ancelotti berlusconi 3

PANCHINE BALLERINE - BERLUSCONI TELEFONA AL “TOTEM” ANCELOTTI PER CONVINCERLO A TORNARE AL MILAN, E CARLETTO CHIEDE LA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO A PEREZ - RAFA BENITEZ VERSO IL REAL - MIHAJLOVIC AL NAPOLI

1. MILAN, LA RICOSTRUZIONE PARLA DA ANCELOTTI

ancelotti berlusconi 3ancelotti berlusconi 3

Monica Colombo per il “Corriere della Sera”

 

Lo aveva licenziato nel maggio di sei anni fa a bordo piscina a Sharm el Sheik mentre conversava con alcuni turisti. «È colpa di Ancelotti se abbiamo perso lo scudetto». Poche ore fa Silvio Berlusconi è ritornato sui propri passi e ha telefonato al tecnico che, dopo l’addio ai rossoneri, ha vinto i campionati in Inghilterra e in Francia prima di sollevare la Decima alla guida del Real Madrid. «Carlo, torni da noi?». Il progetto di ricostruzione del Milan, dopo due stagioni catastrofiche, vorrebbe essere affidato a quell’allenatore che nell’ultimo decennio ha dimostrato di essere uno straordinario gestore di campioni più che un artefice delle ripartenze.

 

ancelotti berlusconiancelotti berlusconi

Comunque, visto che l’avventura di Ancelotti sulla panchina delle merengues è virtualmente conclusa — con la panchina del Real che verrà affidata a Rafa Benitez — due sono le strade che ora può percorrere: l’anno sabbatico o il ritorno a San Siro, trascinato dalla mozione degli affetti. Adriano Galliani ha dato mandato a Ernesto Bronzetti, l’agente che cura gli interessi di Carlo e che è in ottimi rapporti con l’ad rossonero, di convincere il tecnico ad accettare la corte milanista. 
 

ancelotti berlusconi 4ancelotti berlusconi 4

Ieri sera il procuratore ha incontrato Ancelotti (segnalato scuro in volto all’allenamento a Valdebebas e ancora in attesa di una comunicazione da parte di Florentino Perez) a cui ha prospettato la volontà del club di Berlusconi di rifondare la squadra con una grande campagna acquisti.

 

Il Manchester City non è più un’ipotesi visto che è idea degli inglesi di aspettare nel 2016 Guardiola (che per il momento resta al Bayern). Oggi perciò Bronzetti incontrerà il presidente madridista per arrivare a una risoluzione consensuale del contratto: Carlo intascherebbe sei mesi di stipendio (3,5 milioni di euro) e sarebbe libero di ascoltare una nuova proposta.

 

ancelotti berlusconi 1ancelotti berlusconi 1

allegri e ancelotti.allegri e ancelotti.

Quindi Galliani, a Liga conclusa (domani il congedo dal Bernabeu con la sfida al Getafe), è pronto a volare a Madrid presentandogli l’offerta rossonera (sia Bartomeu che Braida hanno smentito di essere interessati ad Ancelotti: «Sono convinto che Luis Enrique continui, ha un altro anno di contratto» ha dichiarato il presidente del Barcellona) . 
 

E se Benitez è il successore di Carletto, Mihajlovic è in pole per guidare il Napoli (che ha beffato Roma e Inter: ha trovato l’accordo triennale con Pepe Reina che guadagnerà 3 milioni a stagione). La Juve dopo il doblete non si ferma.

 

Sta seguendo con grande attenzione Edinson Cavani: dopo l’incontro di mercoledì, è in agenda un nuovo vertice settimana prossima per stringere un’intesa sull’ingaggio (7 milioni) e sulla durata del contratto. Poi Marotta proverà ad allacciare i colloqui con il Psg (che due anni fa sborsò 64 milioni di euro per l’uruguaiano). I costi sono proibitivi ma la Juve vigila. 
 

rafa benitezrafa benitez

Con Pirlo in possibile uscita in estate e con Pogba, il cui destino resta in bilico, per il centrocampo i bianconeri seguono Khedira e Nainggolan. Il tedesco del Real Madrid (discorsi già avviati), in scadenza di contratto è in netto vantaggio sul belga, in comproprietà fra Cagliari e Roma. L’Inter (che ha già trovato l’accordo con Tourè: triennale a 4 milioni) aspetta la prossima settimana, a Premier terminata, per trattare con il Manchester City. Non sarà facile ma i nerazzurri sperano. Alvarez, ora che il Sunderland è salvo, sarà riscattato a 11 milioni . 
 

MIHAJLOVICMIHAJLOVIC

 

2. MILAN COME INTER - IL TOTEM PIU’ FORTE DEL RISCHIO BIS

Arianna Ravelli per il “Corriere della Sera”

 

berlusconi con la figlia barbara e galliani allo stadio per milan juventusberlusconi con la figlia barbara e galliani allo stadio per milan juventus

ANCELOTTIANCELOTTI

Totem e tabù. Comunque vada a finire, quello che è partito come un sogno e con il passare dei giorni si sta tramutando in un’ipotesi di lavoro concreta — ovvero il ritorno di Carlo Ancelotti al Milan — dice molto della strategia del club rossonero.

 

Che poi assomiglia molto a quella scelta dall’Inter, quando ha puntato su Roberto Mancini: un allenatore totem in panchina, quindi uno che — secondo definizione — ha un «significato simbolico per un clan o tribù, al quale ci si sente legati tutta la vita» (cfr. Adriano Galliani: «Con Carlo mi sento sempre»). Davanti al totem il delusissimo mondo Milan (almeno nella sua grande maggioranza) non può opporre grosse obiezioni; 
 

il totem funge da scudo di fronte ai pericoli (chiunque altro, al posto di Mancini, avrebbe vissuto mesi peggiori). Al totem la società consegna, chiavi in mano, la ricostruzione del futuro e, forse, della propria identità. L’Inter che nella ricostruzione è più avanti — ha già metabolizzato (pur con molte difficoltà) un cambio di proprietà — ora va in cerca di giocatori di qualità: anche questo può funzionare da stimolo.

carlo ancelotti panchina milan lapcarlo ancelotti panchina milan lap

 

Così Silvio Berlusconi ha deciso di cambiare strategia: basta discepoli (Seedorf, Inzaghi), avanti con il Maestro. Basta risparmiare sui giocatori, perché se poi si manca l’Europa, non è un vero risparmio. E quindi il presidente, anche senza nuovi soci, intende onorare il totem con qualche pezzo buono (si dice quattro innesti di livello: un difensore, due centrocampisti e un attaccante), a prezzo di un sacrificio (economico).

 

SACCHI BERLUSCONI SACCHI BERLUSCONI

Naturalmente il Carlo II fa anche venire alla memoria Arrigo Sacchi e Fabio Capello, i cui ritorni (‘96-’97, arrivo in corsa e 11° posto e ‘97-’98, 10° posto) si sono rivelate infelici appendici alle trionfali esperienze precedenti. È il sugo del ritorno, per sua natura ad altissimo rischio di delusione. Ma chissà che Ancelotti non infranga anche questo tabù. 

 

 

fabio capellofabio capelloCARLO ANCELOTTI DA FABIO FAZIO CARLO ANCELOTTI DA FABIO FAZIO

berlusconi con la figlia barbara e galliani allo stadio per milan juventus berlusconi con la figlia barbara e galliani allo stadio per milan juventus

ancelotti carloancelotti carloCarlo AncelottiCarlo AncelottiANCELOTTI ANCELOTTI

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?