funerale funerali sinisa mihajlovic

"E SE TIRA SINISA E’ GOL" – L’ULTIMO SALUTO A MIHAJLOVIC TRA I CORI DEI TIFOSI, LE LACRIME DI STANKOVIC E L’OMELIA DEL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI ARCIVESCOVO DI BOLOGNA – “IL GUERRIERO HA VINTO CON LA DOLCEZZA DELLA FRAGILITÀ. LA FRAGILITÀ È UNA PORTA, NON UN MURO. VOGLIO DIRE A TUTTE LE PERSONE DI NON ABBATTERSI. GRAZIE SINISA”- IL CT MANCINI: "È STATO UN ONORE, UN PRIVILEGIO AVERLO COME AMICO" – AI FUNERALI ANCHE LOTITO E TUTTA LA LAZIO, DE ROSSI E TOTTI, ABODI E MALAGO’, CAIRO E FERRERO, MORANDI E VACCHI – VIDEO

 

 

 

Emanuele Zotti per gazzetta.it

 

la moglie arianna e la figlia

Roma si ferma per l’ultimo saluto a Sinisa Mihajlovic. L’orario dei funerali era fissato alle 11.30, ma già alle 10 oltre duemila persone erano radunate all’esterno della basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Tifosi presenti: tantissimi laziali ma anche bolognesi, milanisti, interisti, sampdoriani e della Stella Rossa. Il feretro ha lasciato il Campidoglio intorno alle 9.40 e ha raggiunto piazza della Repubblica – parzialmente chiusa al traffico per l’occasione – alle 10.15, seguito dalla famiglia Mihajlovic. La folla ha accolto l’arrivo con un lungo applauso.

immobile totti de rossi

 

Una delegazione del Bologna – composta dal gruppo della prima squadra, Primavera e dirigenza – ha raggiunto la basilica. Presenti anche Angelo Peruzzi e Fabio Liverani. E poi sono arrivati i giocatori e la dirigenza della Lazio. Presenti anche il ministro dello Sport Andrea Abodi e quello dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, il ct Mancini, Stefano Fiore, Vincenzo Montella e Massimo Ferrero, Giovanni Malagò, il presidente del Torino Urbano Cairo e il sindaco di Roma a Roberto Gualtieri.

 

malago

Presenti anche Salsano Lombardo, Marchegiani, Iachini, Sereni, Orsi, Juric, Branca, Montella, De Sanctis, Peruzzi e Luca Cordero di Montezemolo e tanti altri. All’interno della basilica ci sono anche Gianluca Vacchi e Paolo Brosio. Presente anche una delegazione della Stella Rossa. Ci sono anche Gigio Donnarumma, Francesco Totti e Daniele De Rossi: Totti praticamente camuffato con cappuccio e felpa, De Rossi ha infilato l'ingresso laterale. I due hanno preferito rimanere fuori dalla zona riservata ad autorità e familiari e sono in piedi vicino ad Angelo Di Livio. Ci sono anche Stankovic, Jugovic, Franco Baresi, Gianni Morandi e Serse Cosmi. Sono entrati nella basilica, tra gli altri, anche l'ex portiere della Lazio Luca Marchegiani e Bruno Conti. A fare l'ingresso in chiesa per i funerali di Sinisa Mihajlovic anche l'aquila Olimpia, simbolo della Lazio, che è stata poi fatta uscire pochi minuti dopo.

