LA DOMENICA (PERFETTA) DEL SIGNOR ROSSI – PEPITO SHOW CONTRO LA JUVE: SI FA MALE, RISCHIA DI ESSERE SOSTITUITO POI SEGNA 3 GOL E RIBALTA LA PARTITA – I VIOLA E PRANDELLI (RI)TROVANO UN CAMPIONE…

Alessandro Bocci per "Il Corriere della Sera"

Al primo scatto si ferma e tradito da una smorfia guarda verso la panchina. Lo stadio trattiene il fiato: cosa è successo a Pepito Rossi? Comincia così il giorno più bello da quando è tornato in Italia, da quando è tornato a vivere, dopo due infortuni ai legamenti dello stesso ginocchio (il destro) e tre operazioni. Il calcio è strano, miracoloso o terribile, a seconda dei punti di vista. Firenze si gode una rimonta che resterà nella storia, quattro gol alla Juventus nel giro di quindici minuti, dal 21' al 36' della ripresa di una partita che sembra segnata.

«Una domenica perfetta, la più bella da quando sono qui» dice Vincenzo Montella, anche lui un po' frastornato. La domenica del signor Rossi. Non uno qualunque. Pepito è il nuovo re del campo di Marte. I tifosi lo chiamano fenomeno, come prima di lui Roberto Baggio e Adrian Mutu. Ma nessuno nel dopoguerra, neppure loro, erano riusciti a segnare tre reti alla Juve nello stesso giorno, per giunta sotto la curva Fiesole, nello spazio ristretto di un quarto d'ora.

Soprattutto da infortunato, dopo che per tutto il primo tempo viene inghiottito dai difensori della Juve e accompagnato dal fantasma del giovane Matos, che si sta riscaldando a pochi metri da lui. Montella preoccupato gli chiede: «Ma ce la fai». E lui, Rossi, che fa finta di niente. Si vuole ribellare alla sfortuna. Sente che è il giorno giusto. Quello della definitiva rinascita.

La schiena, dunque. Ripartiamo da qui. L'americanino di Teaneck, nel New Jersey, si blocca dopo ottanta secondi. Esce per farsi manipolare mentre il suo allenatore guarda la scena preoccupato. Sono attimi, ma durano un'infinità. Alla fine è lo stesso Montella a rivelare: «Non so quante volte ho pensato di sostituirlo. Poi non l'ho fatto perché mi sono detto che uno con le sue qualità può sempre trovare la giocata giusta». Rossi di giocate ne trova addirittura tre per infliggere alla Juventus la prima sconfitta della stagione e per regalare alla Fiorentina la prima vittoria dell'era Della Valle contro i bianconeri. In assoluto non succedeva dal 13 dicembre '98: 1-0 rete di Batistuta.

L'attesa è stata lunga, ma ripagata con gli interessi. Da 0-2 a 4-2 nel segno di Pepito. Nove reti in stagione, otto reti in campionato (nuovo capocannoniere), una ogni 70 minuti. Ma cosa sarebbe successo se Montella lo avesse richiamato in panchina? Nessuno ora vuole pensarci. E in fondo uno che ha rischiato la carriera può fermarsi di fronte ad un semplice mal di schiena? «L'ultima volta che gli ho chiesto se voleva uscire è stato alla fine del primo tempo - racconta ancora l'allenatore - .Come ti senti? E lui: bene mister.

Così gli ho detto: allora devi fare di più». Si perché per un'ora Rossi è il peggiore in campo: non vince un contrasto, non salta un avversario, non riesce mai a favorire l'inserimento dei centrocampisti. Ma, come dice Vincenzino, «il calcio è meraviglioso perché può cambiare in un istante gli equilibri di una partita».

La Fiorentina sembra condannata all'inferno e invece va dritta in paradiso. Rossi segna da tutte le posizioni e ogni volta guarda al cielo, pensando a suo padre Fernando che non c'è più e che sarebbe tanto orgoglioso del suo ragazzo. Pepito ce l'ha fatta. Si allarga anche il cuore di Prandelli, che può contare su di lui per il Brasile. L'altra faccia di Balotelli. Poche parole e sempre quelle giuste: «Ho segnato tre reti molto più importanti per la squadra che per me.

Dopo l'uno-due della Juve avevamo un po' di paura e Montella nello spogliatoio ci ha dato la carica. Credo che nel secondo tempo la Fiorentina sia riuscita a giocare una partita incredibile, con la voglia di non arrendersi e di rimontare. Abbiamo avuto un grande cuore». Tutto qui.

Non è tipo da proclami, Rossi, né da tweet esagerati. Negli spogliatoi viene festeggiato dai compagni e dai fratelli Della Valle, che sono al settimo cielo. «Una giornata storica» dice Diego dopo aver stretto la mano al piccolo campione. Il fratello Andrea è stravolto e ironizza: «Loro ci hanno dato due mitragliate (in riferimento ai festeggiamenti di Tevez e Pogba), noi abbiamo risposto con quattro fucilate». Fuori dallo stadio è il delirio. Rossi resta nell'ombra. E già pensa alla prossima battaglia, giovedì in Europa League contro i romeni del Pandurii, sperando che la schiena gli dia tregua. L'antieroe è tornato. Per Firenze e per la nazionale.

 

PEPITO ROSSIPEPITO ROSSIVincenzo Montellamontella vincenzo01VINCENZO MONTELLA E RACHELE DI FIOREroberto baggiobatistutaRENZI E DELLA VALLE RENZI E I FRATELLI DELLA VALLE ALLO STADIO FOTO LAPRESSE RENZI E I FRATELLI DELLA VALLE ALLO STADIO FOTO LAPRESSE

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