lebron magic johnson nedved

“MAGIC” JOHNSON HA PERSO LA MAGIA – IL CESTISTA SIMBOLO DEI LAKERS SI DIMETTE DA PRESIDENTE DOPO IL FLOP DELLA 2° STAGIONE AL TIMONE: PORTARE LEBRON CON UN QUADRIENNALE DA 154 MILIONI DI DOLLARI NON E’ BASTATO AI GIALLOVIOLA, ANCORA FUORI DAI PLAYOFF – UN FALLIMENTO CHE FA DA MONITO A TUTTI GLI EX CAMPIONI (DA TOTTI A ZANETTI FINO A MALDINI): IL TALENTO NEL GIOCO NON GARANTISCE SUCCESSI DIETRO LA SCRIVANIA. A MENO CHE NON TI CHIAMI PAVEL NEDVED…

Francesco Perugini per “Libero quotidiano”

 

magic johnson lebron james

Earvin Johnson sul campo da basket faceva magie. Per questo era diventato per tutti "Magic", un appellativo che non si è scrollato di dosso nei difficili anni della lotta contro l' Hiv e a fine carriera, nella vita e negli affari (possiede i Dodgers di baseball, tanto per capirci).

 

Aveva promesso di stupire anche da presidente dei Los Angeles Lakers riportando ai vertici la franchigia californiana in tre anni, ma si è dimesso ieri dopo il clamoroso flop della sua seconda stagione al timone. Un fallimento che fa da monito a tutti i campioni o ex campioni: il talento nel gioco non garantisce successi né in panchina né tantomeno lontano dal campo, soprattutto in ruoli operativi che prevedano una scrivania al posto della lavagna tattica.

 

Eppure un bel trucco Johnson l' aveva sfoderato l' estate scorsa, portando a Los Angeles LeBron James con un quadriennale da 154 milioni di dollari. The King sembrava la stella che mancava per riportare al successo i Lakers: aveva promesso di farcela in tre anni.

 

magic johnson lebron james

GLI ERRORI DI MERCATO É finita con LA ancora fuori dai playoff come sempre accaduto dal 2013/14 e LeBron in vacanza anticipata per la prima volta da 14 stagioni. Il disastro sportivo, le tensioni con la proprietaria Jeanie Buss e la discussa scelta di Rob Pelinka, ex agente di Kobe Bryant, come suo braccio destro hanno portato alla rottura dopo una stagione di evidenti errori gestionali.

 

Su tutti c' è stata la cocciuta - e inutile - rincorsa ad Anthony Davis dei Pelicans sul mercato di riparazione che gli ha messo contro tutto lo spogliatoio, già in rotta con l' ingombrante LeBron. E così il prossimo mercato, che doveva essere quello della ciliegina sulla torta, sarà una sorta di nuovo anno zero. «È difficile compiere un passo del genere quando il rapporto con il club è quarantennale come nel mio caso con i Lakers», ha spiegato Magic che della squadra in passato è stato giocatore, allenatore e co-proprietario. Ma non mi divertivo più con il basket, anzi, a dirla tutta non ero più io».

magic johnson

 

Parole che ricordano in qualche modo quelle di Francesco Totti in una recente intervista a BeIn Sports dopo la bufera degli addii di Di Francesco e Monchi alla Roma: «Da giocatore riuscivi sempre a trovare qualche guizzo all' improvviso, il ruolo da dirigente è diverso perché è più difficile», ha detto l' ex numero 10.

 

«Vado a Trigoria tutti i giorni, vivo lo spogliatoio come un calciatore. I rapporti con i giocatori, l' allenatore, vado in ritiro con la squadra. Da quel punto di vista non mi manca niente, la cosa che mi manca veramente è spogliarmi la domenica». E mentre si parla di un ruolo più importante del Pupone nel futuro dei giallorossi, a Milano i tifosi si interrogano da tempo sul ruolo di due ex bandiere. Dalla parte interista parte c' è Javier Zanetti, mancato protagonista della vicenda-Icardi. Da quella rossonera ovviamente si parla di Paolo Maldini, spalla di Leonardo, che molti vorrebbero più esposto anche dal punto di vista mediatico.

abdul_jabbar con magic johnson e kobe bryant

 

ANTOGNONI E BAGGIO E non mancano altri esempi come quello di Giancarlo Antognoni in Fiorentina allo sbando tra un comunicato e l' altro (ieri l' ennesimo contro l' ex allenatore Pioli) con il ruolo di club manager. Lo stesso incarico lo riveste Angelo Peruzzi nella Lazio che fatica a fare il salto di maturità. E come si fa a dimenticare il clamoroso flop di Gianni Rivera da vicepresidente del Milan all' inizio degli anni '80 o il buco nero dell' avventura di Roberto Baggio alla guida del Settore tecnico della Figc («non mi hanno fatto lavorare. Il mio progetto è stato ignorato», fu l' addio polemico del Codino)?

 

pavel nedved

I migliori risultati, dunque, li ha ottenuti finora Pavel Nedved. Al ceco, però, non è ancora riuscito di sconfiggere il tabù della sua carriera da sportivo, la conquista della Champions League: «Vincerla da dirigente sarebbe meraviglioso, diciamo che poi potrei riposare in pace», ha detto poche settimane fa.

i tatuaggi di lebron james 2PAOLO MALDINI DAZNANDREA AGNELLI E PAVEL NEDVED francesca barra e pavel nedvedpavel nedved e andrea agnellifabio paratici pavel nedvedpavel nedved PUPO ANTOGNONIroberto baggioroberto baggioroberto baggio usa 94paolo maldinifoto mezzelani gmt 059javier zanetti con moglie paulapaolo maldinifoto mezzelani gmt 060tottizanettiMagic Johnsonpost magic johnson in versiliamagic johnsonmagic johnsonMAGIC JOHNSON IN VERSILIAnina moric su magic johnson e samuel l jackson

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”