emma  agnelli

L’AGNELLI CHE CINGUETTA – CHE BEL TIPINO EMMA WINTER, LA MOGLIE INGLESE DI ANDREA AGNELLI, DILAGANTE SUI SOCIAL NETWORK: IERI ERANO GLI ATTACCHI A CONTE, SUO MARITO CHE FA IL SUO “FUCKING BEST” PER LA SQUADRA, E L’ECCITAZIONE PER CACERES A PETTO NUDO. OGGI È “TOTTI VATTENE NEL TUO CAMPIONATO”

1. EMMA WINTER, L’IMBARAZZANTE SIGNORA AGNELLI - ALTRO CHE AGNELLINO, LA MOGLIE DI ANDREA NON CONOSCE IL LOW PROFILE... NEMMENO NEL LOOK

 

http://lookdavip.tgcom24.it/

 

 

emma winter agnelli 9emma winter agnelli 9

Le mogli della famiglia Agnelli sono state sempre donne poco appariscenti, al limite del low profile (se tale definizione può essere utilizzata con una delle dinastie più ricche del mondo). Questo fino all’arrivo di Emma Winter.

 

Chi è? E’ la spumeggiante moglie di Andrea Agnelli, presidente della Juventus. Negli ultimi mesi è spesso finita sui giornali a causa dei suoi focosi tweet. Attraverso i social Emma Winter non perde occasione per commentare quello che succede alla Juventus (in difesa del marito) e per raccontare la sua vita privata (sempre col marito).

emma winter agnelli 8emma winter agnelli 8

 

Di lei sappiamo poco, ha origini inglesi, anzi gaeliche. E forse proprio da lì ha preso quel carattere così focoso.

I suoi tweet parlano chiaro. Invita Totti, dopo la contestata partita Juve-Roma, ad andarsi “a giocare il suo campionato”, una sorta di vaffa.

 

emma winter agnelli 7emma winter agnelli 7

E un altro vaffa, vero, lo ha lanciato, sempre dai social, ai tifosi della Juve che contestavano Andrea Agnelli quest’estate dopo il terremoto Conte: è stato l’allenatore salentino a mettere nei guai la squadra, ha scritto Emma Winter, senza peli sulla lingua, e AA (abbreviativo di Andrea Agnelli) sta cercando di porre rimedio.

 

emma winter agnelli 6emma winter agnelli 6

Tweet che probabilmente accendono anche l’orgoglio del marito. Ma che faccia farà quando la moglie posta le foto dei calciatori semi nudi? E quando invoca l’acquisto di attaccanti muscolosi? Altre volte Emma lo prende addirittura in giro per la sua timidezza a mostrarsi con lei. La moglie di Andrea, per quanto riguarda il look, sceglie top brand e non disdegna accessori ricercati, come i sandali Sergio Rossi decorati da delicate ali di farfalla o la Celine trio bag. Altro capitolo si potrebbe scrivere sulle sue foto con mise audaci…

 

 

2. CHI È ANDREA AGNELLI          

Giorgio Dell’Arti

Catalogo dei viventi 2015 (in preparazione)

scheda aggiornata al 3 ottobre 2013

http://cinquantamila.corriere.it/

 

emma winter agnelli 5emma winter agnelli 5

• Torino 6 dicembre 1975. Figlio di Umberto e Allegra Caracciolo. Consigliere di Fiat e Ifil. «Occhi scuri sotto spesse sopracciglia, dita affusolate, voce con l’immancabile erre arrotata» (Salvatore Tropea).

• A maggio 2007 ha lasciato l’area Sviluppo strategico della Ifil, dove lavorava, e si è messo in proprio, anche per l’incoraggiamento di Antonio Giraudo, con un fondo d’investimento, Lamse, di cui è amministratore delegato. Ha preso una casa a Londra.

• Nel 2007 ha dichiarato al fisco redditi per 167mila euro [Panorama 8/10/2009].

emma winter agnelli 4emma winter agnelli 4

• Vita Il padre Umberto gli permetteva di arrivare a cena con un quarto d’ora di ritardo (e comunque entro le 20, se no era obbligato a telefonare).

