NO PART-TIME: O LA FERRARI O LA CONFINDUSTRIA
LA FIAT ROTTAMA I SOGNI (E I BISOGNI) DI MONTEZEMOLO
IL MASANIELLO DI MARANELLO FARA' LA FINE DI CALLIERI?
LA FIAT ROTTAMA I SOGNI (E I BISOGNI) DI MONTEZEMOLO
IL MASANIELLO DI MARANELLO FARA' LA FINE DI CALLIERI?
I sogni di Montezemolo muoiono all'alba del giorno dopo. Ieri ci sono venuti i lucciconi leggendo Stefano Mancini sul quotidiano della Fiat La Stampa: "Sul palco luccica la nuova Ferrari, oggetto simbolo dell'industria italiana. A margine della cerimonia, Luca Montezemolo annuncia che è disposto ad accettare la candidatura a presidente della Confindustria.". Quindi la parola al successore del detestato Antonio D'Amato: «Per la presidenza di Confindustria non ci si candida. Può esserci solo, laddove richiesti, la scelta di essere disponibili. Alla luce delle sollecitazioni e delle indicazioni che in queste settimane sono venute da realtà importanti del mondo imprenditoriale di tutta Italia, ritengo di dover dare questa disponibilità.». Una poesia.
Poi Mancini, che la sa lunga, osa l'inosabile e domanda: I rapporti con la Fiat? «E' vicina a noi con il suo centro ricerche che ci offre un aiuto tecnologico fondamentale e noi siamo vicini a lei. Ho incontrato Umberto Agnelli nei giorni scorsi, l'ingegner Morchio ci ha scritto una lettera bellissima. Non sono venuti al lancio della F2004, ma ci incoraggiano sempre».
Sarà ma "A Maranello qualcuno è preoccupato - continua il cronista de La Stampa - Montezemolo è a capo degli editori, presiede la Fiera di Bologna, è nel Cda della Fiat (oltre naturalmente a dirigere il Gruppo Ferrari-Maserati). I suoi più stretti collaboratori si chiedono se ce la farà a sostenere tutti gli impegni. Lui ha replicato che lavorerà il doppio e forse dormirà la metà. «La mia vita è in questa azienda - giura -. Vi ho dedicato tanti anni da giovane (dal '73 al '77 come direttore sportivo, ndr) e da meno giovane. Ma questa azienda non è mia, la decisione ultima dipenderà dagli azionisti. Se fosse per me, non la lascerei mai».
Purtroppo, lo stipendio e benefit (e stock option) del numero uno della Ferrari non dipendono da lui ma dalla Fiat di Umberto Agnelli - il quale ama il ciuffo di Luca come Berlusconi desidera uno spicchio d'aglio tra i denti. Così, appena ventiquattr´ore dopo la sua disponibilità a candidarsi alla presidenza della Confindustria, il sogno di Montezuma - di accoppiare part time Confindustria e Ferrari - si è infranto sulla bocca di Giuseppe Morchio, braccio destro di Umberto. Riporta La Repubblica: «E´ evidente che per Fiat e Ferrari il suo allontanamento sarebbe un sacrificio ma, nell´interesse generale e perché convinti che sarebbe in grado di fare bene anche nel nuovo ruolo, siamo disposti a fare questo sacrificio».
Più esplicita la dichiarazione sul Corriere. "Perderlo per noi e la Ferrari sarebbe un sacrificio. Ma saremmo disposti a farlo, se questa è la volontà dell'associazione". Notate la perfidia di marca Fiat caramellata da "sacrificio". In pratica, Umberto Agnelli lo considera un mero esubero, altro che part-time tra Maranello e Viale dell'Astronomia. Aggiungere, poi, i conti in rosso della scuderia Ferrari (malgrado le vittorie) e il flop della Maserati (malgrado le affettuosità dei media). Lasciamo perdere, infine, il fatto che l'ex fidanzato di Edwige Fenech dovrebbe lasciare, tra gli altri incarichi, anche la presidenza della Fieg, la potente Federazione degli Editori.
