riccardo ricco'-7

“ERO UN IDIOTA CHE HA BUTTATO AL VENTO SOLDI E CARRIERA” – LA DISCESA ALL’INFERNO E LA NUOVA VITA DA GELATAIO DI RICCARDÒ RICCÒ, IL “COBRA” DEL CICLISMO CHE SI È TRASFORMATO NEL PIÙ DANNATO ANTIEROE DELLO SPORT ITALIANO MODERNO: IL DOPING, N OSPEDALE A UN PASSO DALLA MORTE DOPO UNA REINFUSIONE DI SANGUE CON UNA SACCA CONSERVATA NEL FRIGO DI CASA E LA SQUALIFICA A 12 ANNI CHE HA MESSO FINE ALLA CARRIERA - VIDEO

 

Marco Bonarrigo per il "Corriere della Sera"

 

riccardo ricco' 7

«No, il Puffo Blu non lo chiede più nessuno. I bambini vogliono la Puffetta Rosa - più croccante e con meno zucchero - Nutellone, Rocher e Oreo. Gli adulti il triplo pistacchio, il cioccolato dark e il mascarpone col cuore di panna alla torta Barozzi, specialità della zona». Visto dal laboratorio della gelateria Chocoloco di Vignola, il mondo è questione di gusti (23) e misure.

 

riccardo ricco' 5

 

 

 

 

Cono piccolo a due euro, cono magnum (un mostro di sei etti compresi panna e accessori) a sette. Chocololo apre alle 13 ma alle 9 il titolare è già lì che sbuccia, affetta, frulla, pastorizza e manteca. Si chiama Riccardò Riccò: 13 anni fa era un fenomeno del ciclismo poi si è trasformato nel più dannato antieroe dello sport italiano moderno. Pantani era il Pirata, Riccò il Cobra: mordeva gli avversari e sputava veleno. Pantani è morto, Riccò è sopravvissuto per miracolo e sabato scorso ha cominciato ufficialmente la sua nuova vita.

 

Il suo passato lo sintetizza così: «Ero un bulletto di talento, un idiota che ha gettato al vento soldi e carriera. Avessi gestito gambe e rabbia di allora con la testa di adesso avrei vinto Giro e Tour. Ma il mio destino era segnato: nella vita non decidiamo noi quando maturare». Nel 2008, quattro anni dopo la morte di Pantani, Riccò ne prende il posto nel cuore dei tifosi. In salita è micidiale: stacca fenomeni come Contador e Valverde, li ridicolizza con smorfie e dichiarazioni pepate, vince tre tappe al Giro d'Italia (dove lo batte solo Contador) e due al Tour con facilità irrisoria sovrapponendo la maglia bianca di miglior giovane e quella a pois di scalatore principe.

riccardo ricco' 4

 

«Mi dopavo pesante - spiega - perché mi sembrava una scelta inevitabile per vincere: inchieste e controlli l'hanno dimostrato. Era un doping da disperati, mi hanno beccato appena hanno voluto». La discesa all'inferno inizia il 17 luglio 2008, alle 11 del mattino. Riccardo era risultato positivo all'Epo già la sera prima ma invece di fermarlo in albergo, dodici gendarmi sfilano quella mattina verso il bus della Saunier Duval alla partenza della tappa.

riccardo ricco' 10

Un centinaio di giornalisti (debitamente avvertiti) sono testimoni dell'arresto. Riccò, pallido come un cencio, sguardo perso nel vuoto, è il simbolo del male. Scaricato dalla squadra, finisce in una cella di tre metri per tre. «Volevo uscirne il prima possibile - spiega - e feci nomi e cognomi di chi mi aveva dato la roba. Mi premiarono con uno sconto di pena ma non riuscivo a far finta di piangere in pubblico come tanti altri: per i colleghi ero solo un dopato di m...».

 

riccardo ricco' 11

Venti mesi dopo, torna in bici. Non è solo un ciclista maledetto è anche un maledetto pentito. Trova solo squadre piccole, contratti ambigui, stipendi sontuosi solo sulla carta. «Ho perso centinaia di migliaia di euro - confessa - ma non il vizio di doparmi». La notte del 6 febbraio 2011, alla vigilia dell'ennesima stagione del riscatto, Riccò arriva all'ospedale di Baggiovara in condizioni disperate, accompagnato da Vania Rossi, la madre di suo figlio: delira per la febbre altissima, ha un blocco renale. Al dottore che lo implora di aiutarlo nella diagnosi sussurra la verità: si è fatto da solo una reinfusione di sangue con una sacca che conservava nel frigo di casa, evidentemente contaminata da un batterio.

 

riccardo ricco' 12

Si salva per miracolo ma uno dei medici va in Procura e lo denuncia: 12 anni di squalifica e fine della carriera. Non dei guai: Riccardo non molla la bici, si inventa patetiche imprese solitarie, rischia la vita in una tremenda caduta dal Mont Ventoux, si infila in un brutto giro di ciclo-dopati, arriva a un passo dal suicidio come ha raccontato in «Cuore di Cobra», la (bella e dura) autobiografia scritta per Piemme con Dario Ricci. «Quando ero a un passo dallo sprofondo mi ha salvato un amico gelataio.

 

riccardo ricco' 13

 

"Se dovesse andare tutto male - mi aveva detto - vieni da me che ti insegno un mestiere". Sono stato mesi da lui a pelare frutta, impastare e mantecare. Poi ho conosciuto Melissa, la figlia della mia fruttivendola. Ci siamo piaciuti, sposati e spostati a Tenerife a fare gelati. Ci ho messo il meglio del mio passato: passione, meticolosità, dedizione totale.

 

riccardo ricco' 14

Ma senza Melissa, la sua forza e il suo amore non ce l'avrei mai fatta. Per lei ero Riccardo, non il Cobra. Dodici anni fa guardavo il mondo dall'alto del podio del Tour ma sapevo di essere un baro. Oggi se un bambino mi dice che il mio gelato è buono sono un uomo soddisfatto e la sera posso andare a casa sereno senza dovermi guardare le spalle».

riccardo ricco' 1riccardo ricco' 16riccardo ricco' 15riccardo ricco' 6riccardo ricco' 2riccardo ricco' 9riccardo ricco' 8riccardo ricco' 3

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."