sportwashing - calcio e dittature - milena gabanelli

PUTIN, XI JINPING E BIN SALMAN GIOCANO A PALLA AVVELENATA – DA ANNI I DITTATORI INVESTONO VAGONATE DI SOLDI NEL CALCIO PER RIPULIRE LA LORO IMMAGINE. AD APRIRE LA STRADA È STATO “MAD VLAD”, ATTRAVERSO ROMAN ABRAMOVICH CON IL CHELSEA. E ORA COMANDANO I PETRODOLLARI – GABANELLI: “I CLUB ITALIANI ED EUROPEI, SEMPRE PIÙ A CORTO DI DENARO, SCELGONO DI SOTTOSCRIVERE ACCORDI CON LE NUOVE POTENZE CALCISTICHE E CHIUDONO GLI OCCHI SU DIRITTI CIVILI E VALORI CALPESTATI” – VIDEO

GUARDA QUI LA VIDEO-INCHIESTA DI MILENA GABANELLI SULLO SPORTWASHING

 

Estratto dell’articolo di Milena Gabanelli e Francesco Tortora per www.corriere.it

 

sportwashing calcio e dittature milena gabanelli

Ai dittatori non piace essere degli osservati speciali che violano i diritti umani. Per accrescere la propria reputazione sui palcoscenici internazionali e pulire l’immagine dei loro Paesi investono cifre astronomiche nello sport. Il fenomeno si chiama sportwashing.

 

Il termine è stato coniato nel 2015 da «Reporter senza frontiere» per denunciare gli sfarzosi «Giochi Europei», organizzati dall’autocrate azero Ilham Aliyev. Sono almeno 20 anni che gli autocrati puntano soprattutto sullo sport più popolare: il calcio. La strategia è sempre la stessa: acquistare o sponsorizzare squadre europee per allontanare la loro immagine repressiva conquistando la benevolenza di tifosi e federazioni sportive. A suon di milioni di dollari.

 

Putin, il precursore

sportwashing calcio e dittature dataroom

Il primo ad intuire le potenzialità dello sportwashing è Vladimir Putin. All’inizio degli anni 2000 manda in avanscoperta gli oligarchi russi alla conquista del calcio europeo e punta soprattutto su Londra.

 

Nel 2003 Roman Abramovich acquista per 150 milioni di sterline la squadra del Chelsea. In 18 anni l’allora magnate del petrolio investe più di un miliardo di sterline, compra calciatori di fama mondiale che permettono alla squadra londinese di vincere, tra l’altro, 5 Premier e due Champions League.

sportwashing calcio e dittature milena gabanelli 3

 

Dal 2007 al 2018 scende in campo anche il miliardario uzbeko Ališer Usmanov che è uno dei principali azionisti dell’Arsenal. Poi dal luglio 2019 il suo gruppo USM holdings è lo sponsor ufficiale dell’Everton in cui investe oltre 400 milioni di sterline: «Il Cremlino – racconta Catherine Belton ne Gli uomini di Putin – aveva calcolato accuratamente che il modo per essere accettato dalla società britannica passava attraverso il grande amore del Paese, il suo sport nazionale».[…]

 

Scende in campo il colosso del gas

sportwashing calcio e dittature dataroom 4

La compagnia statale Gazprom è per anni sponsor delle due organizzazioni che controllano il calcio internazionale, Uefa e Fifa. Quest’ultima, nonostante i ripetuti delitti del Cremlino contro i dissidenti, assegna a Mosca l’organizzazione del mondiale del 2018 con una votazione molto discussa.

 

Solo con l’invasione dell’Ucraina il velo dell’ipocrisia cade: gli oligarchi Abramovich e Usmanov sono sanzionati sia dalla Ue che dal Regno Unito e il patron del Chelsea è costretto a vendere la squadra e a lasciare la capitale. La Fifa, dopo aver condannato l’invasione, sospende le squadre russe dalle competizioni internazionali e cancella tutti i contratti di sponsorizzazione.

 

La Cina è più vicina

sportwashing calcio e dittature milena gabanelli 6

Lo scorso decennio la Cina prova a riabilitare la propria immagine, screditata dalla feroce repressione nei confronti delle minoranze tibetana e uigura. Per far breccia in Europa il presidente Xi Jinping, appena diventato segretario del Partito Comunista cinese, vara un piano decennale per trasformare il calcio nello sport nazionale: imprenditori e fondi statali investono oltre 2,5 miliardi di dollari nelle squadre europee, e tra il 2015 e il 2017, finiscono in mani cinesi Milan, Inter, Parma, Aston Villa, Auxerre, Birmingham City, Espanyol, Granada, Slavia Praga, Sochaux, Southampton, West Bromwich Albion e Wolverhampton Wanderers.

