dragon ball z kakarot

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - “DRAGON BALL Z KAKAROT” E’ UN VIDEOGAME DALLA SCIATTERIA DIFFUSA - GLI AMBIENTI SONO PRIVI DI DETTAGLI CHE CATTURINO LO SGUARDO E POSSIEDANO UN SIGNIFICATO O UN VALORE POETICO. MA IL PEGGIO È IL SENTORE DI TOTALE ARTIFICIO, TANTO CHE SEMBRA DI ESSERE IN UN PLATFORM DI SONIC - DRAGONBALL MERITAVA UN TRATTAMENTO VIDEOLUDICO PIÙ AMABILE E APPASSIONATO - VIDEO

 

Federico Ercole per Dagospia

 

dragon ball z kakarot

Ci sono due momenti, poco dopo l’inizio del gioco, durante i quali si può pensare che stiamo davvero per esperire come attori la lunga avventura di Goku, ormai giovane uomo, raccontata dalle tavole di Akira Toriyama nella fase Z della narrazione di Drangonball. E’ già capitato più volte di “trasformarci” in quest’icona del manga e dell’anime, ma si è trattato quasi sempre di “picchiaduro”, ottimi giochi di lotta come Dragonball Fighterz ad esempio, tuttavia sempre e solo giochi di calci, pugni e apocalittiche mosse speciali.

 

Nella saga di Toriyama il combattimento è un elemento fondamentale, senza dubbio, ma la grandezza del suo racconto non risiede solo in questo, perchè Dragonball è la cronaca di un viaggio, una storia di crescita, d’amore, di redenzione.

dragon ball z kakarot

 

Così, durante quei due momenti, è possibile pensare che il nuovo videogame Dragonball Z Kakarot di Cyber-connect per Playstation 4 sia davvero il gioco d’avventura che questa indimenticabile epopea merita: in uno ci muoviamo piano verso un porticciolo su un laghetto con il figlio Gohan in braccio, potendo ammirare il panorama lontano e illuderci di riflettere sulla paternità dell’eroe, poi peschiamo; nell’altro siamo sull’isola di Muten, il saggio della tartaruga, in attesa di un pranzo con i vecchi amici di tanti trascorsi dolori e grandezze, e ci fermiamo per guardare il mare quanto ci pare.

 

dragon ball z kakarot

Ci saranno altri momenti così, ma realizziamo purtroppo che sono troppo rari e il gioco non sarà altro che una corsa (o quasi sempre un volo) verso un nemico o l’altro, attraverso un mondo che si rivela piatto e artificioso, incontrando personaggi che appaiono meno “vivi” di un trasferello.

 

L’ORIZZONTE FINTO

In un videogame d’azione e avventura, in questo caso con dinamiche ludiche estrapolate dai giochi di ruolo, il disegno del mondo di gioco è un elemento non trascurabile per restituire al giocatore l’idea di un viaggio, alimentare la volontà di esplorare, raccontare qualcosa attraverso i panorami e gli elementi architettonici e atmosferici.

 

dragon ball z kakarot

In questo, purtroppo, Kakarot fallisce miseramente perché se è vero che grazie ai poteri di Goku, famiglia e amici (si controllano anche altri celeberrimi personaggi) viaggiamo a velocità più che supersoniche, ci è consentito anche di rallentare. Allora vediamo che gli ambienti sono studiati quasi tutti solo per l’alta velocità: sono spogli, privi di dettagli che catturino lo sguardo e possiedano un significato o un valore poetico, bidimensionali anche nella loro sciatta tridimensionalità.

 

Ma il peggio è il sentore di totale artificio, tanto che sembra di essere in un platform di Sonic a causa di centinaia di “bonus” colorati e luminosi da raccogliere mentre ci muoviamo, per potenziarci, orripilanti scie che trasformano la natura in qualcosa di totalmente innaturale, ingombrando in maniera pacchiana la visione.

 

dragon ball z kakarot

Ci capita talvolta di incontrare personaggi secondari, ma amati, che ci propongono minimali missioni secondarie dicendoci due o tre frasi di circostanza, ma queste imprese sono pensate senza fantasia, mai calate nel contesto più ampio del racconto, non necessarie. I potenziamenti fondati sui rapporti tra personaggi non sono un brutta intuizione, anzi. Ma per quei personaggi proviamo solo un’affezione derivata e non certamente dal videogioco, sono superfici.

 

Mancando ogni emozione derivante dalla scoperta e dall’esplorazione non ci resta quindi che muoverci il più veloce possibile, seguendo infinite catene di bonus, dimenticandoci di dove siamo e soprattutto di chi siamo. Talvolta capita di combattere dei nemici casuali, ma sono quasi tutti uguali, spesso debolissimi, una tediosa perdita di tempo verso il prossimo scontro principale, battaglie ancestrali ancora oggi impresse nella memoria dell’appassionato, che risultano gli unici momenti ludici davvero riusciti di Dragonball Kakarot.

 

dragon ball z kakarot

QUALCHE GRANDE LOTTA, POI LA NOIA

Quando finalmente ci avviciniamo ai nemici leggendari di Goku, come Vegeta o Freezer, rimpiangiamo ancora di più la sciatteria diffusa del videogame di Cyber-connect, perché si tratta di scontri lunghi ed impegnativi, spesso preludiati da segmenti non-interattivi illustrati con una valida regia che, sebbene non raggiunga mai le altezze dell’arte cinetica, vettoriale e marziale delle tavole del manga di Toriyama, risulta comunque più ispirata e spettacolare di tanti momenti analoghi dello spesso troppo dilatato “anime”.

 

In queste lotte epiche c’è un senso di spazialità, percepiamo il dolore e il coraggio dei personaggi, proviamo il senso di trionfo di riuscire in una devastante mossa speciale, possiamo essere battuti e riproviamo ancora, con la voglia di vincere.

 

dragon ball z kakarot

E quando riusciamo a sconfiggere il nemico la storia decolla e convince per qualche minuto, alimentata dalle emozioni dello scontro, inducendoci a pensare che Dragonball Kakarot forse non è così brutto, anzi. Ma ecco che poco dopo siamo di nuovo alle prese con quel mondo insulso e non ci resta che viaggiare di nuovo, svogliati, raccattando bonus in quelle ambientazioni fasulle e fuorvianti, sperando in un nuovo “fan-service”, che almeno quelli un sorriso lo strappano. 

 

Dragonball con tutti i suoi strabilianti personaggi, la sua ironia, la profondità, la sensualità, la grazia e l’ epica, si meritava davvero un trattamento videoludico più amabile e appassionato, perché questo non è un viaggio, al limite è una passeggiata in un supermercato all’ora di punta con il portafoglio troppo vuoto e, comunque, magra consolazione,  niente di interessante da desiderare. Se siete fan devoti di Dragonball qualcosa di Kakarot, ciechi d’amore, potrebbe davvero piacervi, Ma attenti che non vi spezzi il cuore.

dragon ball z kakarot

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....