MEDIA QUOTIDIANO - PANNELLA DÀ 12 GIORNI DI TEMPO A BERLUSCONI PER CHIUDERE UN ACCORDO. MASTELLA NE DÀ 7 A PRODI - L'OMBRA LUNGA DI VELTRONI - DIACO ATTOVAGLIATO TRA JANNUZZI E MASI - MENTANA IN THE SKY?...
Mario Adinolfi da www.mediaquotidiano.it blog: www.marioadinolfi.ilcannocchiale.it
1. Marco Pannella dà 12 giorni di tempo a Silvio Berlusconi per chiudere un accordo. Clemente Mastella ne dà 7 a Romano Prodi per ottenere gli ormai famosi "segnali concreti". Insomma, si rimette in moto la macchina delle utilità marginali e i due schieramenti sono pronti a fare carte false per acquisire o non perdere partiti di peso elettorale modesto che però risultano decisivi per fare pendere la bilancia dalla propria parte. Paradossi del maggioritario.
2. Per Pannella e i radicali la dote da portare all'alleanza con la Casa delle Libertà è almeno un 2% che non può non fare gola. Ora, di fronte alla nota opposizione di Udc e parte di Alleanza nazionale all'intesa politica con il partito libertario per eccellenza, dalle parti di Forza Italia stanno studiando una soluzione tecnica che possa tenere in piedi sia le ragioni dei partiti riottosi che le necessità dei radicali.
3. Il patto che si intende offrire a Marco Pannella è il seguente: accordo per le elezioni regionali, con l'inserimento di un esponente radicale per regione nei "listini" che accompagnano le candidature degli aspiranti presidenti di regione e in caso di vittoria garantiscono l'elezione a consigliere regionale; patto di desistenza alle politiche 2006 per permettere l'ingresso in Parlamento di dieci esponenti radicali (sette alla Camera, tre al Senato) di cui già circola una lista: Marco Pannella, Emma Bonino, Daniele Capezzone, Benedetto Della Vedova, Marco Cappato, Luca Coscioni, Rita Bernardini, Gianfranco Dell'Alba, Olivier Dupuis, Maurizio Turco. Accordo politico-programmatico? Nessuno. Per i fragili equilibri della Casa delle Libertà, sarebbe insostenibile. E, così ripetono alcuni colonnelli di Forza Italia, lasciando le mani libere ai radicali si massimizzerebbe il loro apporto elettorale.
4. Diverso il discorso che riguarda il centrosinistra, in cui il nodo del recupero di Clemente Mastella agita i sonni di Romano Prodi. Il leader del Campanile ha dato sette giorni al Professore ed esplicitamente ha sottolineato che se Prodi non è in grado di risolvere i problemi, dimostrando carenze di leadership, è naturale che qualcuno cominci a far crescere concretamente l'ipotesi della sostituzione con Walter Veltroni.
5. Il clima attorno alla questione della leadership del centrosinistra si fa sempre più acceso e oggi la direzione nazionale della Margherita misurerà il tasso di conflittualità tra prodiani e resto del mondo. Intanto fino a mezzogiorno saranno aperti i microfoni di Radio 24 per registrare gli umori del popolo di centrosinistra attorno alla leadership. L'idea è venuta a Pierluigi Diaco, che ha organizzato nella sua trasmissione Servizio Pubblico le "primarie radiofoniche" della Gad con una rosa di cinque nomi: Fausto Bertinotti, Enrico Letta, Mario Monti, Romano Prodi e Walter Veltroni.
6. A proposito di Pierluigi Diaco. Cosa ci faceva ieri a pranzo al Bolognese in compagnia di due vecchie volpi come Lino Jannuzzi e Mauro Masi? Viavai di direttori, giornalisti e uomini politici al tavolo dell'insolito trio per attestati di solidarietà al giovane conduttore appena dimessosi da Sky e i saluti di rigore al potentissimo direttore del dipartimento Editoria di Palazzo Chigi.
7. Per quanto riguarda Sky Tg 24, continuano a rincorrersi voci di un rafforzamento del canale. La più suggestiva riguarda l'ipotesi dell'arrivo di Enrico Mentana alla direzione della all news di Rupert Murdoch. Secondo i bene informati Chicco vorrebbe un palcoscenico di livello per affrontare i decisivi diciotto mesi che cambieranno l'Italia con elezioni regionali, elezioni politiche e cambio della guardia al Quirinale. Se dalle parti di Sky decidono di volere giocare la partita e di smettere di essere semplici spettatori ininfluenti, il nome di Mentana è quello ideale per rilanciare la rete all news. E, si sa: Murdoch non ha mai scelto strade di neutralità nei paesi in cui ha investito.