 

• Marco Ferrante: «Un’esperienza in Ferrari, poi in Svizzera in Philip Morris dove ha conosciuto sua moglie. Dovrà occuparsi di uno dei patrimoni personali più grossi della famiglia. Non solo la quota in accomandita - quasi il 10 per cento (valore 200 milioni di euro) -, ma anche il patrimonio personale di Umberto Agnelli. Si trova a essere il punto di raccordo della fronda interna quando, dopo la morte di suo padre, la situazione della Fiat era a un passo dalla catastrofe e l’effetto Marchionne non si era ancora sentito. La questione fu più o meno la seguente.

 

Nel settembre del 2005, alla vigilia dell’assemblea dell’accomandita dove si sarebbe ratificata la decisione di procedere con l’equity swap per riportare la famiglia sopra il 30 per cento dell’azionariato della Fiat, Andrea Agnelli rilasciò un’intervista in cui espresse contrarietà all’operazione. Riteneva che la condizione di quel momento, con la famiglia al 22 e le banche al 28, era l’occasione per mettere in piedi una public company. Si sarebbe reso esplicito il fatto che l’interesse era la crescita dell’azienda e non il gioco di potere.

emma winter agnelli 32emma winter agnelli 32

 

Sosteneva anche che, in quelle condizioni di debolezza, alla famiglia sarebbe convenuto un accordo con le banche - che stavano convertendo in capitale il loro credito con l’azienda - invece di tirare fuori altri soldi per assicurarsi una parziale posizione difensiva, in una situazione in cui con i titoli vicini al minimo storico sarebbe stato comunque impossibile difendersi da un’eventuale opa ostile. A definire la sua posizione concorrevano probabilmente due questioni distinte.

 

emma winter agnelli 31emma winter agnelli 31

La prima era l’analisi della situazione in un momento drammatico e dalle prospettive tutt’altro che incoraggianti: si aspettava l’uscita della Grande Punto, senza previsioni sull’accoglienza che avrebbe ricevuto dal pubblico. L’estrema ciclicità del mercato dell’auto poneva, in quel momento, una questione che secondo alcuni osservatori potrebbe tornare all’ordine del giorno: sebbene sia stato superato il momento drammatico del 2003-2005, non è detto che la Fiat sia in grado di finanziare completamente lo sviluppo in vista del prossimo decennio.

emma winter agnelli 30emma winter agnelli 30

 

Il ragionamento di Agnelli era che escludere le banche in quel momento avrebbe potuto rivelarsi una cattiva idea, considerato che per gli anni successivi andava messa in preventivo l’ipotesi di un ricorso al finanziamento, magari attraverso un aumento di capitale, che la famiglia da sola non sarebbe stata in grado di reggere. C’era anche una seconda questione: il sangue, il filone ereditario.

emma winter agnelli 3emma winter agnelli 3

 

L’unico maschio delle due ultime generazioni a chiamarsi Agnelli, su oltre 150 discendenti del Senatore, era contrariato di sentirsi minoranza, emarginato dal blocco costituito intorno al procugino John Elkann. Se l’accomandita non fosse risalita, la posizione di Elkann si sarebbe indebolita e lui probabilmente pensava per se stesso a un ruolo di pontiere tra la famiglia e qualcuno dei nuovi soci bancari. Dopotutto, è la vecchia storia della contrapposizione Gianni-Umberto che riaffiora nelle generazioni successive. La tensione ebbe due picchi.

emma winter agnelli 29emma winter agnelli 29

 

Dopo l’intervista, La Stampa, il giornale di famiglia, sottolineò che Andrea Agnelli aveva espresso posizioni personali e che all’Ifil era in carico come stagista: in realtà era anche consigliere d’amministrazione della Fiat e portavoce di una quota del 10 per cento circa dell’accomandita che detiene insieme a sua sorella Anna.

