
ARIDAJE! TORNA UN GRANDE CLASSICO, L’ATTACCO DELLO SVALVOLATO KYRGIOS A SINNER SUL CASO DOPING: “NON CI VUOLE UN GENIO PER CAPIRE CHE L’ATP L’HA PROTETTO” - IL TENNISTA AUSTRALIANO AL PODCAST “UNSCRIPTED” SULLA VICENDA CLOSTEBOL HA EVIDENZIATO CHE “I VERTICI DELL’ATP SONO TUTTI ITALIANI, INFATTI C’È STATA UNA CHIARA MANCANZA DI TRASPARENZA NEL CASO CHE HA COINVOLTO SINNER”
Estratti da ilnapolista.it
Nick Kyrgios ha rilasciato un intervista al podcast “Unscripted” lasciandosi andare, come di consueto, ad alcune dichiarazioni molto pepate. Oltre a soffermarsi sul suo possibile rientro in campo, il 30enne australiano è tornato a parlare del “caso clostebol” che vide suo malgrado protagonista Jannik Sinner e ha riservato una frecciata velenosa all’ex numero uno al mondo Andy Murray.
Dal rientro in campo a Sinner e Murray, le parole di Nick Kyrgios
«Spero di giocare gli Australian Open in qualche modo, mentre non ho certezze riguardo al mio futuro. So cosa serve per giocare ad un certo livello, ma il mio fisico è arrivato ad un punto di non ritorno ed è estremamente difficile mettere insieme tutti i pezzi del puzzle», ha esordito Kyrgios.
«Non voglio arrivare al punto di odiare il mio lavoro, ma è dura quando provi dolore ogni volta che ti alleni e giochi una partita. Mi resta un po’ di amaro in bocca, devo essere onesto. In questo momento, mi alleno quasi tutti i giorni senza partecipare ai tornei. Tuttavia, ci sono un paio di eventi che mi piacerebbe disputare se il mio corpo me lo permetterà», ha aggiunto.
«So che la fine della mia carriera si sta avvicinando a grandi passi, specialmente con tutti questi infortuni che non mi danno tregua. Non posso sottopormi ad un altro intervento chirurgico, perché mi costringerebbe a restare fuori per altri 6-9 mesi e significherebbe la fine», ha spiegato.
Come anticipato, il nativo di Canberra non si è sottratto dal lanciare una nuova bordata contro Sinner e la gestione del suo caso doping. «Era il numero 1 del mondo quando è risultato positivo a quella sostanza e non c’è dubbio che sia un giocatore eccezionale, destinato a portare avanti questo sport per i prossimi 10-15 anni insieme a Carlos Alcaraz. Non ci vuole un genio per capire che l’Atp lo abbia protetto in una certa misura. Il Ceo e i massimi dirigenti dell’Atp sono tutti italiani, infatti c’è stata una chiara mancanza di trasparenza in quella vicenda», ha affermato
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