scarpinato dopo i fattacci di Cannes (compreso l’affidamento diretto di 3,7 milioni alla Absolute Blue) e a seguito del rapporto quasi-privilegiato con il sindaco di Messina Cateno De Luca, ai tempi un oppositore feroce di Renato nostro.

RENATO SCHIFANI, GIORGIA MELONI E FRANCESCO LOLLOBRIGIDA - G7 AGRICOLTURA ORTIGIA

 

Nei confronti di Scarpinato perse le staffe più volte, ma dopo la furia è sempre arrivato il perdono […] Il presidente aveva temporeggiato persino sulla vicenda di Ferdinando Croce, poi costretto a dimettersi dall’Asp di Trapani dopo lo scandalo dei referti istologici in ritardo. E giusto qualche settimana fa, a Ragalna, si era presentato al cospetto di La Russa per continuare a coltivare un’amicizia proficua, espressione – anche – di una legittima ambizione: essere ricandidato. Non aveva messo in conto, Schifani, cosa sarebbe potuto accadere nei giorni seguenti. Le nomine, la manovrina, la Caporetto.

 

RENATO SCHIFANI IGNAZIO LA RUSSA

Pensava di aver trovato un alleato fedele in un altro meloniano di ferro, un po’ debilitato dalle inchieste; ma anche con Galvagno, adesso, c’è maretta. […] Una reazione indotta dal comportamento del presidente dell’Assemblea, che in aula ha punzecchiato il governo (nella persona dell’assessore Dagnino) ed elogiato senza mezzi termini […] le scelte dei patrioti e del Mpa. Cioè i due fustigatori dell’esecutivo. […]

 

renato schifani 2

Non tira una bella aria, ma questa volta neanche La Russa potrà fare miracoli. Al massimo potrà metterci una pezza e garantire che FdI prosegua nell’azione di governo, senza sancire la spaccatura dell’appoggio esterno (già ipotizzato da ambienti vicini al gruppo parlamentare). Ma non è chiaro quali margini di manovra possa permettersi il presidente del Senato. La Meloni, nelle ultime settimane, ha manifestato una profonda insofferenza per lo stato dei fratelli in Sicilia.

 

ignazio la russa da salt bae 3

Dal caso Auteri alle dimissioni del Balilla, dall’inchiesta della Procura di Palermo su Galvagno e Amata fino all’insediamento di Sbardella al posto dei due ex coordinatori, troppi eventi hanno inficiato l’immagine pubblica dei patrioti e la premier non può mostrarsi complice di questa deriva.

 

Chi ha deciso le sorti del partito nell’Isola, prima Messina poi lo stesso La Russa, hanno contribuito a questo scenario da Vietnam. Hanno portato FdI ad allontanarsi progressivamente dal baricentro della coalizione, l’hanno spinto in aperto contrasto con Schifani e con il suo “cerchio magico” […] Hanno portato un gruppo di amici e protettori a trasformarsi in un clan di nemici e detrattori. Ripartire da queste basi per imporre il bis dell’uscente, francamente, appare un eccesso. Un atto di fede privo di logica. E allora, da dove ricominciare?

 

2 - SCHIFANI MESSO ALL’ANGOLO DAGLI ALLEATI RIBELLI: IN SALITA LA STRADA DEL BIS

Estratto dell’articolo di Miriam Di Peri per www.repubblica.it

renato schifani foto di bacco (2)

 

Dal fortino di Palazzo d’Orleans non prova a gettare acqua sul fuoco. Anzi, in una nota diffusa dall’ufficio stampa della Regione, senza dichiarazioni, ricorda alcune delle norme a lui care che sono state affossate nella mattanza di Sala d’Ercole: «Le dinamiche d’aula, e in particolare l’uso del voto segreto, hanno bloccato misure caratterizzanti, fortemente sostenute dal governo». Ci sono il film su Biagio Conte, la norma sui laghetti aziendali, quella sul south working. Insomma, la colpa è dell’Aula, di una maggioranza balcanizzata, degli alleati traditori. Per Schifani è un’altra giornata uggiosa. E il futuro non è più sereno.

 

Lunedì sarà il momento del vertice di maggioranza, che palazzo d’Orleans ha fatto filtrare fosse stato convocato dopo la Caporetto di giovedì. Una ricostruzione smentita dagli alleati, che parlano invece di un appuntamento fissato almeno un paio di giorni prima. Il rapporto con il suo main sponsor, Ignazio La Russa, che lo scelse tra una rosa di nomi in quota Forza Italia, appare molto meno solido che in passato.

 

toto cuffaro

L’alleanza con Raffaele Lombardo, con cui aveva stretto un patto meno di un paio di mesi fa, concordando anche una linea comune sul tesseramento in vista del primo congresso regionale di Forza Italia, scricchiola in maniera significativa. Gli alleati di cui si fida maggiormente, Luca Sammartino e Totò Cuffaro, sono gli stessi contro cui è insorta la restante parte del centrodestra, inclusi alcuni dei suoi.

 

RENATO SCHIFANI E MATTEO SALVINI

Noi Moderati di Saverio Romano prova a percorrere la strada della riappacificazione, ma è un sentiero costellato di insidie. Anche perché, guardando al quadro nazionale, non è affatto escluso che il prossimo presidente della Regione possa essere espressione di Forza Italia. Ma sarà davvero Schifani? […] i forzisti pronti a prendere il posto del governatore non mancano. Giorgio Mulè ha già spostato la residenza in Sicilia: il riferimento è a un precedente, reso noto di recente, secondo cui già alle scorse regionali il centrodestra aveva trovato la quadra attorno al profilo dell’attuale vicepresidente della Camera che, però, non era residente nell’Isola. Alla fine la scelta è ricaduta su Schifani ma, nel dubbio, Mulè ha già abbattuto l’ostacolo burocratico.

cateno de luca

 

Ma […] ci sono altri nomi che Schifani potrebbe non aver (ancora) visto arrivare. Come quello di Marco Falcone, fresco di assoluzione dal processo che lo vedeva coinvolto per tentata concussione. […] E poi c’è l’outsider che lavora nell’ombra: l’ex segretario della Lega siciliana, Nino Minardo, è di recente traghettato nelle file forziste, senza causare strappi traumatici con il Carroccio. […] La riconferma per Schifani, insomma, non è mai stata così in bilico. E le prossime tappe che la maggioranza terremotata dovrà affrontare non lasciano presagire nulla di buono. […]

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