COME TI AMAZZO LO SQUALO - LA STRATEGIA DI BERLUSCONI PER OSCURARE IL CIELO DI SKY. ORA TOCCA AL CALCIO POI SARA' IL CINEMA: ADDIO SATELLITE...

Denise Pardo per L'espresso


Con il Mundialito, più di vent'anni fa, nacque la tv commerciale di Berlusconi. Oggi con il blitz sui diritti sportivi nasce il digitale terrestre. Cosi, sul filo dei bei tempi andati, nei corridoi di Cologno Monzese si commenta deliziati l'acquisto in esclusiva per tre anni dei diritti delle grandi squadre di calcio del Nord, Milan, Juventus e Inter, per venderli con una carta prepagata di 2 euro.

Una trattativa condotta nel più assoluto riserbo. Un'operazione che per il "partito della scatola vuota" è stata una vera sorpresa: il digitale terrestre sembrava solo la cruna dell'ago per il salvataggio di Rete 4 che non doveva assolutamente andare sul satellite. Ma ora gli 86 milioni di euro investiti da Mediaset hanno lasciato tutti di stucco. E senza fiato la Sky di Rupert Murdoch, per cui il calcio è vita.

L'operazione, partita con l'ok del grande padre e di Fedele Confalonieri, l'ha gestita Piersilvio Berlusconi. Che si è perfino seduto al tavolo delle trattative affiancato dal direttore finanziario Marco Giordani. Spinto da una delle sue ossessioni. Fare televisione, ma anche diventare fornitore di contenuti: comprare diritti pregiati per venderli.

È la sua partita personale. Condotta nei confronti di Sky nel più puro stile berlusconiano. Tra Murdoch e la Famiglia i rapporti sono di vecchia data. Ma nessuno ha avvertito gli uomini del tycoon australiano che stava per scoppiare la guerra dei diritti. Una perfomance del berlusconismo più aggressivo, dicono gli esperti. Che ricorda quando il futuro premier rassicurava gli uomini di Rete 4, allora di proprietà Mondadori, che non avrebbe sferrato offensive pubblicitarie.

Tornato in azienda, diceva ai suoi: "Spezzategli le reni". Nei saloni di Arcore e nei piani alti di Cologno Monzese si aspettava solo il via della legge Gasparri. Quella legge che aveva sbandierato l'arrivo del digitale terrestre come il Viagra del pluralismo, il moltiplicatore di canale e di attori. Oggi, dopo l'exploit di Mediaset, per la prima volta, il duopolio televisivo sembra davvero in pericolo. Nel senso che si fa avanti un solo modello: il monopolio.

Per ora sullo sport più amato dagli italiani. Ma a quanto pare, anche l'offensiva sul cinema è sul punto di partire.

Nel quartier generale di Sky a Roma l'aria è pesante. Ma i rapporti con Mediaset, da tempo, si erano raffreddati. C'erano state tensioni sui contratti del "Grande Fratello" (che Sky trasmetteva in diretta sul satellite). E i vertici di Cologno Monzese non gradivano affatto l'eccessivo numero di spot che Sky vendeva per i suoi canali.



Né piacevano le grandi manovre della tv satellitare per mettere su una concessionaria pubblicitaria interna. Nella presentazione a Forte Village, una settimana fa, i vertici di Sky avevano anche dato la cifra dell'obiettivo di raccolta del prossimo anno: 90 milioni di euro. Per Mediaset ce n'era abbastanza per procedere di sorpresa. Anche contando sul fatto che Sky è bloccata da vincoli anti-trust molto forti. Ma ora Murdoch, proprietario di Fox, può per rappresaglia dare filo torcere sui diritti dei film.

Nel suo blitz Mediaset ha trovato la strada spianata. Nessun carro armato della Rai. Neanche qualche fuoco di sbarramento. "Curioso che viale Mazzini non abbia battuto un colpo", nota Paolo Gentiloni, responsabile dell'informazione della Margherita: "Eppure il centro di ricerche di Torino ha passato mesi a studiare i meccanismi delle carte prepagate.

E i vertici Rai hanno investito molti quattrini nell'acquisto di frequenze". Neanche Telecom, l'altro competitor che dovrebbe considerare i diritti del calcio fondamentali per lo sviluppo del suo core business, per il cavo e l'adsl, ha dato un segno. Interrogato sull'improvviso immobilismo dell'azienda, Flavio Cattaneo ha spiegato di avere le mani legate: la sua mission è solo di servizio pubblico.

Peccato però che la stessa legge Gasparri gli permetta di realizzare un secondo multiplex sul quale poter improntare operazioni commerciali. Nessuno ha disturbato il manovratore Mediaset. Ma rimangono molti interrogativi da chiarire.

Perché investire tanti soldi quando la copertura delta popolazione é solo oltre il 50 per cento e quella del territorio è poco più del 30? "Nonostante campagne pubblicitarie e incentivi governativi, sono stati venduti poco meno di 300 mila decoder rispetto ai 700 mila previsti", osserva Gentiloni.

Un numero risibile: l'obiettivo, entro il 2006, data fissata per il passaggio dall'analogico al digitale è di 20 milioni. A Mediaset spiegano che la scheda prepagata può essere il volano per il digitale terrestre. " II blitz ha un significato preciso", dice Giuseppe Giulietti, capogruppo Ds in Commissione Vigilanza Rai: "I nemici di Berlusconi,non sono né Bertinotti, né i no global: è il mercato.

Così, giocando di sorpresa e d'anticipo, lo ha blindato da potenziali competitori: una ferita ai poteri forti che non sono più dalla sua parte, Confindustria in testa.

È anche un'azione difensiva della sua azienda. Se il Polo vincerà di nuovo, tanto meglio per lui. Ma se perderà, avrà protetto per tempo Mediaset. Come politico Berlusconi è un nano. Come imprenditore mostra ancora una volta rara lucidità nel curare i suoi interessi".


Dagospia 09 Luglio 2004