Ma per i quotidiani di oggi - vedi Salvatore Tropea su La Repubblica - "Luca Cordero di Montezemolo incassa il disco verde da parte della Fiat". Un battage di stampa affettuosa e untuosa che fa dire all'entourage di D'Amato e di Cesarone Romiti, i nemici più intimi di Montezemolo, di un futuro "alla Carlo Callieri", il candidato di Gianni Agnelli che fu trombato dai damatiani alleati al Nord Est (primo segnale pubblico del declino dell'Avvocato-Power).
Dagospia 28 Gennaio 2004
Poi Mancini, che la sa lunga, osa l'inosabile e domanda: I rapporti con la Fiat? «E' vicina a noi con il suo centro ricerche che ci offre un aiuto tecnologico fondamentale e noi siamo vicini a lei. Ho incontrato Umberto Agnelli nei giorni scorsi, l'ingegner Morchio ci ha scritto una lettera bellissima. Non sono venuti al lancio della F2004, ma ci incoraggiano sempre».
Sarà ma "A Maranello qualcuno è preoccupato - continua il cronista de La Stampa - Montezemolo è a capo degli editori, presiede la Fiera di Bologna, è nel Cda della Fiat (oltre naturalmente a dirigere il Gruppo Ferrari-Maserati). I suoi più stretti collaboratori si chiedono se ce la farà a sostenere tutti gli impegni. Lui ha replicato che lavorerà il doppio e forse dormirà la metà. «La mia vita è in questa azienda - giura -. Vi ho dedicato tanti anni da giovane (dal '73 al '77 come direttore sportivo, ndr) e da meno giovane. Ma questa azienda non è mia, la decisione ultima dipenderà dagli azionisti. Se fosse per me, non la lascerei mai».
Purtroppo, lo stipendio e benefit (e stock option) del numero uno della Ferrari non dipendono da lui ma dalla Fiat di Umberto Agnelli - il quale ama il ciuffo di Luca come Berlusconi desidera uno spicchio d'aglio tra i denti. Così, appena ventiquattr´ore dopo la sua disponibilità a candidarsi alla presidenza della Confindustria, il sogno di Montezuma - di accoppiare part time Confindustria e Ferrari - si è infranto sulla bocca di Giuseppe Morchio, braccio destro di Umberto. Riporta La Repubblica: «E´ evidente che per Fiat e Ferrari il suo allontanamento sarebbe un sacrificio ma, nell´interesse generale e perché convinti che sarebbe in grado di fare bene anche nel nuovo ruolo, siamo disposti a fare questo sacrificio».
Più esplicita la dichiarazione sul Corriere. "Perderlo per noi e la Ferrari sarebbe un sacrificio. Ma saremmo disposti a farlo, se questa è la volontà dell'associazione". Notate la perfidia di marca Fiat caramellata da "sacrificio". In pratica, Umberto Agnelli lo considera un mero esubero, altro che part-time tra Maranello e Viale dell'Astronomia. Aggiungere, poi, i conti in rosso della scuderia Ferrari (malgrado le vittorie) e il flop della Maserati (malgrado le affettuosità dei media). Lasciamo perdere, infine, il fatto che l'ex fidanzato di Edwige Fenech dovrebbe lasciare, tra gli altri incarichi, anche la presidenza della Fieg, la potente Federazione degli Editori.
Ma per i quotidiani di oggi - vedi Salvatore Tropea su La Repubblica - "Luca Cordero di Montezemolo incassa il disco verde da parte della Fiat". Un battage di stampa affettuosa e untuosa che fa dire all'entourage di D'Amato e di Cesarone Romiti, i nemici più intimi di Montezemolo, di un futuro "alla Carlo Callieri", il candidato di Gianni Agnelli che fu trombato dai damatiani alleati al Nord Est (primo segnale pubblico del declino dell'Avvocato-Power).
Dagospia 28 Gennaio 2004