FRANCAMENTE ME NE FISCHIETTO - L’ARBRITRO RIZZOLI RACCONTA LA SUA FINALE MUNDIAL: “LA SERA PRIMA MI CUCIO LO STEMMA SULLA DIVISA NELLA MIA CAMERA. AGO E FILO COME MI HA INSEGNATO LA NONNA. È UN RITO. IL MANTRA E’ ‘CONTROLLA CIO’ CHE PUOI’”

NICOLA RIZZOLI DURANTE LA FINALE DEL MONDIALENICOLA RIZZOLI DURANTE LA FINALE DEL MONDIALE

Nicola Rizzoli per “la Repubblica”

 

“Controlla ciò che puoi. Controlla ciò che puoi. Controlla ciò che puoi…”. Me lo ripeto come un mantra, sotto la doccia della mia stanza di albergo. Mancano circa cinque ore al fischio di inizio della finale dei Mondiali. Questo è l’ultimo momento di solitudine. È così che entro in clima partita: pronunciando la stessa frase di André Agassi.

 

Ci sono molte analogie tra un tennista e un arbitro, l’ho scoperto leggendo il suo libro. In campo sei solo, dipende tutto da te, parli con te stesso. Certo ci sono gli assistenti, quelli che tutti chiamano ancora guardalinee, siamo una squadra, ma ognuno di noi è comunque solo nell’istante in cui deve tirar su la bandierina, fischiare, decidere.

 

Nel libro, Open, Agassi dice che quando ha troppe cose da dover controllare, pensa solo a «controllare ciò che può». Io faccio uguale, mi ripeto sempre «controlla ciò che puoi», e se ti sei preparato bene, seriamente, quello che potrai controllare sarà tantissimo... Si spera.

NICOLA RIZZOLINICOLA RIZZOLI

 

Non dimenticherò mai la voce del signor Jorge Romo che pronuncia il mio cognome. Venerdì mattina, 11 luglio, nell’aula dell’hotel annuncia: «Ora daremo la designazione dell’arbitro che farà la finale del Campionato del Mondo».

 

Onesto? Quando sono partito dall’Italia, puntavo alla semifinale. L’emozione è a mille, pur sapendo che le nostre chance sono minime. O almeno è quello che ci siamo costantemente ripetuti, io e i miei “soci”, in questi giorni di attesa, un po’ per scaramanzia, un po’ per consapevolezza e un po’ per prepararci alla possibile, anzi probabile, “delusione”...

 

NICOLA RIZZOLI DURANTE LA FINALE DEL MONDIALENICOLA RIZZOLI DURANTE LA FINALE DEL MONDIALE

«Match numero 64: Alemania-Argentina, stadio Maracaná. Referee, R...». Quella R... così eterna sposta il mio sguardo sul collega uzbeco Irmatov, poiché il suo nome è Ravshan. «R... i ss oli »! Irmatov non si è mosso, noto. Sento un dolore alla gamba sinistra enorme. Stefani mi ha appena rifilato un pugno sotto al tavolo. «Ri ssoli??? Rizzoli??? Io????».

 

Guardo Andrea che quasi salta in piedi poi si accascia sulla sedia, mi giro verso Renato Faverani, l’altro assistente, guardo l’aula che ci osserva e applaude. «...siamo NOI?!!!». Sono tutti in piedi ad applaudire. Faremo la finale del campionato del mondo in Brasile, al Maracanà. Mi metto le mani sul volto. «No, no, no... non tremate!»: parlo alle mie gambe che stanno per traballare, fatico a controllarle. Proença e Irmatov, gli altri favoriti a questa designazione, mi abbracciano sussurrando parole di stima che mi lusingano. Così però mi commuovo, e non voglio: voglio solo urlare di gioia.

 

Mi catapultano frastornato a registrare l’intervista che verrà trasmessa un’ora dopo alla conferenza stampa ufficiale. Sono molto emozionato. Non è facile restare “normali” e dire qualcosa di sensato e lucido per di più in inglese con tutto il frastuono che ho in testa.

Quando la notizia arriva in Italia, alle 19.50 circa, il telefono esplode.

