E DENISE RISE - COSE DA FOLLI: OSCURARE SCALFARI - MEDIASET MALEDETTA PRIMA SERATA - IL VALORE DELLA "STAMPA" - MINOLI CON LA MAGA MERLINO - NANO LAUREATO - "GIORNALE", ECCE FRATER PORRO.
Denise Pardo per L'espresso
COMUNICHE EDITORIALI - MAI DIRE EUGENIO
Che fatica, povero Piero Ostellino: «Non mi è piaciuto chi ha quantificato metaforicamente in "trenta cappuccini" la cifra che il cittadino risparmierebbe», ha scritto. E poi:«Singolari progressisti coloro i quali dileggiano il risparmio di "trenta cappuccini"». Un intero editoriale dedicato al taglio delle tasse e all'uomo che ha calcolato il risparmio da bar. Chi è l'innominabile al quale Ostellino si riferisce facendo le capriole per evitare a tutti i costi di doverlo citare? È Eugenio Scalfari, autore di "Un taglio delle tasse da trenta cappuccini".
Altro fondo di Scalfari "Al centro si vince, una favola elettorale": analizzando le manovre intorno all'elettorato moderato, il fondatore di "Repubblica" si rivolge a Giovanni Sartori. La sorte dell'acrobata tocca anche a Sartori. Nel suo "Il voto in America e quello in Italia", occhiello "La vittoria di Bush, la regola del centro", gira e rigira, il politologo non gli risponde mai direttamente.
Anche Sabino Cassese, altro autorevole collaboratore, ha dovuto fare a meno di citare Scalfari. Cos'hanno in comune i tre editorialisti? In primis, il giornale per cui scrivono, il "Corriere della Sera". E soprattutto l'anatema lanciato dal direttore Stefano Folli: oscurare Scalfari.
2 - IMPERO MEDIASET - MALEDETTA PRIMA SERATA
Mentre a Montecarlo Mediaset festeggiava incrementi di fatturato, con dividendi inimmaginabili in tempi di crisi, scadeva il periodo di garanzia pubblicitaria, confermando i deludenti risultati della prima serata (quella con i prezzi più alti) sia di Canale 5 che dell'intero gruppo. La rete maggiore è di tre punti lontana dall'obiettivo promesso ai pubblicitari, Italia 1 di oltre un punto.
Così, Mediaset non ha mantenuto la promessa al mercato di rappresentare il 44 per cento del pubblico tv: è arrivata al 40,7 per cento. In un mercato non influenzato dalla politica, questo avrebbe significato ristrutturazioni e investimenti in ricerca e sviluppo. L'anomalia italiana è anche questo.
3 - QUOTIDIANI - E NON FIAT STAMPA
La famiglia Agnelli e i suoi manager vorrebbero emancipare il quotidiano "La Stampa" di proprietà del gruppo dalle vicende che riguarderanno la Fiat nei prossimi mesi. Come? Una possibilità potrebbe essere quella di cedere alla finanziaria Ifil la società Editrice La Stampa che possiede il giornale di Torino.
Ma un'operazione del genere, con un passaggio da controllata a controllante, essendo entrambe le società quotate in Borsa, avrebbe su di sé l'attenzione di tutta la comunità finanziaria.
Le strade per la cessione potrebbero essere due: indire un'asta che, però, metterebbe in pista altri editori, oppure chiedere una perizia giurata per far acquistare "La Stampa" da Ifil al valore di mercato più alto, per fugare sospetti di un acquisto vantaggioso. La perizia è stata fatta: la stima ammonterebbe intorno ai 400 milioni di euro.
4 - NUOVE COPPIE TV - MINOLI & MERLINO
Dopo Ferrara-Armeni, un neo-ticket su RaiTre, questa volta. Il venerdì in terza serata per sei puntate, Giovanni Minoli & Myrta Merlino in coppia raccontano i grandi eventi del Novecento attraverso la lente dell'economia. Il nome è "Il segno del comando". Come l'omonimo sceneggiato-cult con Ugo Pagliai e Carla Gravina. Din don: Minoli, piano piano, avanza.
5 - LAUREE A MEZZO ANSA - GIGANTE DI UN NANO
Festa grande nel mondo giornalistico calabro. Pino Nano si è laureato. L'Ansa regionale lancia la notizia con comprensibile soddisfazione. Così la seduta di laurea a Cosenza diventa «cerimonia» e «manifestazione». Tanto da meritare la «partecipazione» di rettore, preside e presidente dell'ordine della Regione. Altro che mamma e fidanzata. La laurea del capo della redazione Rai della Calabria merita ben altro.
6 - AFFETTUOSITÀ GIORNALISTICHE - PORRO, C'È POSTA PER TE
A pagina 2 del "Giornale" di proprietà della famiglia del premier, il 30 novembre, appare una lettera a cui viene dato il rango, il titolo di un vero articolo. La firma Gian Michele Porro, imprenditore agricolo, che racconta i problemi dei piccoli industriali meridionali e si proclama entusiasta del «gradito regalo e buon segnale della riforma fiscale di Berlusconi».
La conclusione è solenne: « Direttore, se qualcuno si permette di dirle che quella di Berlusconi è una mancia, gli faccia leggere questa lettera». Ecce homo. Ma anche: ecce frater. Visto che l'autore della cara missiva è fratello di Nicola Porro, capo dell'economia del "Giornale". Affettuosità in fratellanza.
