barcellona roma

POKER BARCELLONA, LA ROMA SI ARRENDE - MESSI E COMPAGNI IPOTECANO LA SEMIFINALE - 2 AUTORETI DI DE ROSSI E MANOLAS SPIANANO LA STRADA AI CATALANI - A SEGNO ANCHE PIQUE', DZEKO E SUAREZ - NEGATI DUE RIGORI AI GIALLOROSSI, DI FRANCESCO: "LORO AIUTATI DALL'ARBITRO MA ANCHE DA NOI" - NOTTE PAZZESCA AD ANFIELD: IL LIVERPOOL DEMOLISCE GUARDIOLA: 3-0! - VIDEO

 

 

 

 

 

Andrea Pugliese per gazzetta.it

pique'2

 

Per un tempo la Roma ha sognato di poter arrivare all’Olimpico con il discorso qualificazione ancora aperto. Poi il Barcellona si è sciolto, sfruttando gli errori giallorossi e ipotecando di fatto la semifinale. Il 4-1 finale non lascia molto spazio alle speranze giallorosse, anche se poi nel ritorno i giallorossi hanno l’obbligo di provarci lo stesso. Per i giallorossi un po’ di sfortuna (due autoreti) e il rammarico per un rigore non dato ad inizio gara, sullo 0-0. Per i catalani, invece, una vittoria meno brillante di quanto dica il punteggio, davanti a oltre 90mila persone che hanno spesso protestato per la mancata indipendenza della Catalonga (il grido “Libertat” urlato a più riprese e quei palloncini gialli in campo dopo 20’ di gioco che hanno costretto l’arbitro a sospendere la gara per un paio di minuti). Messi? Ci ha provato spesso a fare gol per rispondere a distanza a Cristiano Ronaldo, anche se a volte si è intestardito troppo.

 

dzeko 1

MOSSA E CONTROMOSSA — E’ la partita dei terzini, dunque. Almeno sulla carta, almeno dal via, visto che Valverde avanza a centrocampo Sergi Roberto (per Dembelé) e mette dentro Semedo, mentre dall’altra parte Di Francesco risponde con Florenzi alto e Bruno Peres terzino destro. Il tecnico giallorosso così cerca maggiore corsa e dinamismo sulla catena di destra, vista anche l’assenza da quella parte di Nainggolan (dentro Pellegrini) come mezzala di riferimento. Tanto che poi, di fatto, il 4-3-3 di base diventa un 4-1-4-1, con De Rossi a schermare davanti alla difesa e Florenzi e Perotti ad allungare la linea di centrocampo. Il sistema funziona a lungo, perché la Roma tiene bene il campo, a tratti anche con buona personalità. Dall’altra parte, invece, Semedo è più bravo ad offendere che a difendere e Messi si intestardisce troppo nel volerla risolvere da solo. Così la partita si apre con un paio di verticalizzazioni pericolose del Barcellona fermate per fuorigioco (sbagliato quello su Messi, giusto quello su Suarez) e potrebbe cambiare volto subito, al 9’, quando Pellegrini pesca bene in area Dzeko, con Semedo che per evitare che il bosniaco calci non può che metterlo giù con una spinta da dietro. Era rigore, ma non per Makkelie. Scampato il pericolo il Barça riprende allora a fare la partita, anche se non con la sua brillantezza usuale.

suarez

 

La giocata è spesso quella a cercare Iniesta alle spalle di Peres (dignitosa la sua gara), anche se poi il pericolo al 18’ arriva su un pasticcio giallorosso in area, con Rakitic che trova un pallone inaspettato e calcia di interno a girare, ma il palo gli dice di no. E’ il momento migliore dei padroni di casa, che vanno vicini al gol ancora con Sergi Roberto (20’, arriva di un soffio tardi sugli sviluppi della parata di Alisson) e Iniesta (31’, tiro da fuori alto). A forza di abbassarsi, però, la Roma alla fine capitola, anche se sfortunatamente: combinazione nello stretto Messi-Iniesta, con De Rossi che per evitare il pallone di ritorno all’argentino devia in scivolata alle spalle di Alisson. Poi le proteste: prima quella del Barcellona per un presunto contrasto in area tra Manolas e Messi, poi quella giallorossa per il fallo di Umtiti su Pellegrini, che però sembra leggermente fuori l’area.

 

di francesco 7

TRA ERRORI E SPERANZE — A inizio ripresa la partita potrebbe girare subito, con Florenzi che dopo venti secondi di gioco pennella un traversone perfetto per Perotti, che di testa schiaccia male da ottima posizione sul lato opposto. La Roma, di fatto, finisce qui, perché poi il Barcellona chiude la pratica in quattro minuti, dal 10’ al 14: prima Manolas è sfortunato in anticipo su Umtiti (palla prima sul palo, poi ribattuta in rete), poi è Piqué a ribadire in rete da due passi la parata di Alisson su Suarez. Sul 3-0 non c’è più partita, la Roma ha perso l’inerzia e i blaugrana trovano spazi per affondare. Rakitic non sbaglia un pallone che sia uno, Jordi Alba inizia ad accelerare a sinistra e Semedo difende meglio che nel primo tempo.

 

Paradossalmente, però, ad andare vicino al gol che darebbe un po’ di speranza è la Roma, ma Ter Stegen dice due volte di no: al 33’ su Defrel (rimediando ad un suo errore in disimpegno), un minuto dopo su Perotti da fuori. Il gol giallorosso però è nell’aria e arriva al 35’, con Dzeko bravo a difendere in area l’assist di Perotti ed a bruciare di sinistro il portiere tedesco. La speranza di poter giocare un ritorno con il sogno della remuntada dura però poco, perché al 42’ uno stop di Gonalons in area diventa l’assist per il 4-1 di Suarez. L’ultimo brivido è un punizione alta di un soffio di Kolarov, poi finisce così. Nel ritorno la Roma ha comunque l’obbligo di provarci, anche se le speranze sono davvero ridotte al lumicino.

 

 

 

2. IMPRESA LIVERPOOL

liverpool city immagini

Da gazzetta.it

 

Ad Anfield il Liverpool batte il Manchester City per 3-0. Tutti i gol arrivano durante la prima mezzora di gioco: vanno a segno Salah, Oxlade-Chamberlain e Manè. Nel secondo tempo il City cerca di riaprire la gara, ma la pressione dei ragazzi di Guardiola non porta alcun frutto. Ritorno martedì prossimo all'Etihad Stadium: per i Citizens sarà durissima.

pique'

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…