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SCAZZI DA SERIE A - L’AD JUVENTINO MAROTTA ATTACCA LOTITO: “HA TROPPO POTERE, È PERICOLOSO” - LA REPLICA: IO PARLO SOLO CON AGNELLI, MAROTTA NON È NEANCHE DOTTORE” - LO SCONTRO TRA I DUE NASCE SULLE RIFORME FEDERALI NON CONDIVISE E SULLE SECONDE SQUADRE

Antonio Barillà per “Il Corriere dello Sport

 

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Tra la goleada dell’Inter e la caduta del Napoli, a infiammare la domenica del pallone, s’insinua una polemica rovente tra Beppe Marotta e Claudio Lotito: strascico di vedute politiche opposte, oltreché riflesso del discusso presenzialismo del laziale.

 

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GESTIONE. L’ad bianconero, ospite di Stadio Sprint su Rai- Sport, parla di Antonio Conte («Dimenticarlo non è facile»), di Max Allegri («Con grande intelligenza, non ha fatto rivoluzioni ») e di Simone Zaza («Non ci abbiamo rinunciato: lo vedremo in bianconero»), ma infila una bordata a Lotito: «Era definito come un personaggio folcloristico, oggi è un personaggio che ha un estremo potere. E tanto potere in mano ad una sola persona è pericoloso: si rischia di finire nel vuoto».

ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIOANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO

 

Durissima la replica: «Io parlo con i miei omologhi: mi interessa quello che dice Agnelli che è il presidente e rappresenta la proprietà. Marotta è un ad e si occupa di gestione, le linee politiche le traccia il presidente».

 

ESPERIENZA. Al di là degli attacchi personali, il confronto è sulle riforme federali non condivise: «Ho sentito parlare - dice Marotta - di multiproprietà e non di seconde squadre: è un grandissimo errore, probabilmente portato avanti da dirigenti che non hanno una competenza specifica e l’esperienza giusta. Auspico che questa presidenza possa essere in grado di creare delle riforme, siamo consapevoli che per il bene dell’Italia le cose debbano migliorare e ci mettiamo a disposizione, l’importante è essere sentiti: di queste riforme sulle multiproprietà leggiamo, però non siamo stati interpellati».

ANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTAANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTA

 

LIMITAZIONE. «Non si tratta di replicare - interviene Lotito, sempre a Stadio Sprint - mi attengo ai deliberati dell’assemblea dove è stato approvato un programma condiviso e all’unanimità: Juve compresa, Marotta dovrebbe ricordarlo. La multiproprietà ha un senso, mentre avere le seconde squadre sarebbe una limitazione per alcuni territori dove il calcio rappresenta anche un volano di crescita sociale.

 

Quella di Marotta è una sua posizione, noi viviamo in un sistema democratico e finché ci sarà bisogna prenderne atto. Sulla multiproprietà vorrei solo chiarire che valorizza i vivai, tutela la vocazione e garantisce la crescita dei territori, altrimenti si finirebbe con l’avere due Juventus, due Milan, due Inter e altri territori senza. Non a caso, in altri Paesi le stanno eliminando».

marotta foto mezzelani gmt marotta foto mezzelani gmt

 

DOTTORE. Ancora Lotito, su Mediaset Premium: «Il dottor Marotta, non so neanche se sia dottore, ha un ruolo anche nelle istituzioni perché vice presidente del Settore Tecnico: non mi sembra che da quando lo gestisce ci siano state grandi novità.

 

Al di là di questo, mi dispiace che ogni volta vengano valutate le cose in termini personalistici: quando uno parla di potere significa che non ha in mente l’interesse collettivo. Noi lavoriamo solo per quello, non per posizioni personali: il calcio è un bene di tutti e va rivalutato in termini di efficienza. Se la mia azione viene indicata come posizione che vuole affermare fermamente i valori della sport, allora ben venga. E lo farò indipendentemente dai ruoli, a me non servono i gradi».

 

 

antonio conte e massimiliano allegriantonio conte e massimiliano allegri

CRISI. Sulla crisi del calcio italiano, e sulle ricette di rilancio, si era espresso anche Andrea Agnelli nella docu-inchiesta Codice Rosso su Sky Sport 24: «Ogni ciclo, se non viene rinnovato, finisce e noi, negli anni di massimo splendore, siamo stati incapaci di sviluppare una vera visione per il calcio futuro.

 

La nostra Lega, a differenza della Premier, è la somma di tante idee dove per alcuni è sufficiente migliorare la distribuzione dell’anno precedente di un paio di milioni invece di ragionare su come creare 500 milioni di plusvalore. Se dovessi individuare un’area su cui investire per cercare di trarre frutti tra 10-15 anni? L’Africa subsahariana: potremmo ottenere i risultati che avuto la Premier in Asia».

 

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