LA SOCIETA' DEI MAGNACCIONI - COLAZIONE ALLA CASINA VALADIER, CATERING CON VISTA SUI PIEDI - VIGILANTES, SALA GHIACCIAIA, MENU' CORTO LIVELLO MENSA MONDADORI DI SEGRATE.

Camillo Langone per Il Foglio


Catering con vista. E' la sintesi estrema di un pranzo alla Casina Valadier. Anzi di un lunch, perché così si esprime la signorina addetta alle prenotazioni telefoniche. Lingua e cultura (quindi cucina) insieme stanno e insieme cadono e basta quel lunch per presagire molte cose.

Anche il sito internet è tutto una premonizione: lungo e confuso, ricco di fotografie di Giovanni Malagò, concessionario auto e socio della Casina, e povero di informazioni utili. Non c'è nemmeno il giorno di chiusura, così da illuderci che sia sempre aperta, come logica vorrebbe per un grande locale che si pretende biglietto enogastronomico da visita della Città Eterna.

Quando si è a Roma per sole 24 ore, mettiamo dal pomeriggio di martedì a quello del giorno successivo, si rischia di scoprire solo al momento della prenotazione che il giorno di chiusura esiste eccome, ed è guarda caso il martedì. Inevitabile pertanto venirci mercoledì a pranzo (lunch).

(Giovanni Malagò-U.Pizzi)


Inevitabile anche l'indirizzo di piazza Bucarest? Siamo al Pincio, giardino panoramico unico al mondo, perché evocare la tetra capitale del vampiro Ceausescu? La si battezzi piazza Pincio e per farlo basta che i rutilanti soci Caracciolo De Benedetti Malagò Marchini Montezemolo Ripa di Meana Romiti Sensi lo chiedano all'amico Veltroni.



La Casina Valadier, restaurata dopo anni di abbandono, vanta uno scalone scenografico che dall'esterno conduce al piano nobile. Ma la porta è chiusa. Si avvicina un vigilante sospettoso. Non volevamo rubare nulla, volevamo soltanto mangiare, se possibile. Ci spiega che si entra dal retro, al piano terra.

Seminascosta c'è una porticina, senza nemmeno una maniglia (l'impressione è che a tre mesi dall'inaugurazione ci siano ancora molti lavori da fare), che introduce alla cosiddetta Sala Romana. Più che una sala è una ghiacciaia, così devono sentirsi i quarti di bue appesi nei frigoriferi del macello.

(Veltronik-U.Pizzi)


La bassa temperatura piace alle bottiglie presenti e dispiace alle nostre articolazioni ma è noto che per molti ristoratori la salute del Sassicaia è più importante di quella umana. Anche la vista delude: dal piano nobile (aperto quando?) si avrà ai piedi tutta Roma, qui si vedono soltanto i piedi di chi approfitta della pausa pranzo (lunch pause) per correre a Villa Borghese.

Carta corta (bene) ma anonima, senza nulla che dica Roma ma nemmeno che dica chef. Catering, appunto. Scegliamo zuppa di verdure col pesto, trofie melanzane e pomodoro, sformato di parmigiana di melanzane, entrecôte alla griglia. Tutto né buono né cattivo, salvo la carne coriacea. Alla mensa della Mondadori di Segrate il livello è più o meno lo stesso con la differenza che la mensa Mondadori di Segrate non dichiara di rivolgersi a "chi vuole gustare la migliore cucina italiana" (dal sito internet).
P.S. Dicono che la sera si mangi meglio, avranno un cuoco part-time.


Dagospia 01 Ottobre 2004