bad art

ARTSPIA - UN TEMPO SI CHIAMAVA KITSCH. MA ORA CHE IL KITSCH E' CATEGORIA DELLO SPIRITO BATTUTA ALL'ASTA, CHIAMATELA "BAD ART": OVVERO QUELLE COSE DI PESSIMO GUSTO CHE DOMANI POSSONO VALERE UN SACCO DI SOLDI ( FOTO GALLERY)

NAZIONALE - 04 settembre 2014

 

 

 

grayson perrygrayson perry

 

SCOTT REYBURN per “La Repubblica”

 

 

 

L’ANNO scorso, Grayson Perry, l’artista travestito più famoso della Gran Bretagna, ha realizzato in edizione limitata una stampa intitolata L’isola dell’“ arte scadente”. L’acquaforte, concepita come una finta carta geografica del XVI secolo, rappresenta un’isola che assomiglia in modo sospetto a Venezia e utilizza nomi sarcastici di località per elencare le caratteristiche che secondo Perry definiscono la bad art, l’“arte scadente”: “mainstream,” “smancerosamente rétro,” “vagamente decorativa” e “kitsch”, tra i tanti. Malgrado tutto il disprezzo che Perry e i visitatori di Art Basel e Frieze agghindati in Prada possono avere per quest’arte di tendenza, ci sono moltissime altre persone alle quali essa piace, e che vogliono acquistarla e portarsela a casa.

fabian perezfabian perez

 

 

«Comprano perché amano l’arte e perché la pagano con la carta di credito», ha detto Helen Roden, direttrice di Castle Fine Art, una galleria che ha aperto i battenti nell’aprile dell’anno scorso nel lussuoso quartiere londinese di Mayfair. Castle è uno dei molti operatori autorizzati specializzati in opere d’arte originali che, secondo la definizione di Annabelle Ruston, direttrice della rivista londinese Art Business Today , sono «riconoscibili ed edificanti», ma che altri considerano ridicolmente scadenti. A questo genere appartengono per lo più paesaggi e studi di figure dipinte in uno stile pseudo-impressionista da artistucoli sconosciuti e in qualche caso da una celebrità.

john_myattjohn_myatt

 

Si sono uniti a questo filone, in tempi più recenti, copie a prezzi abbordabili di dipinti astratti famosi, effettuati da artisti quali John Bauer. Il mercato è dominato dalle vendite delle gallerie private, il che rende difficile valutarne l’entità o la solidità complessive. Tuttavia, la presenza di gallerie magnifiche che in quasi tutte le città più importanti propongono opere firmate da nomi quali Fabian Perez (seducenti ballerine di flamenco), Douglas Hofmann (graziose danzatrici) e Lorenzo Quinn (sculture di figure alla Rodin) attesta una domanda per lo più stabile.

 

Grayson PerryGrayson Perry

 

Helen Roden ha espresso la sua opinione durante l’ultima settimana di apertura di Fake (Falsi), una mostra di tele nello stile di vari artisti famosi dipinte da John Myatt, un falsario britannico ora pentito che nel 1999 era stato condannato a un anno di carcere per truffa. Delle 46 opere in mostra che hanno trovato acquirenti prima della chiusura del 10 agosto, tra le oltre trenta tele certificate come “autenticamente false”, c’era un suo “Monet” con un viale di fiori a Giverny, messo in vendita a quasi 50mila euro, e un “Van Gogh” di covoni di fieno, venduto a quasi 37.800 euro.

 

 

grayson perrygrayson perry

La galleria Castle di Bruton Street, nel cuore di Londra, fa parte dell’Halcyon Fine Art Group che possiede varie gallerie a Londra col brand Halcyon (in Bond Street appunto e Harrods) e a Shanghai, ma anche 37 punti vendita Castle Gallery sparsi per tutta la Gran Bretagna. Halcyon vende opere di alto valore di Andy Warhol e di artisti famosi come Bob Dylan, ma per lo più vende anche dipinti decorativi contemporanei e stampe di prezzo inferiore ai 38 mila euro di artisti introvabili nei cataloghi di aste di Soteby’s o di Christies’o nei musei.

John Myatt portraitJohn Myatt portrait

 

 

Altri operatori di settore seguono piani di vendite molto simili. La De Montfort Fine Art in Gran Bretagna dirige il gruppo di gallerie Whitewall e i punti vendita Clarendon Fine Art a Londra e a bordo di tre navi Cunard da crociera. L’Opera Gallery ha una rete mondiale di nove gallerie, nelle quali affianca dipinti decorativi contemporanei e opere di artisti di grande livello come Pablo Picasso, Marc Chagall, Bernard Buffet e perfino Banksy. Le Martin Lawrence Gallery offrono all’incirca il medesimo mix di arte americana in 11 succursali sparse negli Stati Uniti.