 

NICOLA RIZZOLINICOLA RIZZOLI

Vibra in continuazione, un sms dietro l’altro, non riesco a stargli dietro, non posso rispondere a tutti. Smetterà solo quando in Italia saranno le due di notte. Circa quattrocento messaggi. Decido di parlare con Howard Webb, l’arbitro inglese che ha diretto la finale precedente, e il primo consiglio che mi dà è proprio «ora dimentica il telefono, meglio spegnerlo».

 

Sembrerà singolare, ma io non ho mai problemi a dormire. Mi sdraio e dormo, sono fatto così, e così ho fatto anche quella notte e la successiva, quella del giorno prima della partita. È una vigilia lunghissima da reggere, ma di natura faccio fatica a essere agitato. La felicità è così tanta che compensa la tensione creando uno strano equilibrio che mi consente di arrivare sereno all’appuntamento. Sereno, vabbè, non esageriamo.

Il sabato trascorre tra palestra, allenamento, preparazione tattica.

NICOLA RIZZOLINICOLA RIZZOLI

 

Mi confronto con tutte le persone che possono aiutarmi a preparare al meglio la partita, ovviamente con Massimo Busacca, il capo degli arbitri mondiali, e gli istruttori presenti, ma anche con Sergio Gonella, l’italiano che diresse nel ’78 la finale di Buenos Aires, che mi chiama per felicitarsi. Poi Pierluigi Collina che mi dà “due dritte”. Lui ha arbitrato la finale del 2002 a Yokohama. Su venti arbitri nella storia del calcio che hanno fatto una finale mondiale, tre sono italiani e due di questi bolognesi. Vorrà pur dire qualcosa...

 

Prima di rimettermi a letto, compio lo stesso rito che avevo fatto a Londra l’anno scorso, per la finale di Champions League a Wembley. Mi cucio lo stemma ufficiale sulla maglietta con ago e filo, mi piace farlo come mi ha insegnato mia nonna. La mattina della partita alle undici abbiamo l’ultimo briefing per definire la preparazione tecnica della partita, delle caratteristiche dei giocatori alle tattiche delle due squadre. In circostanze particolari come questa, ai miei collaboratori dico una cosa: «È una partita importantissima, ma si gioca sempre in undici contro undici ».

NICOLA RIZZOLINICOLA RIZZOLI

 

È banale, lo so, ma è la verità. Stavolta chiudo il discorso con un’altra frase, la stessa che dissi anche a Wembley. Una citazione di Sun Tzu da L’arte della guerra: «Non contare sul mancato arrivo del nemico, ma confida sulle tue qualità per sconfiggerlo». Il nemico non sono i giocatori ovviamente, ma il caso, l’imprevisto, l’episodio che ti deve trovare pronto ad affrontarlo in ogni momento. Specie quello in cui pensi che stia andando tutto bene e non ci siano più rischi all’orizzonte.

 

Dopo il briefing, un arbitro sudamericano, che è un pastore protestante, propone un momento di raccoglimento e preghiera collettiva. Accettiamo volentieri. È bellissimo ed emozionante, non l’avevo mai fatto così. Poi, la doccia... «controlla ciò che puoi», un pranzo leggero, la borsa da preparare con cura mettendo dentro sempre le stesse cose da quando faccio l’arbitro.

 

 Tre ore prima della gara partiamo dal Windsor verso lo stadio. Due auto scortate dalla polizia a velocità lenta ma costante. Fuori dal finestrino scorrono le favelas. Andrea legge Agassi e ne parliamo. Il profilo dello stadio da fuori non è impressionante. Ma quando ci sei dentro l’emozione è incredibile. Il Maracanà. Basta solo il nome.

 

Abbiamo uno spogliatoio enorme, saranno cento metri quadri, le vasche idromassaggio che sembrano piscine. Lo schermo della tv trasmette la cerimonia di chiusura, ce la guardiamo. Poi, come sempre, a settanta minuti dall’inizio metto su la mia musica collegando l’altoparlante portatile all’iPhone.

