pogba

POG-BARÇA? NO SE PUEDE - LA JUVE RESPINGE L’OFFERTONA DI 80 MILIONI DEL BARCELLONA PER POGBA - L’AD BIANCONERO MAROTTA: “NON È IN VENDITA” - ASTA PER IL FRANCESE: LO VOGLIONO ANCHE CITY, REAL E PSG

FINALE DI CHAMPIONS - BARCELLONA JUVENTUS FINALE DI CHAMPIONS - BARCELLONA JUVENTUS

Massimiliano Nerozzi per “la Stampa”

 

A volte le foto diventano manifesti. C’è quello elettorale, del Barcellona: un bello scatto, con i dirigenti blaugrana e quelli bianconeri, tutti sorridenti, in un ristorante di Milano, a trattare Paul Pogba. E c’è quello programmatico, della Juve, che ieri ha lanciato la nuova maglia per la prossima stagione: tra chi la indossa e, si deduce, l’indosserà, c’è il centrocampista francese.

 

Se è vero che un’immagine vale più di mille parole, stavolta qualcuna bisogna però aggiungerla. Per la prima volta, il Barcellona ha messo su un tavolo (da pranzo) 80 milioni di euro per Pogba, la Juve s’è detta lusingata e poi ha risposto: «No, grazie». Però ci siamo appuntati il vostro nome.

 

Campagna elettorale
Da Barcellona erano atterrati Albert Soler, direttore sportivo, e Ariedo Braida, consulente per il mercato estero, per un incontro tra la rappresentanza e la sostanza. Prima di tutto, l’attuale dirigenza blaugrana, con al vertice Jordi Bertomeu, doveva farsi vedere attiva, almeno al pari delle dichiarazioni (elettorali pure quelle) di Juan Laporta, l’altro candidato alla presidenza. 

 

SOLER BRAIDA MAROTTA PARATICISOLER BRAIDA MAROTTA PARATICI

Guarda caso, giusto il tempo del caffè, e la foto è finita on line sul «Mundo Deportivo» (di Barcellona). Braida, Soler, l’ad juventino Beppe Marotta e il ds Fabio Paratici: tutti con i sorrisoni, come a un qualsiasi G8, dove si discute tanto e si decide pochissimo. Non proprio uno scatto rubato.

 

Sempre da casa Barça, erano filtrate anche alcune ricostruzioni: i catalani avevano ribadito l’interesse per Pogba e strappato la promessa della società bianconera a non venderlo durante questo mercato estivo. Perché poi, nel 2016, quando le sanzioni della Fifa avranno riaperto le casse del club, il Barcellona si comprerà Pogba. La Juve ha proposto un’altra didascalia: «Ci hanno offerto 80 milioni, e noi abbiamo rifiutato. Il giocatore non è in vendita». Che nel calcio, dove tutti hanno un cartellino, può anche voler dire, che quello non è il prezzo giusto.

 

FINALE DI CHAMPIONS - BARCELLONA JUVENTUS FINALE DI CHAMPIONS - BARCELLONA JUVENTUS

Chi offre di più?
Finora, all’asta, si sono ufficialmente iscritti Barcellona e Manchester City: ufficialmente, nel senso che un’offerta l’hanno formulata, chiaramente. Entrambi sono arrivati a 80 milioni: il Barcellona già un paio di mesi fa, aveva manifestato le sue intenzioni, e subito dopo era arrivata la chiamata dall’Inghilterra. Uguale era stata la risposta di Marotta: «Non trattiamo». Avance sono arrivati anche da Real Madrid e Psg, ma mai un’ufficiale offerta. 

 

Se non altro, l’asta sta arrivando a stabilire qual è il prezzo di Pogba, almeno secondo la Juve: più di 80 milioni. Oltre al club, bisognerà trattare pure con il giocatore, ovvero con Mino Raiola, agente suo e di altre star, specializzato in traslochi milionari.

 

Al momento, la richiesta di stipendio balla attorno ai 10 milioni di euro a stagione, oltre il doppio delle busta paga attualmente recepita dalla Juve. Finora però, Pogba, o Raiola, non hanno detto alcunché. Anzi, hanno sottolineato che Paul sta bene alla Juve. Che neppure ha bisogno di venderlo.

 

Mino RaiolaMino Raiola

Psg senza limiti di spesa
Mentre il Barcellona era a pranzo con la Juve, anche il Psg aveva il suo bel tavolo: quello dell’organismo di vigilanza finanziaria della Uefa, che ha deciso di revocare le sanzioni contro la società parigina, a suo tempo decise per violazione del Fair play finanziario.

 

In sostanza, adesso il club con i soldi del Qatar potrà operare senza limitazioni sul mercato: niente tetto di 60 milioni di euro per le transazioni dello shopping, e nessun limite di 21 giocatori per la rosa di Champions League. Del resto, lo sceicco già cenò con Pogba, a Montecarlo: senza foto, come una vera trattativa.

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