 

sportwashing calcio e dittature milena gabanelli 4

A completare l’opera ci sono le partecipazioni di minoranza in altre squadre blasonate come Manchester City e Atletico Madrid, gli investimenti negli stadi e le sponsorizzazioni di team europei. Pechino prova a rendere competitivo anche il campionato nazionale facendo sbarcare in Oriente campionissimi come Carlos Tevez e Oscar e offrendo loro cifre stellari (il primo incassa 800 mila euro a settimana, il secondo si accontenta di 430 mila euro).

 

[…]  L’investimento in soft power non dà i frutti sperati e il Partito Comunista cinese fa marcia indietro: il regime ordina lo stop della fuga dei capitali in Paesi stranieri e impone una gigantesca tassa sui trasferimenti dei calciatori. Oggi le spese nella Super League cinese sono una frazione rispetto alle cifre raggiunte pochi anni fa, e solo quattro squadre europee sono rimaste in mani orientali: Inter, Wolverhampton, Espanyol e Granada.

 

I petrodollari degli sceicchi

sportwashing calcio e dittature dataroom 3

Negli anni più recenti gli Stati autoritari che hanno meglio utilizzato lo sportwashing sono Emirati Arabi, Qatar e soprattutto Arabia Saudita. Gli sceicchi dei primi due Paesi possiedono due delle squadre più forti al mondo, il Manchester City e il Paris Saint-Germain.

 

Il Qatar nel 2022 ha organizzato il Mondiale di calcio registrando numeri record di partecipanti e un pubblico televisivo globale che ha superato 1,5 miliardi per la finale. Quel «mondiale» è stato definito «il più grande scandalo di corruzione nella storia dello sport», e nel 2023 la magistratura francese ha emesso un mandato di cattura internazionale per il qatariota Mohamed bin Hammam, ex vicepresidente della Fifa, condannato per aver versato tangenti ai funzionari dell’organizzazione.

 

sportwashing calcio e dittature milena gabanelli 2

L’Arabia Saudita del principe Mohammed bin Salman, accusato di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, rappresenta la vera avanguardia. Secondo un recente report della Ong «Grant Liberty» il PIF, il fondo d’investimento pubblico del Paese, ha investito negli ultimi tre anni 50,7 miliardi di dollari in sportwashing, di cui quasi 5,1 solo nel calcio.

 

Tra le spese più strabilianti l’acquisto della squadra inglese del Newcastle (415 milioni di dollari), le sponsorizzazioni di club (2,3 miliardi) e i contratti per i trasferimenti in squadre arabe di campioni come Cristiano Ronaldo (213 milioni di dollari all’anno), Karim Benzema (107 milioni) e N’Golo Kanté (107 milioni).

 

sportwashing calcio e dittature dataroom 1

L’Arabia ha anche assoldato Lionel Messi per attrarre turismo nel Paese (66 milioni) e sta facendo incetta di grandi eventi. Non solo l’organizzazione di 4 edizioni di Supercoppa italiana fino al 2029 (costo 114 milioni) e 3 di quella spagnola (145 milioni di dollari), ma anche l’ultimo campionato mondiale per club vinto dal Manchester City. Nel 2027 il Paese ospiterà la Coppa d’Asia, nel 2034 l’evento più atteso: i Mondiali.

 

Sullo sfondo resta la situazione interna del Paese: un regime dove nel solo 2023 sono state giustiziate 170 persone, oltre 300 oppositori politici sono rinchiusi nelle carceri. Le dure condanne nei confronti di alcune attiviste come Nourah Al-Qahtani e Fatima Al-Shawarbi dimostrano che le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno.

 

Calcio, affari e valori

sportwashing calcio e dittature milena gabanelli 1

I club italiani ed europei, sempre più a corto di denaro, scelgono di sottoscrivere accordi con le nuove potenze calcistiche e sono disposti a trasferire in Medio Oriente anche partite molto importanti. I tifosi in trasferta se non vogliono noie devono seguire regole imperative: coprirsi completamente il corpo, divieto di esporre striscioni con slogan politici o messaggi di sostegno alle minoranze oppresse.

 

A gennaio il Barcellona, impegnato nella Supercoppa spagnola a Riad, ha pubblicato una guida online in cui raccomandava ai propri connazionali «massima cautela» perché in Arabia Saudita i rapporti omosessuali «possono costituire motivo di sanzione». Solo in rare occasioni c’è chi ha il coraggio di ribellarsi in difesa di valori non negoziabili.

 

Durante i Mondiali in Qatar i calciatori della Germania, nella foto ufficiale del pre-partita con il Giappone, hanno posato con la mano sulla bocca, per protestare contro la decisione della Fifa di vietare la fascia arcobaleno con la scritta «One love». Un ago nel grande pagliaio dell’indifferenza.

sportwashing calcio e dittature dataroom 2sportwashing calcio e dittature milena gabanelli 5

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO