antonio conte aurelio de laurentiis

IL SEGRETO DI UN TRIONFO: CONTE E DE LAURENTIIS NON SI SONO AMATI MA HANNO FATTO SQUADRA – CROSETTI: “HANNO SMENTITO LA PIÙ FACILE DELLE PREVISIONI: I DUE ANTIPATICI, EGOCENTRICI E AUTORIFERITI, INCAPACI DI SOPPORTARE UN’OMBRA ALTRUI PIÙ LUNGA DELLA PROPRIA, INVECE DI MANDARSI A QUEL PAESE SI SONO MORSICATI LA LINGUA E SI SONO PRESI LO SCUDETTO. FORSE, PERÒ, NON SONO COSÌ DIVERSI NEL METODO, SE PURE LO SONO NEL MERITO. ANTONIO È IL CARISMATICO CHE MARTELLA E SCUDISCIA, AURELIO L’ISTRIONICO CHE CALCOLA E INTUISCE. SONO DUE SECCHIONI. PARLANO, A VOLTE RECITANO E PROVOCANO, MA SGOBBANO E PORTANO A CASA IL PANE. NESSUNO HA RESISTITO CON LORO PIÙ DI QUATTRO ANNI, MOLTI NON ARRIVANO A DUE, TEMPO MASSIMO DELLA SOPPORTAZIONE: MANDANO VIA O SE NE VANNO. ED È DIFFICILE RISOLVERE L’ANNOSO ENIGMA. DI CHI È IL MERITO DEI SUCCESSI?” - VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Maurizio Crosetti per “la Repubblica”

 

de laurentiis conte

[…] Antonio & Aurelio si sono parlati eccome, direttamente e per interposte interviste, e alla fine è accaduto l’imprevedibile: quei due non solo si sono sopportati, ma hanno pure vinto. E pazienza se l’ultimo abbraccio nella notte della festa è stato povero, gelido, quasi di circostanza, messaggero di tutto l’imbarazzo che regna tra i due. «Ma no, abbiamo un ottimo rapporto, anche con la sua famiglia, siamo due vincenti anche se in modo diverso. Diciamo che abbiamo imparato a conoscerci», ha detto poi Conte, senza mica aggiungere che resterà, anzi.

 

De Laurentiis non tratterrà nessuno: «Chapeau a Conte, ce l’ha fatta. Il futuro? Mai dire mai. Gli allenatori hanno la loro personalità, non bisogna obbligare nessuno, anche quando ci sono i contratti. Se lui vuole mettersi a disposizione in modo straordinario come quest’anno, allora welcome. Napoli merita rispetto».

 

AURELIO DE LAURENTIIS E ANTONIO CONTE DOPO LA VITTORIA DEL QUARTO SCUDETTO DEL NAPOLI

[…] allenatore e presidente hanno smentito la più facile delle previsioni: i due antipatici, egocentrici e autoriferiti, incapaci di sopportare un’ombra altrui più lunga della propria, invece di mandarsi a quel paese si sono morsicati la lingua e si sono presi lo scudetto.

Il secondo in tre anni, per il cineproduttore. Eppure, la strana coppia era partita malissimo. Prima di campionato a Verona: senza neppure attendere il fischio d’inizio, Conte molla tremendi ceffoni preventivi al Napoli. «Mi aspettavo una situazione migliore di quella che ho trovato, se non è il punto zero ci siamo molto vicini».

 

La demolizione apparente proseguiva così: «Faccio fatica a trovare qualcosa di positivo, dopo 9 o 10 uscite... Il decimo posto dell’anno scorso non è frutto del caso. Lo scudetto? È stato un tranello».

 

de laurentiis conte napoli cagliari

Ma come? Un tranello la più grande impresa sportiva dall’epoca di Diego? Risposta del campo: Verona- Napoli 3-0. «Mi sanguina il cuore», rivela il tecnico. Sembrava già tutto rovinato, la strana coppia non così stranamente scoppiata.

 

E invece, Antonio & Aurelio sono andati a cena un po’ di volte e si sono legati la lingua con lo spago. Il presidente sembrava in grado di mantenere la promessa: «Puoi contare su tutti, meno che su uno». Cioè Osimhen. Si sapeva. Ma Conte non credeva di poter perdere pure Kvara: era sicuro di averlo convinto a restare. La prima crepa nel muro faticosamente intonacato da Antonio & Aurelio è stata proprio la partenza del georgiano.

 

de laurentiis conte napoli cagliari

«Sono molto deluso, è colpa mia, forse non sono riuscito a essere abbastanza incisivo». E il presidente, zitto. Che ci poteva fare? Incatenare il campione? Forse, però, gli Impossibili e facilmente divisibili non sono così diversi nel metodo, se pure lo sono nel merito.

 

Antonio è il carismatico che martella e scudiscia, Aurelio l’istrionico che calcola e intuisce. Il presidente è il re dei bilanci: ha speso molto in estate, poco a gennaio, però la bilancia import/export alla fine si è inclinata dalla sua parte. A dispetto delle apparenze, Antonio & Aurelio sono due secchioni. Parlano, a volte recitano e provocano, ma sgobbano e portano a casa il pane.

 

antonio conte aurelio de laurentiis 4

Nessuno ha resistito con loro più di quattro anni, molti non arrivano a due, tempo massimo della sopportazione: mandano via o se ne vanno. Cacciano o si fanno cacciare. Ed è difficile risolvere l’annoso enigma. Di chi è il merito dei successi? Lo scudetto lo vinse Spalletti, oppure De Laurentiis? Lo scudetto l’ha vinto De Laurentiis, oppure Conte? Chi è il più bravo? E perché nessuno riesce a restarlo a lungo? Cosa si guasta, chi rompe cosa?

Con la strana coppia, però, non ci si annoia. A febbraio, contro la Lazio, Conte si gira verso la panchina e dice: «Ma chi faccio entrare?»

 

aurelio de laurentiis antonio conte

Il mercato invernale lo ha deluso, la rosa gli sembra inadeguata. «Chi mi prende deve lottare per lo scudetto, e se non ci sono i mezzi...»: questa è una delle bordate della grande esternazione di aprile, per gli esegeti di Antonio la più chiara manovra di uscita dal parcheggio sul lungomare Caracciolo. «Mi sono accorto che certe cose, qui, non si possono fare». Così Conte fa il paio con le sventole d’agosto a Verona: apre e chiude nello stesso modo, che poi è anche un’astuta tattica per innalzare sé stesso.

AURELIO DE LAURENTIIS ANTONIO CONTE

 

Se il contesto è tanto depresso, quanto è bravo lui a trionfare, nonostante? Ecco, Antonio ama molto vestire i panni del Signor Nonostante. Vince nonostante i dieci euro in tasca nel ristorante da cento. Vince anche se Kvara se n’è andato. Vince anche se qui non ci sono i mezzi. Talmente forte, la provocazione di Antonio, da costringere Aurelio a intervenire, per carità sempre con la lingua mezzo annodata: «Le riflessioni è sempre meglio farle alla fine, altrimenti si rischia di destabilizzare».

ANTONIO CONTE E AURELIO DE LAURENTIIS A CENA A ROMA

 

Una fine che, evidentemente, a De Laurentiis era nota più che a Conte: da inizio stagione Aurelio stava girando, per davvero ma in segreto e in tempo reale, il film di questo campionato, da far uscire un minuto dopo la fine della stagione. Lui sapeva già tutto: «Nei prossimi anni ci divertiremo molto». E se nei prossimi anni non ci sarà più Antonio, indovinate chi è il più bravo secondo Aurelio.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO