ginobili 21

A MANU A MANU - “SONO ANDATO OLTRE I MIEI SOGNI”, LA LEGGENDA ARGENTINA DELLA NBA MANU GINOBILI SI RITIRA – DIVENTATO GRANDE IN ITALIA (CON REGGIO CALABRIA E VIRTUS BOLOGNA), HA VINTO 4 TITOLI CON GLI SPURS – UN SUO TIRO ALL’ULTIMO SECONDO HA REGALATO NEL 2004 L’ORO OLIMPICO ALL’ARGENTINA – L’OMAGGIO DI CURRY, LEBRON, KOBE BRYANT E BELINELLI - VIDEO

Riccardo Pratesi per gazzetta.it

 

ginobili

Manu Ginobili si ritira. A 41 anni dice basta. Lo fa a modo suo: col basso profilo. Quello da fenomeno l’ha sempre e solo riservato alla sua versione da parquet. Quella da feroce vincente. Fuori, quando è solo Manu e non Ginobili, ha sempre messo la famiglia, la franchigia e i compagni di squadra, davanti a lui. L’ha fatto anche nel giorno dell’addio. L’annuncio sui social recita: “E’ stato un viaggio favoloso, di 23 anni. Che chiudo con immensa gratitudine nei confronti di famiglia, amici, compagna di squadra, allenatori e tifosi. Sono andato oltre i miei sogni più ambiziosi”. Lo scrive in spagnolo e in inglese. Ma il senso è riassumibile da una parola sola: fine.

 

ginobili bryant

IL CAMPIONE — Manu aveva ancora un anno di contratto con gli Spurs. Ma la famiglia, citata per prima nel suo addio, chiamava da tempo. E per un vincente come lui, questi Spurs, che comunque lo volevano indietro per un ultimo giro di giostra, perché la sua leadership serviva in campo e fuori, non avevano l’appeal dei giorni belli. Le battaglie di ogni sera, per le 82 sere di stagione regolare, sarebbero state semmai per qualificarsi ai playoff. Per lui che in maglia Spurs ha vinti 4 titoli: 2003, 2005, 2007 e 2014. Cinque volte finalista, due volte terzo quintetto Nba, 2 volte All Star. Ma i riconoscimenti individuali gli sono sempre interessati poco: partiva storicamente dalla panchina, Manu. Per essendo fenomeno e leader di spogliatoi. Eppure il bene della squadra oltre il suo, sempre. E’ il motivo per il quale è stato amato da tanti e rispettato da tutti, nell’ambiente. Il suo ego non è stato mai più grande del bene comune. Lui che pure ha vinto da sempre. In Europa, da subito in Italia. Miglior giocatore dell’Eurolega vinta nel 2001 l’anno del grande Slam con la Virtus Bologna.

 

ginobili 21

Due volte Mvp del campionato italiano a basket city, dopo l’esplosione a Reggio Calabria. Con l’Argentina il campione di Bahia Blanca ha vinto la medaglia d’oro ad Atene 2004 (quella finale contro l’Italia...) e il bronzo a Pechino 2008. Da vincente e primattore. Da agonista, più di tutto. Certo, l’EuroStep esportato. Certo, le chiusure mancine al ferro. Certo, quelle mani insidiose in difesa. Ma soprattutto Manu è stato un agonista inarrivabile. Capace di vivere per quei secondi finali con la gara in equilibrio. L’adrenalina oltre la paura, il desiderio di vincere oltre il terrore di perdere. La voglia di competere 5 contro 5. Per una sola maglia in Nba. Quella degli Spurs. Scelto col numero 57 al Draft del 1999, bandiera dal 2002 al 2018.

 

L’UOMO — Manu Ginobili per gli spogliatoi dell’AT&T Center aveva sempre la famiglia al seguito: i figli, la moglie. Lei che parla un inglese con l’accento americano, lui che si esprime con una ricchezza di vocabolario che mezza lega si sogna, ma con il suo accento argentino ad aggiungere il gusto caliente tanto amato dai suoi tifosi nel Texas del Sud. Mai banale, Manu. Semplice. Umile. Una pacca sulle spalle per chiunque. E quando una partita finiva male le spalle larghe per prendersi le responsabilità nel gruppo e di fronte ai microfoni. Pronto a fare la scelta giusta, anche quando era quella scomoda. Quello che parlava con Belinelli in italiano, quello che non alzava l’asticella del rendimento dei compagni solo con l’esempio, ma dicendo la parola giusta al compagno in difficolta.

ginobili 20

 

In Argentina l’hanno idolatrato. In Italia non se l’è scordato nessuno. E a San Antonio, pur tra Duncan e Parker, è stato lo Sperone più amato. Per indole. Perché sul parquet ha sempre dato tutto, regalato spettacolo nel suo stile unico, personale, tra i tanti copycat Nba. E fuori perché è stato uno di loro, a San Antonio. Il “Manu Manu” d’addio urlato alla fine dei playoff di due anni fa dal suo pubblico, è stato da pelle d’oca. Perché Manu i suoi successi li ha condivisi. Con un’infinita di persone. E’ rarissimo, persino per i grandi. Il suo trionfo più grande. Grazie Manu, e “suerte”.

 

 

I SALUTI A GINOBILI

Da gazzetta.it

ginobili lebron

Una bandiera che si ammaina, un mito che scrive il suo ultimo capitolo. Un modello da imitare che decide di smettere. Un avversario da omaggiare. Manu Ginobili è questo e molto altro per l’Nba, che sui social ha fatto arrivare al leggendario 41enne argentino tutto il suo affetto. “Sei l’incarnazione di come il basket va giocato - gli ha scritto Curry -: con passione e gioia. Hai ispirato tanti”. “E’ stato un piacere essere tuo avversario in tutti questi anni - ha rilanciato LeBron -: regular season, Finals, nazionali, è stato sempre un privilegio”. “Sei un vero campione, il mio miglior avversario” rilancia Kobe Bryant.

Ecco i messaggi vip più significativi, a cui si sono uniti quelli di tanti tifosi, innamoratisi del basket grazie a Ginobili, che l’hanno omaggiato con l’hashtag #graciasManu

 

 

BELINELLI OMAGGIA GINOBILI

Marco Belinelli per la Gazzetta dello Sport

 

Manu Ginobili per me è molto più di un compagno di squadra: è un idolo, e confesso che ho sempre cercato di imitarlo. Ricordo il nervosismo nei miei occhi quando mi allenai per la prima volta con lui alla Virtus Bologna: io 15enne, lui già fenomeno. Ho capito subito che non metteva soggezione, ma era umile ed educato. Aveva voglia di migliorare sempre e di vincere.

ginobili belinelli

 

Ho capito che sarebbe diventato ancora più grande perché faceva cose clamorose con una semplicità tale da renderle devastanti. In Italia e in Eurolega prima, poi in Nba. C’è stato anche quando sono andato in America, ben prima che giocassimo insieme con gli Spurs. Non mi sono mai trovato bene in campo con nessuno come con lui: bastava uno sguardo per intenderci. In coppia siamo stati devastanti.

 

Vincere insieme il titolo 2014 è stato un sogno diventato realtà, perché siamo cresciuti insieme e gli anni da compagni di squadra sono ricordi indelebili. Da lui ho imparato a non farmi mai mettere i piedi in testa, ad avere sicurezza nei miei mezzi come ha fatto lui, che è sempre andato avanti per la sua strada e facendo appassionare tutti al suo modo di giocare, da cui emergeva il suo grande amore per la pallacanestro e la sua voglia di vincere.

 

ginobili 3

Anche per questo Manu arrivava alle partite preparatissimo: studiava gli avversari nei minimi dettagli, sapeva da dove preferivano tirare, i loro punti deboli. Capiva l’azione prima ancora che succedesse e a fare cose devastanti. L’uomo Manu era anche meglio, una persona genuina, umile e divertente, un padre e un marito incredibile. E, cosa che sanno in pochi, un patito della tecnologia.

 

Lo avevo contattato di nuovo appena deciso di tornare a San Antonio, ma non gli ho mai chiesto se avrebbe smesso o no, anche se negli ultimi giorni avevo capito. Ora lo spogliatoio degli Spurs non sarà più lo stesso: non c’è più lui, non ci sono più nemmeno Duncan e Ginobili. Dell’anno del titolo siamo rimasti solo io e Patty Mills oltre a Pop. Ma immagino di ritrovare Manu a San Antonio. E i suoi consigli, quelli del mio idolo, continuerò a cercarli.

ginobili 6

 Marco Belinelli 

MARCO BELINELLI

 

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO