sarri

“E SE SARRI DIVENTASSE IL VENTURA DELLA JUVENTUS?” - PAOLO ZILIANI INFILA LA PENNA NEI DOLORI DELL’ALLENATORE: “I GIOCATORI CHE DANNO VITA AD ANIMATE DISCUSSIONI, LA SQUADRA SPEDISCE CHIELLINI E BUFFON A CENA CON PARATICI PER NOTIFICARE AL CLUB IL RAPPORTO INSTABILE CON IL TECNICO, BUFFON CHE PASSA IL TEMPO A DARE INDICAZIONI AI COMPAGNI CON SARRI CHE LO GUARDA STRANITO, LE CONTINUE CONCESSIONI DI SARRI A CR7 E DE LIGT…”

Paolo Ziliani per il “Fatto quotidiano”

 

PAOLO ZILIANI

E se Sarri diventasse il Ventura della Juventus? Il sospetto, a nove mesi dalla sua presentazione alla sala "Gianni e Umberto Agnelli" dell' Allianz, incomincia a serpeggiare. Voi direte: ma Ventura ha portato l' Italia al naufragio che tutti ricordiamo mentre Sarri è primo in campionato, è in corsa in Champions League e ha un piede in finale di Coppa Italia. Verissimo. E però alcune somiglianze tra i due percorsi sono sinistre. Come i capannelli di giocatori juventini che al termine di Verona-Juve 2-1, dieci giorni fa, si sono fermati in campo dando vita ad animate discussioni prima di sciogliere l' adunata e raggiungere il tecnico nello spogliatoio.

 

Come la squadra che spedisce Chiellini e Buffon a una cena con Paratici per notificare al club lo stato dell' arte del rapporto, instabile, con l' ex guida di Chelsea e Napoli. Come Bonucci che ai continui richiami di Sarri gli si rivolta contro urlando: "Stai calmo. Sappiamo cosa dobbiamo fare"; lo stesso Bonucci che non esitò a rincorrere Allegri negli spogliatoi, tre anni fa, per dar vita a uno scontro quasi trasceso alle mani.

LA CENA TRA ANDREA AGNELLI E MAURIZIO SARRI

 

Ebbene, ricordate Ventura? Dopo il deludente 1-1 con la Macedonia a Torino, con l' Italia smarrita e in piena implosione, alla ripresa degli allenamenti al Filadelfia gli azzurri indirono una riunione chiedendo al c.t., ormai spossessato del suo ruolo, di non parteciparvi.

 

E vane furono le insistenze di Ventura affinché Buffon, come capitano, si presentasse ai media per smentire le voci di una nazionale che aveva deciso di passare all'autogestione. Lo stesso Buffon che oggi, panchinaro alla Juve, passa metà del tempo in piedi a dare indicazioni ai compagni, con Sarri che lo guarda stranito come Seedorf guardava il vice Tassotti al Milan. Gelido.

 

andrea agnelli sarri

Le continue concessioni di Sarri a CR7 , gli elogi sperticati ("Se penso che c'è qualcuno che ha vinto più Palloni d'Oro di Cristiano mi girano le scatole": riferito a Messi, nientemeno) e la marcia indietro ingranata dopo averlo tolto dal campo a Mosca e poi a San Siro col Milan (con Ronaldo che se ne va dallo stadio prima della fine del match in spregio ai compagni), hanno minato la stima dello spogliatoio: e Dybala e Higuain non hanno mancato di evidenziarlo in più di un'occasione al momento di uscire dal campo.

 

Poi c'è De Ligt. Che guadagna, Ronaldo escluso, più di tutti, più di Dybala e Higuain, quasi il doppio di Pjanic, Douglas Costa, Khedira, Bonucci, e che senza gli infortuni di Chiellini e Demiral sarebbe oggi il quarto difensore bianconero, riserva di Chiellini e Bonucci e persino di Demiral, che ormai lo aveva scalzato al 3° posto della gerarchia.

 

MAURIZIO SARRI

Un disastro alle sue prime apparizioni, ora Sarri, obbedendo agli input societari (come già per CR7), dovendo per forza avvalersene per via dell' indisponibilità di Chiellini e Demiral, ha spintonato Bonucci a sinistra mettendo lui a destra, la posizione che occupava nell'Ajax a fianco di Blind. De Ligt è un capitale (sic), lo pagano come fosse Pelè, gli altri sono più bravi eppure devono farsi da parte e fargli da balia per sventarne gli svarioni. Ma lo spogliatoio vede. E giudica. E agisce di conseguenza, magari giocando partite senz'anima, pur senza l' intenzione cosciente di voler figurare male. Ma l'autorità, e l'autorevolezza, nel calcio hanno ancora il loro peso. Ventura le aveva perse. Sarri quasi.

dybala sarridybala sarricr7 sarridybala sarri

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?