 

 

 Robert deyber Robert deyber

«La concorrenza più forte che abbiamo non è quella delle altre gallerie», dice John Salvo, direttore del flagship space Martin Lawrence di 372 metri quadrati a SoHo, New York. «La concorrenza più forte è quella delle boutique di articoli di lusso, come Louis Vuitton e Prada, dove si effettuano acquisti d’impulso». John Salvo dice che per lo più vende ad acquirenti al loro primo acquisto, attratti da opere d’arte originali che costano quanto gli articoli firmati di lusso. «Sono attratti da un’opera di Warhol o Basquiat in vetrina, e poi finiscono col comperarne una di alcuni nostri artisti più giovani».

 

 

Fabian_PerezFabian_Perez

Robert Deyber che dipinge tele con effetti ottici speciali in stile Magritte, è uno dei nomi più popolari tra i giovani artisti da Martin Lawrence. L’anno scorso Tucani , una sua tela originale con un paio di pennuti appollaiati su lattine Campbell di zuppa, è stata venduta a 7.500 euro, dice John Salvo.

robert deyberrobert deyber

Le cifre che spuntano queste opere potrebbe sembrare irrisorie, se paragonate con quelle che si pagano all’asta per nomi caldi come Alex Israel — una delle sue composizioni astratte a maggio è stata acquistata per un milione di dollari — ma di fatto le vendite di questo genere di opere d’arte commerciale contemporanea nel complesso portano a un giro d’affari alquanto consistente.

 

A Mayfair, la mostra di John Myatt organizzata da Castle Fine Art è stata preceduta da un’esposizione di 40 opere multimediali del fotografo canadese di moda e sport Raphael Mazzucco andate a ruba: i prezzi oscillavano dai novemila ai venticinquemila euro. Con una dozzina di mostre l’anno e tele di Bob Dylan che si vendono a 630 mila euro, le gallerie d’arte come Castle arrivano a un giro d’affari che alcuni operatori di settore di livello più alto possono tranquillamente invidiare.

RAPHAEL MAZZUCCORAPHAEL MAZZUCCO

A questo livello di lusso al dettaglio del mercato, i commercianti cercano di rendere quanto più facile possibile l’acquisto di opere d’arte: le gallerie restano aperte fino a tardi, spesso oltre le 19; al loro interno si trasmette musica e tutte le opere hanno etichette con il prezzo ben in vista. In qualche caso gli addetti alle gallerie arrivano addirittura ad abbozzare un sorriso.

 

 

«In genere, la gente si sente intimidita all’idea di entrare in alcune gallerie contemporanee importanti», dice Daniel Tills, direttore delle vendite presso la sede di Mayfair di Clarendon Fine Art. «In ogni caso, la nostra porta è aperta», aggiunge, «e vige un alto livello di trasparenza. I nostri clienti vogliono che i loro amici e la famiglia si sentano a loro agio con quello che hanno comprato e che comprendano che in teoria si tratta di un buon investimento a lungo termine».

PEREZPEREZ

In realtà, la maggior parte degli acquirenti di arte commerciale contemporanea non ricaverà molto dai loro acquisti: poche di queste opere possono essere presentate alle aste internazionali per incassarne un vero profitto.

 

Nel database Artnet delle vendite, l’artista Hofmann, i cui dipinti in galleria sono in vendita a oltre 75 mila euro, riesce a spuntare un prezzo massimo di 7500 euro, mentre le tele a olio di Perez nel migliore dei casi all’asta raggiungono appena i 1200 euro. Ciò significa che agli acquirenti che vogliono monetizzare i loro investimenti non resta altro che provare a rivendere le opere alle stesse gallerie dalle quali le hanno acquistate, gallerie che hanno assoluto bisogno di guadagnare anch’esse.

 

 

ROBERT DEYBERROBERT DEYBER

Ma, come sottolinea Myatt, il falsario condannato e trasformatosi poi in un artista popolare di grande successo, collezionare questo genere di opere di arte contemporanea non vuol dire fare una speculazione. «Acquistare queste opere non serve all’élite facoltosa per mettersi in mostra. La gente le compera semplicemente perché le piacciono».

© 2-014, The New York Times.

Traduzione di Anna Bissanti

 

 

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