Dagospia 10 Dicembre 2004
COMUNICHE EDITORIALI - MAI DIRE EUGENIO
Che fatica, povero Piero Ostellino: «Non mi è piaciuto chi ha quantificato metaforicamente in "trenta cappuccini" la cifra che il cittadino risparmierebbe», ha scritto. E poi:«Singolari progressisti coloro i quali dileggiano il risparmio di "trenta cappuccini"». Un intero editoriale dedicato al taglio delle tasse e all'uomo che ha calcolato il risparmio da bar. Chi è l'innominabile al quale Ostellino si riferisce facendo le capriole per evitare a tutti i costi di doverlo citare? È Eugenio Scalfari, autore di "Un taglio delle tasse da trenta cappuccini".
Altro fondo di Scalfari "Al centro si vince, una favola elettorale": analizzando le manovre intorno all'elettorato moderato, il fondatore di "Repubblica" si rivolge a Giovanni Sartori. La sorte dell'acrobata tocca anche a Sartori. Nel suo "Il voto in America e quello in Italia", occhiello "La vittoria di Bush, la regola del centro", gira e rigira, il politologo non gli risponde mai direttamente.
Anche Sabino Cassese, altro autorevole collaboratore, ha dovuto fare a meno di citare Scalfari. Cos'hanno in comune i tre editorialisti? In primis, il giornale per cui scrivono, il "Corriere della Sera". E soprattutto l'anatema lanciato dal direttore Stefano Folli: oscurare Scalfari.
2 - IMPERO MEDIASET - MALEDETTA PRIMA SERATA
Mentre a Montecarlo Mediaset festeggiava incrementi di fatturato, con dividendi inimmaginabili in tempi di crisi, scadeva il periodo di garanzia pubblicitaria, confermando i deludenti risultati della prima serata (quella con i prezzi più alti) sia di Canale 5 che dell'intero gruppo. La rete maggiore è di tre punti lontana dall'obiettivo promesso ai pubblicitari, Italia 1 di oltre un punto.
Così, Mediaset non ha mantenuto la promessa al mercato di rappresentare il 44 per cento del pubblico tv: è arrivata al 40,7 per cento. In un mercato non influenzato dalla politica, questo avrebbe significato ristrutturazioni e investimenti in ricerca e sviluppo. L'anomalia italiana è anche questo.
3 - QUOTIDIANI - E NON FIAT STAMPA
La famiglia Agnelli e i suoi manager vorrebbero emancipare il quotidiano "La Stampa" di proprietà del gruppo dalle vicende che riguarderanno la Fiat nei prossimi mesi. Come? Una possibilità potrebbe essere quella di cedere alla finanziaria Ifil la società Editrice La Stampa che possiede il giornale di Torino.
Ma un'operazione del genere, con un passaggio da controllata a controllante, essendo entrambe le società quotate in Borsa, avrebbe su di sé l'attenzione di tutta la comunità finanziaria.
Le strade per la cessione potrebbero essere due: indire un'asta che, però, metterebbe in pista altri editori, oppure chiedere una perizia giurata per far acquistare "La Stampa" da Ifil al valore di mercato più alto, per fugare sospetti di un acquisto vantaggioso. La perizia è stata fatta: la stima ammonterebbe intorno ai 400 milioni di euro.
4 - NUOVE COPPIE TV - MINOLI & MERLINO
Dopo Ferrara-Armeni, un neo-ticket su RaiTre, questa volta. Il venerdì in terza serata per sei puntate, Giovanni Minoli & Myrta Merlino in coppia raccontano i grandi eventi del Novecento attraverso la lente dell'economia. Il nome è "Il segno del comando". Come l'omonimo sceneggiato-cult con Ugo Pagliai e Carla Gravina. Din don: Minoli, piano piano, avanza.
5 - LAUREE A MEZZO ANSA - GIGANTE DI UN NANO
Festa grande nel mondo giornalistico calabro. Pino Nano si è laureato. L'Ansa regionale lancia la notizia con comprensibile soddisfazione. Così la seduta di laurea a Cosenza diventa «cerimonia» e «manifestazione». Tanto da meritare la «partecipazione» di rettore, preside e presidente dell'ordine della Regione. Altro che mamma e fidanzata. La laurea del capo della redazione Rai della Calabria merita ben altro.
6 - AFFETTUOSITÀ GIORNALISTICHE - PORRO, C'È POSTA PER TE
A pagina 2 del "Giornale" di proprietà della famiglia del premier, il 30 novembre, appare una lettera a cui viene dato il rango, il titolo di un vero articolo. La firma Gian Michele Porro, imprenditore agricolo, che racconta i problemi dei piccoli industriali meridionali e si proclama entusiasta del «gradito regalo e buon segnale della riforma fiscale di Berlusconi».
(Nicola Porro)
La conclusione è solenne: « Direttore, se qualcuno si permette di dirle che quella di Berlusconi è una mancia, gli faccia leggere questa lettera». Ecce homo. Ma anche: ecce frater. Visto che l'autore della cara missiva è fratello di Nicola Porro, capo dell'economia del "Giornale". Affettuosità in fratellanza.
Dagospia 10 Dicembre 2004