Dagospia 10 Gennaio 2005
1. Marco Pannella dà 12 giorni di tempo a Silvio Berlusconi per chiudere un accordo. Clemente Mastella ne dà 7 a Romano Prodi per ottenere gli ormai famosi "segnali concreti". Insomma, si rimette in moto la macchina delle utilità marginali e i due schieramenti sono pronti a fare carte false per acquisire o non perdere partiti di peso elettorale modesto che però risultano decisivi per fare pendere la bilancia dalla propria parte. Paradossi del maggioritario.
2. Per Pannella e i radicali la dote da portare all'alleanza con la Casa delle Libertà è almeno un 2% che non può non fare gola. Ora, di fronte alla nota opposizione di Udc e parte di Alleanza nazionale all'intesa politica con il partito libertario per eccellenza, dalle parti di Forza Italia stanno studiando una soluzione tecnica che possa tenere in piedi sia le ragioni dei partiti riottosi che le necessità dei radicali.
3. Il patto che si intende offrire a Marco Pannella è il seguente: accordo per le elezioni regionali, con l'inserimento di un esponente radicale per regione nei "listini" che accompagnano le candidature degli aspiranti presidenti di regione e in caso di vittoria garantiscono l'elezione a consigliere regionale; patto di desistenza alle politiche 2006 per permettere l'ingresso in Parlamento di dieci esponenti radicali (sette alla Camera, tre al Senato) di cui già circola una lista: Marco Pannella, Emma Bonino, Daniele Capezzone, Benedetto Della Vedova, Marco Cappato, Luca Coscioni, Rita Bernardini, Gianfranco Dell'Alba, Olivier Dupuis, Maurizio Turco. Accordo politico-programmatico? Nessuno. Per i fragili equilibri della Casa delle Libertà, sarebbe insostenibile. E, così ripetono alcuni colonnelli di Forza Italia, lasciando le mani libere ai radicali si massimizzerebbe il loro apporto elettorale.
4. Diverso il discorso che riguarda il centrosinistra, in cui il nodo del recupero di Clemente Mastella agita i sonni di Romano Prodi. Il leader del Campanile ha dato sette giorni al Professore ed esplicitamente ha sottolineato che se Prodi non è in grado di risolvere i problemi, dimostrando carenze di leadership, è naturale che qualcuno cominci a far crescere concretamente l'ipotesi della sostituzione con Walter Veltroni.
5. Il clima attorno alla questione della leadership del centrosinistra si fa sempre più acceso e oggi la direzione nazionale della Margherita misurerà il tasso di conflittualità tra prodiani e resto del mondo. Intanto fino a mezzogiorno saranno aperti i microfoni di Radio 24 per registrare gli umori del popolo di centrosinistra attorno alla leadership. L'idea è venuta a Pierluigi Diaco, che ha organizzato nella sua trasmissione Servizio Pubblico le "primarie radiofoniche" della Gad con una rosa di cinque nomi: Fausto Bertinotti, Enrico Letta, Mario Monti, Romano Prodi e Walter Veltroni.
6. A proposito di Pierluigi Diaco. Cosa ci faceva ieri a pranzo al Bolognese in compagnia di due vecchie volpi come Lino Jannuzzi e Mauro Masi? Viavai di direttori, giornalisti e uomini politici al tavolo dell'insolito trio per attestati di solidarietà al giovane conduttore appena dimessosi da Sky e i saluti di rigore al potentissimo direttore del dipartimento Editoria di Palazzo Chigi.
7. Per quanto riguarda Sky Tg 24, continuano a rincorrersi voci di un rafforzamento del canale. La più suggestiva riguarda l'ipotesi dell'arrivo di Enrico Mentana alla direzione della all news di Rupert Murdoch. Secondo i bene informati Chicco vorrebbe un palcoscenico di livello per affrontare i decisivi diciotto mesi che cambieranno l'Italia con elezioni regionali, elezioni politiche e cambio della guardia al Quirinale. Se dalle parti di Sky decidono di volere giocare la partita e di smettere di essere semplici spettatori ininfluenti, il nome di Mentana è quello ideale per rilanciare la rete all news. E, si sa: Murdoch non ha mai scelto strade di neutralità nei paesi in cui ha investito.
Dagospia 10 Gennaio 2005