berlusconi quirinale

CAV CHE ABBAIA, NON MORDE – BERLUSCONI, CHE CONTINUA A COLTIVARE L'UTOPIA DI ESSERE ELETTO AL QUIRINALE, DOPO LE VACANZE DI NATALE TORNERA’ A ROMA E TRASFORMERA’ LA SUA VILLA SULL'APPIA IN UNA WAR ROOM PER LANCIARE LA CANDIDATURA - HA DATO MANDATO DI ORGANIZZARE INCONTRI CON LETTA E CONTE. E’ CONVINTO DI FARCELA MA NON HA FATTO I CONTI CON I TANTI DEL CENTRODESTRA PRONTI A NON VOTARLO (SE GLI VA MALE, PUO’ ASPIRARE ALLO SCRANNO DA SENATORE A VITA)

Mario Ajello per "il Messaggero"

 

SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE MEME

Come gli imperatori romani. I quali spesso, quando dovevano tracciare grandi manovre politiche e avevano bisogno di concentrazione, si ritiravano nelle ville suburbane. E guarda caso, ci sono i resti della residenza di Commodo, la Villa dei Quintili, a pochi passi dalla nuova reggia berlusconiana, Villa Grande, sull'Appia.

 

E sarà questa dimora che il Cavaliere prestò a Franco Zeffirelli, e di cui è tornato in possesso dopo la scomparsa del grande regista, il quartier generale scelto da Berlusconi (che ieri ha fatto un blitz al San Raffaele: due ore per controllare la forma prima della grande partita) per dirigere la strategia della sua elezione al Quirinale a cui il leader forzista crede tantissimo, e se i più gli attribuiscono il 35% di possibilità di farcela, lui pensa invece che siano più del doppio. E comunque, Silvio per stare vicino al campo di gioco, ossia il Parlamento, ha deciso che dopo le vacanze di Natale e in vista del grande elezione di febbraio verrà a Roma e farà di Villa Grande la sua war room.

silvio berlusconi fa la terza dose 5

 

Il colpaccio a cui tiene particolarmente è quello di far arrivare a Villa Grande, per trattare e per vedere i margini di possibilità quirinalizie che avrebbe dentro i partiti che non sono il suo e non appartengono al centrodestra, Enrico Letta - e i canali per avvicinarlo alla villa sull'Appia già sono attivati - e Giuseppe Conte.

 

Ha stima per entrambi. Vuole sondarli, e non per forza per la propria candidatura al Colle ma anche per confermarsi come uno dei king maker nella maestosa partita del Quirinale. E del resto come il Cavaliere ha detto ad alcuni dei suoi interlocutori - e in questo periodo sente tutti, si sente di nuovo al centro di tutto - «se io andai a trovare Renzi nella sede al Nazareno, non ci sarebbe niente di male che i leader politici vengano a casa mia». Insomma, Villa Grande se non sarà un Parlamento, tra la metà di gennaio e febbraio, sarà certamente un sontuoso parlatoio.

silvio berlusconi

 

SUONA IL TELEFONO In attesa di arrivare fisicamente a Roma, è come se nella Capitale il Cavaliere ci fosse già. Tra Camera e Senato, i parlamentari azzurri, e non solo loro, non fanno che chiedersi: «A te, ti ha chiamato?». «A me, sì», «A me, no». E chi ha ricevuto la telefonata di Berlusconi, ancora ad Arcore, la racconta così e pare di sentirla la sua voce flautata e suadente: «Mi consenta, di dirle questo. Se ha un amico dall'altra parte, nel Pd o nei 5 stelle, perché non prova a portarlo dalla nostra parte nelle votazioni per il Quirinale?».

 

E ancora, ai suoi senatori e deputati: «Scusi, ma lei quanti amici ha tra i comunisti e tra i grillini?». C'è chi gli risponde due, chi cinque, chi ancora di più, spesso gonfiando la cifra per risultare importante agli occhi del Cavaliere. Il quale avverte i suoi interlocutori: «In politica molto sui gioca sui rapporti personali, cercate di reclutare quelli degli altri partiti per la nostra causa, perché so che molti in tutti i partiti mi vogliono bene». È convinto, da sognatore o da super-realista qual è, che la quota di 505 voti alla quarta votazione, necessari per andare sul Colle, sarebbe alla sua portata.

 

CONTE BERLUSCONI

Sia considerando quelli del Gruppo Misto, principale oggetto del pressing forzista, sia i 42 renziani (erano 43 ma uno, Grimani, è appena andato via proprio sospettando che Italia Viva possa dare una mano a Berlusconi) e gli ex grillini (ci si aspetta molto da Emilio Carelli) più qualche sostenitore segreto tra i dem e tra i contiani. Adesso il lavoro berlusconiano, lecito e legittimo, è a distanza. Poi continuerà in remoto, smart working silviesco per il Colle, ma più da vicino, appunto da Villa Grande. E il video-messaggio quirinalizio che il Cavaliere avrebbe in animo di lanciare come fece il 26 gennaio 94 per la candidatura a premier potrebbe venire registrato esattamente 28 anni dopo dalla villa sull'Appia.

 

salvini meloni berlusconi

Un luogo che i più acrobatici tra i berlusconiani si divertono a descrivere così nei mesi della trattativa cruciale per il Colle: «Sarà come il sotterraneo di Churchill, in cui Winnie decideva le manovre di guerra durante il secondo conflitto mondiale». Di sicuro, però, a Villa Grande girerà meno wiskey. Il padrone di casa, se durante le varie votazioni capirà di non farcela, non insisterà più di tanto.

 

Chi lo conosce bene assicura: «Se fallirà il colpo grosso, su cui Salvini e Meloni non è detto che gli daranno davvero una mano, si accontenterà di 400 voti personali, che dimostrerebbero quanto il Parlamento gli vuole bene e fungerebbero da trampolino per fargli dire: sono riabilitato e amato, e pronto a fare il senatore a vita». Intanto a Villa Grande sono al lavoro i giardinieri, a riprova che il Cavaliere, per la sua terza discesa in campo, questa verso il Colle dopo quella del 94 e quella del predellino del 2008, vuole fare tutto a perfezione. Poi andrà come andrà.

GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONImatteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 9SILVIO BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...