massimiliano allegri daniele adani ivan zazzaroni

POMO D’ADANI – IVAN ZAZZARONI INTERVIENE SUGLI SCAZZI TRA L’OPINIONISTA DI SKY E ALLEGRI: “IL PRIMO TRARRÀ UN FORTE VANTAGGIO PROFESSIONALE, DA OPINIONISTA, SEMPRE CHE NON INTERVENGA QUALCUNO A PROPORNE LA PROMOZIONE A GIORNALISTA” – “A MAX DICO CHE SE IL CALCIO AD ALTISSIMO LIVELLO FOSSE COSÌ SEMPLICE COME LUI AFFERMA NON RICORREREBBE A UN GURU DELLA TATTICA QUALE È DOLCETTI E ALLO STAFF DI MATCH ANALYST DIRETTO DAL FIGLIO Dì SCIREA”

Ivan Zazzaroni per il “Corriere dello Sport”

 

ivan zazzaroni (1)

Allegri: «Sta’ zitto!». Adani: «Sta’ zitto lo dici a tuo fratello!». Allegri il giorno dopo, assente Adani: «Accuse da chi non è ferrato». Adani due giorni dopo, assente Allegri: «Lui è stato scortese, arrogante e anche maleducato».

 

E noi a guardare, noi giornalisti sportivi, e a commentare a una distanza d’insicurezza stupidamente voluta e cercata da altri giornalisti sportivi. Aldo Grasso, uno che quando non scrive di televisione si fa leggere volentieri, l’ha risolta con «una frase che riassume bene il disprezzo della critica: “I critici sono come gli eunuchi di un harem: sanno come si fa, lo vedono fare tutti i giorni, però non sono capaci di farlo”. Allegri non l’ha detta, ma il senso era quello».

 

allegri adani

A differenza degli eunuchi, noi giornalisti sportivi ci siamo tagliati le palle da soli condannandoci a una sorta di impotenza coeundi. Mi spiego. Diverso, in questo caso come in altri che l’hanno preceduto, è il peso dei contendenti - Adani è un libero portatore di opinioni per conto terzi probabilmente ben pagato, il secondo un professionista di successo abbondantemente ripagato da trofei e milioni - tanto che nei commenti la maggioranza (non juventina) tende ad attribuire il ruolo di vittima a Adani e quello di arrogante persecutore a Allegri («io non dimentico»).

 

daniele adani

Nella sostanza, Adani ha avuto la possibilità di studiare da Allegri, ma ha scelto altre strade, assumendosi il diritto di criticarne l’operato. Senza entrare nel merito del modo, risulta evidente la disparità di peso, tanto che Allegri avrebbe potuto o dovuto rinunciare al battibecco fin dalle prime battute, evitando il rischio di creare una vittima.

 

adani

Cosa che ha fatto, invece, regalando uno straordinario momento di fama all’interlocutore: contrariamente a chi dice che Adani sarà punito e allontanato da Sky, ritengo più probabile che ne trarrà un forte vantaggio professionale. Da opinionista. Sempre che non intervenga qualcuno a proporne la promozione a giornalista.

 

MASSIMILIANO ALLEGRI

Il professionista dell’informazione e della comunicazione ha una facoltà di critica garantita dall’appartenenza a un Ordine che può, in caso di scorrettezze, censurarlo in varie forme. Gli opinionisti - salvo eccessi da querela - possono dire quel che vogliono, come da antico spot. E stupisce che le grandi aziende d’informazione, dotate di decine se non centinaia di giornalisti professionisti, preferiscano impiegare al loro posto una larga maggioranza di opinionisti senza regole, quasi a lasciare intendere che i giornalisti veri - salvo poche eccezioni - non abbiano le capacità di sostenere confronti “coraggiosi” con i vari addetti ai lavori, dirigenti, allenatori, giocatori.

 

adani

Nei grandi conflitti “ideologici” di un tempo, fra difensivisti e offensivisti, con responsabili delle nazionali o delle federazioni, la critica e i contrasti più accesi vedevano protagonisti i giornalisti e non, come oggi, i loro surrogati. In Rai, un tempo, Giorgio Tosatti parlava per sé e per l’azienda anche in un inatteso battibecco con un tecnico come Mazzone. Così come faceva nel suo giornale. Con proprietà di linguaggio e senso di responsabilità. Oggi Allegri si sente definire “arrogante” da chi non sa che l’arroganza indica “la richiesta e l’appropriazione di ciò su cui non si possono vantare diritti”. Allegri i suoi tituli li ha vinti, non pretesi per tenere testa a un opinionista scomodo.

MASSIMILIANO ALLEGRI

 

Non prendo la parte né dell’uno né dell’altro, anche perché di Adani apprezzo la passione, la spontaneità-genuinità tutta emiliana e l’applicazione, lo studio (lui parla di ciò che vede e rivede più volte) mentre ad Allegri i difensori li devono consegnare Paratici e Agnelli. Rimpiango semplicemente un passato in cui i vari Baretti, Cannavò, Crespi, Cucci, De Cesari, Melidoni, Mura, Palumbo, Tosatti e Zanetti “pesavano” non soltanto per competenza e personalità ma per spazi legittimamente conquistati e garantiti dal ruolo, dall’esperienza, dalla conoscenza e dalla eccellente comunicativa.

allegri

 

Oggi, anche per colpa di qualche collega ortofrutticolo (protettore dei propri orticelli) il giornalista sportivo orfano di testata ricava spazi di espressione in qualche televisione privata o sui social.

adani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PS: A Max dico che se il calcio ad altissimo livello fosse così semplice come lui afferma non ricorrerebbe a un guru della tattica quale è Dolcetti e allo staff di match analyst diretto dal figlio dell’indimenticabile Scirea.

adaniadanitrevisani adaniadani

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?