NICOLA  RIZZOLI  NICOLA RIZZOLI

 

Sempre la stessa playlist che impongo alla terna. Parte lenta, con One degli U2 cantata da Mary J. Blige e arriva forte con Titanium di David Guetta per darci la carica passando da Viva la Vida dei ColdPlay: «I used to roll the dice... fill the fear in my enemy’s eyes...».

 

Quell’imprevisto di cui parlavo prima. Chiacchieriamo, facciamo battute per sdrammatizzare, combattiamo il silenzio. Durante il riscaldamento sul campo i primi contatti con le squadre, un saluto con Podolski, un cinque con Andujar. Memorizziamo, ci orientiamo, prendiamo le misure al campo, mettiamo a punto il colpo d’occhio. Poi rientriamo per indossare le divise. Come sempre, cinque minuti prima di entrare, tiro fuori dalla borsa il mio barattolino di Vicks VapoRub. Mi siedo e me lo porto al naso, respiro profondamente. Quel profumo balsamico mi calma, mi rilassa da morire. Mi ricorda quand’ero piccolo...

 

germania argentina finale mondiale 2014 9germania argentina finale mondiale 2014 9

Nel tunnel incrociamo i giocatori, controllo l’equipaggiamento, scambio due battute con Messi e Lahm, i capitani. Col tedesco scherzo sull’età, pensa di essere mio coetaneo. Magari: «Ne ho dieci di più». Non faccio discorsi seri, i calciatori in di una finale hanno così tante cose per la testa che sarebbe inutile aggiungere indicazioni o pressioni ulteriori.

 

Si comincia. Be’, sarà poco credibile ma in nessun momento della partita pensi che sia una finale, troppa è la concentrazione. Stefani è bravo a beccare Higuain in fuorigioco e annulliamo il gol. Lavezzi e Messi gli vanno incontro, sento le proteste nell’auricolare. Il maxischermo ripropone il replay e Lavezzi si placa: «Hai ragione tu, ti chiedo scusa ».

 

Nell’intervallo la tv dello spogliatoio è spenta. Ci scambiamo informazioni sui movimenti delle difese, sui duelli da tenere sott’occhio, sui giocatori più nervosi. Rientriamo in campo, la tensione e le occasioni da gol aumentano nei supplementari, ma la partita rimane giocata ed entusiasmante. Com’è andata, l’hanno visto tutti.

germania argentina finale mondiale 2014 117germania argentina finale mondiale 2014 117

 

Alla fine del secondo tempo supplementare svuoto i polmoni dentro il fischietto, mi impossesso del pallone e non lo mollo più, mi abbraccio coi miei ragazzi. Ora possiamo guardarci intorno, goderci lo spettacolo. È una situazione strana, devi congratularti coi vincitori ma avere rispetto per il dramma degli sconfitti. Mi faccio portare il tricolore che avevo affidato al quarto uomo. Salgo in tribuna per la premiazione con pallone e tricolore tra le mani, anche i tifosi argentini ci chiamano, ma per complimentarsi.

 

germania argentina finale mondiale 2014 113germania argentina finale mondiale 2014 113

Scendiamo le scalinate e continuo a godermi lo spettacolo... abbiamo davvero arbitrato la Finale dei Mondiali di Calcio. Negli spogliatoi riprendo il telefonino. messaggi a raffica. Al mattino dopo ne conterò oltre mille. Comincio a rendermi conto di cosa significhi dirigere una finale mondiale, adesso posso rilassami. Il presidente degli arbitri italiani Nicchi, venuto a Rio, dopo la gara mi fa capire quanto sia importante avere fatto una buona figura per tutti noi e questo mi riempie di orgoglio.

 

Sul volo di ritorno posso anche non dormire: un’ora in tutto, troppa ancora l’adrenalina in corpo. Quando sorvoliamo il centro di Bologna, prima dell’atterraggio, guardo il santuario di San Luca, le torri, i tetti rossi, casa... Sono passati quarantotto giorni, penso. Ora sì che è giusto

 

germania argentina finale mondiale 2014 103germania argentina finale mondiale 2014 103germania argentina finale mondiale 2014 100germania argentina finale mondiale 2014 100

 

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….