ROMETTA - CORSA DI COSTRUTTORI AI BENI DEL PRESIDENTE DELLA ROMA (CALTAGIRONE IN POLE) - TUTTI CON GLI OCCHI PUNTATI VERSO I TERRENI EDIFICABILI INTORNO ALLA CAPITALE.
Sibilla Di Renzo per Finanza & Mercati
Circa 55 milioni, che corrispondono pressappoco al credito che la Roma vanta nei confronti della controllante Roma 2000. È la cifra che i Sensi contano di racimolare con la vendita dei primi gioielli di famiglia per mantenere fede all'impegno di salvare il club giallorosso preso al momento della firma dell'accordo con Capitalia.
Le trattative devono essere chiuse entro la fine del mese, al più tardi i primi di giugno. Agli inizi della settimana le società interessate a mettere le mani sul patrimonio dei Sensi hanno fatto la fila davanti a Villa Pacelli per accedere alla data room organizzata da Mcc (gruppo Capitalia). All'appello erano presenti quasi tutti i maggiori costruttori della capitale.
In prima fila Francesco Gaetano Caltagirone che, secondo indiscrezioni, è intenzionato a non lasciarsi sfuggire l'affare, con in cassa la liquidità necessaria per chiudere anche l'acquisizione del Corriere Adriatico, il quotidiano che fa capo alla famiglia Sensi. Non si sono fatti sfuggire l'appuntamento i Toti della Lamaro Costruzioni, Alfio Marchini, la famiglia Salini, il gruppo Mezzaroma e molti altri. Tutti con gli occhi puntati verso i terreni edificabili intorno alla capitale.
Il boccone più ambito è un'area che si estende da Fregene fino a Maccarese dal nome pittoresco, la Leprignana. Un appezzamento che ha già ottenuto licenze e autorizzazioni edilizie. Nel mirino c'è poi un complesso turistico con una cinquantina di villette nei pressi di Olbia in Sardegna e un parcheggio a Corso Francia, a Roma. Questi asset dovrebbero garantire la liquidità necessaria per ammorbidire la posizione della Consob che ha impugnato il bilancio 2003 della Roma.
Per la Commissione di Borsa la mancanza di notizie certe sul fronte delle dismissioni rappresenta un ostacolo al via libera ai conti. Una notizia positiva è arrivata anche sul fronte delle banche: Banca di Roma, Banca delle Marche, Antonveneta e Intesa si sono accordate per la ristrutturazione del debito che fa capo a Italpetroli.
Di certo il patrimonio della famiglia Sensi potrebbe fare fronte ad altre necessità della squadra. Ma per il momento Rosella, Maria Cristina e Silvia Sensi, che di fatto hanno in mano la situazione dopo l'uscita di scena del padre, sono intenzionate a tenersi ben stretti gli hotel, primo fra tutti il Cicerone di Roma, e il settore della raffinazione del petrolio.
Dagospia 20 Maggio 2004
Circa 55 milioni, che corrispondono pressappoco al credito che la Roma vanta nei confronti della controllante Roma 2000. È la cifra che i Sensi contano di racimolare con la vendita dei primi gioielli di famiglia per mantenere fede all'impegno di salvare il club giallorosso preso al momento della firma dell'accordo con Capitalia.
Le trattative devono essere chiuse entro la fine del mese, al più tardi i primi di giugno. Agli inizi della settimana le società interessate a mettere le mani sul patrimonio dei Sensi hanno fatto la fila davanti a Villa Pacelli per accedere alla data room organizzata da Mcc (gruppo Capitalia). All'appello erano presenti quasi tutti i maggiori costruttori della capitale.
In prima fila Francesco Gaetano Caltagirone che, secondo indiscrezioni, è intenzionato a non lasciarsi sfuggire l'affare, con in cassa la liquidità necessaria per chiudere anche l'acquisizione del Corriere Adriatico, il quotidiano che fa capo alla famiglia Sensi. Non si sono fatti sfuggire l'appuntamento i Toti della Lamaro Costruzioni, Alfio Marchini, la famiglia Salini, il gruppo Mezzaroma e molti altri. Tutti con gli occhi puntati verso i terreni edificabili intorno alla capitale.
Il boccone più ambito è un'area che si estende da Fregene fino a Maccarese dal nome pittoresco, la Leprignana. Un appezzamento che ha già ottenuto licenze e autorizzazioni edilizie. Nel mirino c'è poi un complesso turistico con una cinquantina di villette nei pressi di Olbia in Sardegna e un parcheggio a Corso Francia, a Roma. Questi asset dovrebbero garantire la liquidità necessaria per ammorbidire la posizione della Consob che ha impugnato il bilancio 2003 della Roma.
Per la Commissione di Borsa la mancanza di notizie certe sul fronte delle dismissioni rappresenta un ostacolo al via libera ai conti. Una notizia positiva è arrivata anche sul fronte delle banche: Banca di Roma, Banca delle Marche, Antonveneta e Intesa si sono accordate per la ristrutturazione del debito che fa capo a Italpetroli.
Di certo il patrimonio della famiglia Sensi potrebbe fare fronte ad altre necessità della squadra. Ma per il momento Rosella, Maria Cristina e Silvia Sensi, che di fatto hanno in mano la situazione dopo l'uscita di scena del padre, sono intenzionate a tenersi ben stretti gli hotel, primo fra tutti il Cicerone di Roma, e il settore della raffinazione del petrolio.
Dagospia 20 Maggio 2004