 

emma winter agnelli 28emma winter agnelli 28

Il secondo momento di tensione non è stato ancora assorbito. Si tratta della Juventus»: e cioè, secondo Ferrante, del fatto che Andrea, come tutto il lato umbertino della famiglia, era contrario alla defenestrazione di Moggi e Giraudo («con cui ha rapporti eccellenti») e a tutta l’operazione di cosiddetta “pulizia” portata avanti dai gianniani della famiglia (con in testa Lapo Elkann).

 

Il Foglio ha riferito che, secondo molti, non andava d’accordo con i cugini John e Lapo già quando il padre Umberto era vivo: «Alcuni pensavano che ci fosse rimasto male del fatto che, dopo Giovanni Alberto, l’Avvocato avesse scelto i suoi nipoti e non lui come successore, ma allora Andrea aveva tutt’altro per la testa, soffriva della mancanza di suo fratello, giocava con la nipotina, figlia di Giovanni Alberto, e sperava che pronunciasse come prima parola “Juve”, non voleva essere immischiato troppo negli affari di casa, non sopportava di diventare celebre e di doversi sorbire tutte le costrizioni, a partire dalle guardie del corpo alle quali devi rendere conto di tutto ciò che fai.

emma winter agnelli 27emma winter agnelli 27

 

Voleva ancora essere libero di andare a giocare a golf, di andare e venire dalla Svizzera a sorpresa, di passare le serate a casa con gli amici, birra e partita, donne ammesse ma solo se tolleranti».

 

• Sposato con Emma Winter (agosto 2005), due figli: Baya nata nel 2005 e Giacomo Dai nato nel 2011 («Giacomo Dai è Davide in gaelico. Mia moglie ha questa origine. Non è una stranezza»).

 

• Tifosissimo della Juve della quale è presidente dal 28 aprile 2010, in sostituzione di Jean-Claude Blanc. Entra ufficialmente in carica durante il Cda del 19 maggio 2010. Dopo 50 anni di assenza, è il quarto Agnelli, dopo il nonno Edoardo, il padre Umberto e lo zio Gianni, a rivestire questa carica.

emma winter agnelli 26emma winter agnelli 26

• Il 6 maggio 2012 vince per la prima volta il campionato italiano come presidente della Juventus e l’11 agosto la Supercoppa italiana.

 

• Dal 2012 è membro per l’Italia dell’Eca, European club association, l’organismo riconosciuto da Uefa e Fifa che riunisce rappresentanti di 214 società europee.

• Frasi: «La misura è colma, la giustizia sportiva somiglia a una caccia alle streghe» (quando antonio Conte venne condannato a 10 mesi di suqalifica per la vicenda Calcioscommesse [Leggi la rassegna stampa del 28 agosto 2012]); «Non sono scaramantico. A Tokyo, prima della finale della Coppa Intercontinentale del 1996 comprai una giacca. Mi sono chiesto: la metto o non la metto? L’ho messa. Se bastasse mettere o non mettere una giacca per vincere o non vincere saremmo campioni tutti gli anni» (il 28 dicembre 2011 al Cds);

emma winter agnelli 25emma winter agnelli 25

 

Un giornalista sportivo che lo tiene in grande stima ha detto di lui: «Non è antipatico per caso, è antipatico per scelta» (su Panorama del 24/1/2013).«Avevo ventidue anni quando mio fratello morì. Entrai nella camera di mio padre, mi guardò negli occhi e disse: questo significa maggiori responsabilità per te»; «Sono nato e cresciuto a Torino, amo questa città per la sua riservatezza e il suo spirito di dedizione al lavoro. Ho avuto un certo tipo di educazione. La famiglia, l’ambiente, le esperienze trovano un posto loro nel carattere degli individui. Rimangono lì per sempre. Le battute le faccio quando vado a mangiare una pizza con gli amici. Anche se il senso dell’ironia dello zio resterà ineguagliabile in famiglia» (a Dario Cresto-Dina) [la Repubblica 11/12/2010].

 

 

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...