legend of zelda echoes of wisdom

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - FINALMENTE LA PRINCIPESSA ZELDA È PROTAGONISTA ATTIVA IN UNA SUA LEGGENDA! IN “LEGEND OF ZELDA ECHOES OF WISDOM” CHI GIOCA CONTROLLA LA SAGGIA FANCIULLA CHE QUI HA IL POTERE DI MEMORIZZARE COSE E NEMICI PER POI PRODURRE LE LORO REPLICHE DA USARE IN MANIERA CREATIVA E STRATEGICA. UNA GRANDIOSA AVVENTURA CHE GRATIFICA L’ESTRO E L’INTELLETTO… - VIDEO

legend of zelda echoes of wisdom

Federico Ercole per Dagospia

 

Essere la principessa Zelda oggi, in una delle sue tante e sempre esemplari  Leggende, è infine possibile durante gli ultimi fuochi artificiali di Nintendo Switch, che dopo tanti anni di vita splendente cederà il posto nei prossimi mesi ad una ancora misteriosa nuova console.

 

Legend of Zelda Echoes of Wisdom potrebbe apparire un’opera minore rispetto ai colossi della serie, con la sua grafica in due dimensioni  e i personaggi come deliziosi pupazzetti, sembrare un “giochino” per bambini (come se ciò fosse disprezzabile) allo sguardo impreparato e stolto del “vero gamer” strillante online i suoi (pre)giudizi, traviato da anni di sciocchezze sui social, critiche velleitarie e gelida tecno-cultura che stanno imponendo le prestazioni, la presunta maturità dei contenuti e la superficie estetica, non quindi l’Estetica, come metro di giudizio del valore di un videogame.

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Ma non lo è affatto: Legend of Zelda Echoes of Wisdom è una Leggenda degna di stare accanto ai più grandi episodi, una sintesi elettro-alchemica del passato e del presente di queste epopee che dal 1986 continuano ad esercitare un’influenza determinante e più che positiva su tutti gli altri videogiochi d’avventura, ispirandone arte e meccaniche con la ricchezza delle loro idee.

 

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Inoltre essere Zelda, il cui nome è connesso secondo il suo inventore Shigeru Miyamoto alla grandissima Zelda Sayre Fitzgerald per misteriose e sublimi corrispondenze, è cosa buona e giusta (non me ne voglia Link!) dopo mille storie in cui ella è stata leva, causa, musa ispiratrice, occulto elemento salvifico e mai mero pretesto, di tante imprese leggendarie. Non indugiate dunque, se amate questa immensa saga o l’avventura virtuale in generale, ad ascoltare i saggi echi di questo videogioco che già si eleva tra i vertici di un anno giocoso greve di crisi ma ancora palpitante di crepuscolari meraviglie.

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MEMORIA E MEMORIE

In questo segmento temporale e spaziale della quasi indecifrabile cronologia millenaria di Legend of Zelda, squarci violacei divampano per le terre di Hyrule, risucchiando nel loro nulla cose, persone e animali. Link, per il quale questa volta verrà fornita una spiegazione del suo mutismo, tenta di arrestare il fenomeno ma verrà sconfitto e relegato in una prigione cristallina.

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Tocca quindi a Zelda salvare il suo mondo e liberare l’eroe recluso, con l’aiuto di Tri, giallo esserino sferiforme con una lunga coda multi-triangolare,  che le fornisce i suoi poteri: memorizzare oggetti e nemici per poi usare le loro repliche a piacimento, in maniera strategica e creativa. Suppellettili, minerali, elementi...

 

Ci sono decine di cose da assemblare per costruire passaggi, barriere o risolvere enigmi, così come i diversi nemici, ognuno con le sue possibilità offensive e difensive. In maniera assai simile a quei capolavori che furono Breath of the Wild e soprattutto Tears of The Kingdom, in Echoes of Wisdom la fantasia, la sperimentazione e la riflessione sono parte fondamentale di un’esperienza che stimola l’estro e gratifica l’intelligenza.

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Così come da sempre Zelda aiuta Link con la sua saggezza, qui tocca a Link essere esempio per la principessa che può utilizzare per un tempo limitato i suoi poteri marziali, trasfigurandosi in una versione azzurrina di se stessa e brandendo così spada e arco.

 

I panorami in due dimensioni che si navigano attraverso una visuale isometrica e talvolta a laterale, sono nuovi e noti insieme, di una molle, dolce bellezza: praterie acquose, coste sabbiose o pietrose di scogliere, mari dove giacciono relitti di velieri, giungle, deserti, ghiacciai, vulcani e foreste nebbiose. In ognuna di queste regioni ci sono segreti da scoprire, occasioni per andare alla deriva, storie da ascoltare. Terre che hanno una memoria, da condividere con quella di chi gioca.

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L’ARTE DELL’AVVENTURA

Se Legend of Zelda Echoes of Wisdom riassume con arte più visioni ludiche zeldiane in un dipinto unico e mantenendo comunque una sua preziosa identità, così è anche per la sua musica e i suoi suoni, che ricordano attraverso quasi citazioni e variazioni decenni delle invenzioni musicali di Koji Kondo e degli altri compositori che hanno scritto o collaborato alle partiture della serie.

 

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Sviluppato da Grezzo per Nintendo, sotto la supervisione di Eiji Aonuma, questo gioco rimanda alle forme del rifacimento per Switch di Link’s Awakening sebbene qui, rispetto all’isola dove si svolgeva quest’ultimo, sia tutto assai più vasto e sofisticato, a partire dai “dungeon” che prima di cominciare davvero sono preludiati da amplie e tortuose zone che fungono da connessione con il mondo di fuori.

 

Talvolta, soprattutto quando si sono memorizzati innumerevoli nemici e cose, può essere lunga per i meno pazienti l’attività di selezione dal menù a comparsa che li include su una stessa e unica linea, ma se selezionate l’opzione “usati di recente” l’attività risulterà più immediata.

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Solo le Leggende di Zelda e pochi altri giochi, tra i quali i Souls et similia di From Software (che alle invenzioni della serie Nintendo deve molto), restituiscono un senso di avventura così attiva e “vera” malgrado gli artifizi del videogioco, tanto da farci vivere il loro incanto per qualche decina di ore in una dolce, necessaria e quasi totale dimenticanza della realtà.

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