 

L'OMELIA—   Durante il funerale - celebrato dal cardinale Matteo Maria Zuppi arcivescovo di Bologna - è stata letta la lettera di San Paolo agli Efesini. "Con tante domande accompagniamo in quest'ultimo tratto Sinisa... - ha detto il card .Zuppi durante l'omelia - togliamo tante pietre dal nostro cuore come ha detto Sinisa. Ci stringiamo fra noi, anche fisicamente, e quanto fa bene...". E ha poi aggiunto: "Oggi sentiamo l'ingiustizia, nei nostri pensieri ci aiuta il Natale, Dio nasce per amore e accetta anche la morte per rinascere in cielo... Dio vuole che la morte, che è sempre ingiusta, non sia la fine ma la nascita. La malattia ci fa pellegrini alla scoperta di sé, Sinisa fece questa esperienza anche durante la guerra, che aveva un solo colore, il rosso del sangue, e aveva ragione.

mancini

 

Grande è chi aiuta e ama la sua squadra, chi valorizza il talento, chi crede in lui quando non è nessuno, Sinisa lo ha fatto. Contro il vero grande nemico disonesto che è il male, è questa la squadra che serve. La famiglia di Sinisa era la sua squadra del cuore, amato fino alla fine. La sua squadra del cuore ha giocato come voleva lui, poche ore prima in clinica Arianna giocava con Violante e mi ha commosso. Per quella squadra dava tutto. È rimasto lo stesso: ruvido, schietto, generoso. E allo stesso tempo dolce e tenero.

 

claudio lotito

La sua autenticità spesso lo ha portato al limite. A Medjugorje disse: ho cominciato a piangere, come un bambino, non riuscivo a trattenermi e mi sono sentito più forte e più uomo quel giorno che in tutta la mia vita. Su quella panchina mi sono ripulito, ho iniziato a pregare e da lì l'ho fatto sempre. Non per dire voglio, ma grazie. Mi sono sentito appagato e puro, come un bambino appena nato. Le fragilità non sono ostacoli ma opportunità. Sinisa non scappava, l'ha affrontato con coraggio e credo che ha dato tanto coraggio parlandone, piangendo davanti agli altri, condividendo il passaggio verso la fragilità.

 

Il guerriero ha vinto con la dolcezza della fragilità. La fragilità è una porta, non un muro. Voglio dire a tutte le persone di non abbattersi. Grazie Sinisa. Il fischio finale per ogni credente è che con la morte di apre il secondo tempo della vita, spero tu stia bene. Oggi Sinisa è libero con te". Toccante discorso anche da parte di Vincenzo Cantatore, ex pugile con un passato nello staff tecnico del Bologna nel 2019: "Sinisa è stato semplicemente un guerriero".

 

cairo

L'USCITA—   Le esequie si sono concluse dopo circa un'ora e le persone hanno iniziato ad uscire dalla basilica: senza parlare, sono andati via il numero uno della Figc Gravina, il presidente del Coni Malagò, il ministro dello Sport Abodi. Esce il feretro tra gli applausi della gente, sorretto da Mancini, Lombardo, Stankovic e Cantatore. Escono Totti e De Rossi. Poi i cori e i fumogeni dei tifosi mentre l'auto si allontana dalla basilica, diretta al Verano, seguita dalla famiglia. I tifosi di Lazio Bologna e Torino hanno acceso fumogeni, intonando lo storico coro “E se tira Sinisa… è gol!”.

 

morandi

LE PAROLE—   "È stato un onore, un privilegio averlo come amico" sono le parole del c.t. della Nazionale Mancini. E Urbano Cairo l'ha ricordato così: "Era un grande amico, una persona a cui ero molto legato. Era molto simpatico. Lanciava i giovani e li sosteneva in maniera incredibile: metteva in campo un giovane e il giovane faceva bene perché aveva la sua grande fiducia. Era legatissimo alla famiglia, era un tutt’uno, ho letto che voleva diventare vecchio con barba bianca e circondato da nipoti, non ce l’ha fatta, ma resta nel cuore di tutti: una persona speciale. Con lui c’era una grande simpatia, quando lo esonerai non era contento, l’anno dopo vinsero e mi dissero che lui mi stava cercando. Quando si è ammalato l’ho chiamato e da lì in poi è stato come se non si fosse interrotto nulla. Un uomo di grande cuore e grande bontà con il quale c’era un’intesa immediata". Queste le parole di Igli Tare, ds della Lazio: "Ha dato tantissimo al calcio, lo ricordo con grande rispetto come un grande giocatore e un grande uomo".

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