milan brocchi

MILAN IMBROCCHITO - I ROSSONERI SPROFONDANO A VERONA, BROCCHI REPLICA A CHI LO ACCUSA DI FARE LA FORMAZIONE GRADITA A BERLUSCONI: “ATTACCHI PERSONALI CHE MI HANNO FERITO. QUI SI È SPENTA LA LUCE” - E I TIFOSI VOGLIONO IL MIHAJLOVIC BIS....

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1. SPROFONDO BROCCHI

Franco Ordine per “il Giornale”

 

Al peggio non c' è più fine ormai. E il Milan di Brocchi ieri, a Verona, città che evoca fantasmi e sconfitte dolorose, ha toccato il fondo, rimontato dalla squadra di Delneri, ultima in classifica, con merito intendiamoci, ed è stata condannata perciò ad una sconfitta che ha messo a rischio anche il sesto posto e perciò la qualificazione sull' ultimo vagone dell' Europa league. Nonostante Donnarumma, il giovanissimo portiere, protagonista ieri di una striscia di prodezze (nove parate secondo i dati statistici) che ha impedito al Verona di chiudere il pomeriggio con un risultato più rotondo.

BERLUSCONI MILANBERLUSCONI MILAN

 

Occhio alla classifica: il Sassuolo, a un solo punto di distanza, può contare su una migliore differenza negli scontri diretti e a leggere il prossimo ruolino di marcia il team di Di Francesco ha un paio di sfide facili facili (Verona e Frosinone). Ma non è questo il rischio più allarmante. In questo caso bisogna essere perentori oltre che spietati: la pazza idea di sostituire a cinque tappe dal traguardo il tecnico, Mihajlovic cioè, gradito allo spogliatoio, con Brocchi (che non può essere certo considerato un colpevole), alla ricerca di un gioco migliore si è dimostrato un clamoroso azzardo.

 

Perché, dopo una prima prova positiva, la squadra si è dimostrata disorientata, ha perso quelle poche sicurezze accumulate nella gestione precedente. E il progetto, mai pubblicamente ammesso, di puntare su Brocchi anche per il futuro, prim' ancora del passaggio più atteso, cioè la finale di coppa Italia a Roma, ha subito un colpo mortale.

 

BROCCHIBROCCHI

Nelle tre partite della gestione Brocchi, la squadra, pure segnata da molti infortuni e qualche assenza di rilievo (Balotelli, Bonaventura) ha mostrato il passo del gambero. E cioè ha cominciato a fare passi indietro invece che progressi: ha debuttato felicemente contro la Samp, si è inceppata contro il Carpi e ieri a Verona ha toccato il punto più basso. Perché neanche il possesso palla, sbandierato come una sorta di qualità recuperata, è stato utile per ottenere un risultato utile, a dispetto della partenza felice, il gol di Menez (tra i meno peggio della compagnia insieme con Montolivo e Zapata) che ha consentito ai milanisti di sgabbiare per primi.
 

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Nella ripresa è accaduto il disastro. Alle prime difficoltà, il gruppo si è disunito, ha perso distanze e filo del gioco, sul piano fisico si è anche registrato un crollo ammesso dallo stesso Brocchi che si è assunto ogni responsabilità per il ko. Il Verona ha pareggiato i conti su rigore (forse un errore di Dibello, l' arbitro perché Romagnoli, tra i peggiori, è stato spostato da Pisano prima di toccare con la mano la palla) con l' ex Pazzini e sui titoli di coda con Siligardi, un ragazzo di scuola interista, ha trovato su punizione il 2 a 1, strameritato (con record stagionale di tiri effettuati: 28!).

 

BERLUSCONI MIHAJLOVICBERLUSCONI MIHAJLOVIC

Prima di allora solo le imprese plastiche di Donnarumma hanno evitato il tracollo maturato durante il recupero. E Zapata, più Abate, hanno montato una guardia efficace, segno che c' è stato un cedimento strutturale di tutta la squadra. È come insomma che se in un palazzo, per effetto di una scossa tellurica, fossero venuti meno i pilastri portanti. Si è così aperta una voragine, impossibile a quel punto da richiudere.

 

 

 

2. CRISTIAN: «TUTTA COLPA MIA». E SUL WEB RIVOGLIONO MIHA

Da “il Giornale”

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È stato il primo a mostrare il petto dinanzi al plotone d' esecuzione. «Sono io il responsabile» ha esordito così nel pomeriggio che ha trascinato lui e il povero Milan sul bordo del baratro. Cristian Brocchi si è dimostrato uomo vero assumendosi responsabilità che non sono tutte sue.
 

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Una sola stoccata polemica, dopo aver spiegato il tracollo fisico e calcistico, dei suoi. «Ho ricevuto attacchi sul lato umano che mi hanno molto ferito ma li tengo per me» la frase che non ha bisogno di molte spiegazioni. L' accusa, spesso sotterranea, è stata quella di fare la formazione gradita al presidente per via dell' utilizzo di Boateng contro il Carpi, considerata dall' interessato una pugnalata alla schiena. Invece lucida è stata la sua analisi dinanzi alle macerie milaniste di Verona.

 

«Si è spenta la luce e non siamo stati in grado di riaccendere l' interruttore» la metafora giusta per una squadra rimasta al buio. E perciò adesso finita in un vicolo cieco anche perché si è capito che dinanzi alle difficoltà, invece di reagire, di serrare i ranghi, come è successo alle squadre di rango, «si è disunita e ha finito con il non essere più squadra in campo». Senza tacere tra l' altro del crollo fisico che è forse il dato più allarmante del nero pomeriggio veronese.
 

Ma Brocchi è stato risparmiato dalle critiche e dai giudizi velenosi del popolo rossonero che ha puntato tutto sul peccato originale, cioè la sostituzione tardiva a cinque turni dal gong, di Sinisa Mihajlovic. Che in effetti non ha dotato il Milan di un impianto di gioco ma godeva dell' appoggio e del sostegno dello spogliatoio, elemento indispensabile per chiudere la stagione con qualche colpo di reni.

BERLUSCONI MILANBERLUSCONI MILAN

 

Perciò ha preso a circolare sul web il suggerimento di richiamare proprio Sinisa, operazione al momento considerata dai cronisti di casa Milan da scartare perché si è speso il presidente Silvio Berlusconi. Il quale ha fin dal primo momento spiegato di averlo fatto nella speranza di ottenere, nel ridotto tempo a disposizione del tecnico della primavera promosso in prima squadra, un miglioramento stilistico.

 

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Il gioco non è decollato e anche la classifica ha preso a piangere perché nelle tre sfide che venivano considerate utili per spiccare il volo, contro Samp, Carpi e Verona, è arrivata la miseria di 4 punti. Consentendo al Sassuolo di farsi sotto minaccioso.

 

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