mohammed ali

FOREVER ALÌ - CINQUANT’ANNI FA FU SCATTATA LA FOTO DI MOHAMMED ALÌ CHE RINGHIA CONTRO SONNY LISTON ORMAI AL TAPPETO - E’ L’IMMAGINE CHE SEGNA L’INIZIO DI UN’EPOCA E L’AVVIO DELLA LEGGENDA DEL PUGILE CONVERTITO ALL’ISLAM

Emanuela Audisio per “la Repubblica”

 

MOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTONMOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTON

È finito sulle magliette e sui poster. Come il miliziano di Capa, come il Che Guevara di Korda. È una foto bellissima: in piedi c’è il futuro, a terra il passato. Il pugile brillante che trionfa su quello spietato. La farfalla che batte l’orso. L’inizio di un’epoca. Era il 25 maggio 1965. Malcom X era stato ucciso da tre mesi. Clay si era già convertito ai Musulmani Neri, ma nessuno ancora lo chiamava Ali. La scattò Neil Leifer, con una Rolleiflex, cinquanta anni fa, uno degli unici due fotografi con pellicola a colori, presenti alla serata. «Avevo il flash stroboscopico, la gente fumava e produceva l’effetto foschia».

 

Guardate i particolari: Ali ha il braccio destro piegato, che quasi tocca con il guantone rosso la spalla sinistra, il viso è pieno di rabbia, orgoglio e strafottenza. La bocca è aperta, sta urlando: alzati e combatti. Sotto di lui, c’è Liston, il nero primitivo e cattivo, quello che non sa impugnare penna e forchetta: è al tappeto, le mani sopra la testa, la gamba destra un po’ piegata. Sembra vecchio, vinto, sfatto. Lo è. In un lampo è uscito per sempre dalla storia. È un ko che fa rumore, ma che nessuno vede. Il pugno più invisibile della boxe. E il più studiato. Con la stessa attenzione che gli esperti dell’assassinio di Kennedy hanno dedicato alle riprese di Zapruder.

MOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTONMOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTON

 

Siamo a Lewinston, nel Maine, 41 mila abitanti, due hotel, un locale notturno, e per quell’occasione anche una spogliarellista. Posto depresso che non conosce la boxe, ma che si arrangia. Per portare di corsa gli articoli dal ring alle telescriventi vengono assunti i centometristi più veloci del college locale. Liston in allenamento salta la corda al suono di Railroad n.2 di Lionel Hampton e come al solito è minaccioso: «Convertirò Ali in un cadavere».

 

Ma in realtà Sonny ha perso la forma, beve whisky, sta in piedi tutta la notte. E in palestra non è imbattibile. È di malumore perché il match è stato posticipato per un’ernia inguinale di Ali. «Quando quell’idiota apre bocca, ci entra dentro un sacco d’aria. Per questo gli è venuta l’ernia». Ali, come al solito è più disponibile, e riceve la visita di un giovane campione olimpico. Si chiama Joe Frazier. Gli chiede: hai qualche consiglio da darmi? E Ali: «Sì. butta giù qualche chilo e diventa un peso leggero».

MOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTONMOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTON

 

A Lewiston quello che tutti chiamano ancora Clay viene accolto dai fischi, troppo buffone, il paese tifa per l’ex galeotto Sonny, brutto e cattivo. Scena da guardare al rallentatore: Liston si butta avanti con il sinistro, Ali tira indietro il mento e poi scaglia un breve destro di taglio, sulla tempia di Liston, ancora sbilanciato per il jab andato a vuoto. La testa di Sonny schizza di lato, il suo piede sinistro è sollevato, finisce a terra e si rotola sul dorso. Ali dovrebbe andare nell’angolo, invece resta in piedi proprio sopra Liston.

 

L’arbitro, l’ex campione Joe Walcott, va in confusione e inizia il conteggio in ritardo. Sonny cade a 1’44, si rialza a 1’56. I due pugili fanno per riprendere a combattere, ma Nat Fleischer, direttore della rivista The Ring, chiama l’arbitro: «L’incontro è finito, Liston è stato a terra venti secondi». Il pugno fantasma è stato velocissimo. E soprattutto invisibile. La gente rumoreggia, urla buffoni, grida alla pagliacciata. C’è chi richiede la cinetica, vuole poter misurare la forza di quel pugno e se c’è stato. Indaga anche l’Fbi: chi si è venduto e a chi? Per qualcuno i Musulmani Neri hanno costretto Liston alla sconfitta, per altri è stata la mafia di St. Louis a truccare l’incontro o forse solo Sonny che da quel momento percepirà una percentuale sulle future borse di Ali.

MOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTONMOHAMMED ALI CONTRO SONNY LISTON

 

I tecnici della boxe ammettono che anche l’invisibilità è cattiva e può fare male. Angelo Dundee, ex coach di Ali: «Il pugno che ti stende è quello che non vedi per niente». Geraldine Liston, la moglie, alla domanda se fosse stata una truffa: «Io non vidi neanche un soldo». Lo stesso Ali: «Sonny è troppo stupido e lento per combinare un imbroglio». Liston verrà trovato cadavere il 5 gennaio ‘71. Assassinato da una dose letale di eroina, hot shot. Da qualcuno che non lo voleva più tra i piedi. Il commento più gentile «Ha avuto quel che si meritava».

 

La foto di Leifer con il tempo viene finalmente capita. E sì perché sulla copertina di Sports Illustrated non mettono quella lì, ma un’altra, di George Silk. Solo molti anni dopo, capito l’errore, rimediano e la piazzano in prima pagina come uno dei più grandi scatti di sempre. Guardatela, perché veramente c’è tutto. E cinquant’anni dopo continua a parlare. Di orgoglio e pregiudizio. A terra c’è simbolicamente la boxe brutale che Ali cancellerà. Non solo quella di Liston, ma anche di Frazier, di Foreman, di Norton. In piedi c’è lui, che grida la sua voglia di prendersi il mondo. E tutto quello che ancora dovrà succedere. Altro che invisibile, si vede benissimo.

 

 

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO