L'IMPERO DEI SENSI IN VENDITA
LE MANINE DI GAVIO SU ITALPETROLI, HOLDING CHE CONTROLLA LA ROMA
"IL ROMANISTA": GAVIO SI SAREBBE MOSSO D'INTESA CON CALTAGIRONE
LE MANINE DI GAVIO SU ITALPETROLI, HOLDING CHE CONTROLLA LA ROMA
"IL ROMANISTA": GAVIO SI SAREBBE MOSSO D'INTESA CON CALTAGIRONE
Riccardo Luna per il quotidiano Il Romanista
C'è un nuovo socio per Franco Sensi. Si chiama Marcello Gavio, ma tutti lo chiamano Marcellino. Ha una settantina di anni, è nato a Castelnuovo Scrivia, vicino ad Alessandria, nelle cronache dei giornali si racconta che i genitori erano cavatori di ghiaia ma ne ha fatta di strada visto che oggi guida il secondo gruppo autostradale italiano. E' poco noto al grande pubblico (di lui si parlò un po' ai tempi di Mani pulite), ma nella classifica dei milionari d'Italia, gli esperti dicono che sia nella zona alta.
Negli uffici romani di Gavio, in via XX settembre, un appartamento discreto e blindato al quarto piano di un bel palazzo umbertino, subito prima di Natale è stato concordato e siglato il passaggio del 10 per cento della campagna Italpetroli spa, la holding del gruppo Sensi che controlla, tra le altre cose il 64 per cento della As Roma. Per Gavio gli atti sono stati preparati dallo studio legale Cantamessa, mentre non siamo in grado di confermare il probabile ruolo dello studio Pavia Ansaldo che segue abitualmente gli affari della famiglia Sensi.
Secondo quanto risulta al Romanista, nell'operazione Gavio si sarebbe mosso d'intesa con Francesco Gaetano Caltagirone. Lui sì, notissimo al grande pubblico. Famiglia romana di costruttori, guida un impero che spazia dai giornali alle costruzioni, dalle banche alle autostrade, sua ultima passione e probabile punto di contatto con Gavio.
Ma, nonostante le voci che si sono diffuse nei giorni scorsi nel mondo politico e in particolare a Montecitorio, non risulta che l'obiettivo di Gavio (e Caltagirone) sia la As Roma. "L'operazione 10 per cento" avrebbe come obiettivo il controllo del porto di Civitavecchia e dei depositi petroliferi di Italpetroli, mentre ne resterebbero fuori i gasdotti e soprattutto, per quello che ci sta più a cuore, la As Roma.
Tra l'altro, mentre Gavio tempo fa avrebbe pensato di acquistare il Torino calcio (ma alcuni favoleggiano di una sua improbabile passione per la Roma), il nome di Caltagirone in passato è stato più volte accostato alla società giallorossa: soprattutto in considerazione del fatto che non ci sono a Roma tanti imprenditori in grado di rilevare il club di Trigoria per poi mantenerlo ai livelli di Juve e Milan. Caltagirone è fra questi, ma l'imprenditore romano ha sempre negato di volersi impegnare nel calcio.
Anche in questi giorni, chi ha avuto occasione di parlargli, ne ha ricavato l'impressione che la Roma sia fuori dai suoi obiettivi immediati seppure, nel mondo bancario, molti abbiano recentemente notato una sua inedita curiosità per la situazione societaria e sportiva della Roma. Tra l'altro i rapporti fra Sensi e Caltagirone sembrano essere molto migliorati dopo una lunga fase burrascosa (il presidente della Roma in passato ha attribuito a questo fatto un certo atteggiamento considerato ostile da parte de Il Messaggero, il quotidiano romano del gruppo Caltagirone).
Acqua passata, questa tensione Sensi-Caltagirone, da quando, lo scorso aprile, Franco Sensi, per salvare il suo impero e risanare il bilancio della As Roma, si è rivolto a Capitalia dando il via ad un importante piano di dismissioni che hanno incluso tra gli altri assets, il Corriere Adriatico, antico obiettivo proprio di Caltagirone.
In attesa che l'ingresso di Gavio in Italpetroli venga annunciato ufficialmente al mercato, l'impressione è che l'operazione sia destinata a portare senz'altro un importante contributo alla liquidità della famiglia Sensi. Più complicato indovinare il futuro della As Roma.
Qualche giorno fa, ricevendo a villa Pacelli il presidente della Regione Francesco Storace, Franco Sensi è stato lapidario sull'argomento: «La Roma me la tengo». Una affermazione che coincide con le intenzioni manifestate prima di Natale dalla figlia Rosella, amministratore delegato della società giallorossa, in una doppia intervista al Corriere della Sera e al Messaggero.
Ma nonostante ciò i mercati finanziari sembrano reagire con crescente diffidenza verso una situazione considerata incerta: nonostante gli evidenti successi del piano di risanamento messo a punto da Rosella Sensi e seguito giorno per giorno da Cristina Mazzoleni (un piano che ha consentito di ridurre in un anno di circa cento milioni di euro l'esposizione debitoria verso il Fisco), da agosto ad oggi il titolo in Borsa è crollato a ripetizione, toccando in questi giorni il minimo storico e perdendo in cinque mesi quasi il 25 per cento del suo valore. In pratica il milione di euro versato dal capitano della squadra Francesco Totti in occasione della ricapitalizzazione della società, oggi vale più o meno 750 mila euro.
Dagospia 20 Gennaio 2005
C'è un nuovo socio per Franco Sensi. Si chiama Marcello Gavio, ma tutti lo chiamano Marcellino. Ha una settantina di anni, è nato a Castelnuovo Scrivia, vicino ad Alessandria, nelle cronache dei giornali si racconta che i genitori erano cavatori di ghiaia ma ne ha fatta di strada visto che oggi guida il secondo gruppo autostradale italiano. E' poco noto al grande pubblico (di lui si parlò un po' ai tempi di Mani pulite), ma nella classifica dei milionari d'Italia, gli esperti dicono che sia nella zona alta.
Negli uffici romani di Gavio, in via XX settembre, un appartamento discreto e blindato al quarto piano di un bel palazzo umbertino, subito prima di Natale è stato concordato e siglato il passaggio del 10 per cento della campagna Italpetroli spa, la holding del gruppo Sensi che controlla, tra le altre cose il 64 per cento della As Roma. Per Gavio gli atti sono stati preparati dallo studio legale Cantamessa, mentre non siamo in grado di confermare il probabile ruolo dello studio Pavia Ansaldo che segue abitualmente gli affari della famiglia Sensi.
Secondo quanto risulta al Romanista, nell'operazione Gavio si sarebbe mosso d'intesa con Francesco Gaetano Caltagirone. Lui sì, notissimo al grande pubblico. Famiglia romana di costruttori, guida un impero che spazia dai giornali alle costruzioni, dalle banche alle autostrade, sua ultima passione e probabile punto di contatto con Gavio.
Ma, nonostante le voci che si sono diffuse nei giorni scorsi nel mondo politico e in particolare a Montecitorio, non risulta che l'obiettivo di Gavio (e Caltagirone) sia la As Roma. "L'operazione 10 per cento" avrebbe come obiettivo il controllo del porto di Civitavecchia e dei depositi petroliferi di Italpetroli, mentre ne resterebbero fuori i gasdotti e soprattutto, per quello che ci sta più a cuore, la As Roma.
Tra l'altro, mentre Gavio tempo fa avrebbe pensato di acquistare il Torino calcio (ma alcuni favoleggiano di una sua improbabile passione per la Roma), il nome di Caltagirone in passato è stato più volte accostato alla società giallorossa: soprattutto in considerazione del fatto che non ci sono a Roma tanti imprenditori in grado di rilevare il club di Trigoria per poi mantenerlo ai livelli di Juve e Milan. Caltagirone è fra questi, ma l'imprenditore romano ha sempre negato di volersi impegnare nel calcio.
Anche in questi giorni, chi ha avuto occasione di parlargli, ne ha ricavato l'impressione che la Roma sia fuori dai suoi obiettivi immediati seppure, nel mondo bancario, molti abbiano recentemente notato una sua inedita curiosità per la situazione societaria e sportiva della Roma. Tra l'altro i rapporti fra Sensi e Caltagirone sembrano essere molto migliorati dopo una lunga fase burrascosa (il presidente della Roma in passato ha attribuito a questo fatto un certo atteggiamento considerato ostile da parte de Il Messaggero, il quotidiano romano del gruppo Caltagirone).
Acqua passata, questa tensione Sensi-Caltagirone, da quando, lo scorso aprile, Franco Sensi, per salvare il suo impero e risanare il bilancio della As Roma, si è rivolto a Capitalia dando il via ad un importante piano di dismissioni che hanno incluso tra gli altri assets, il Corriere Adriatico, antico obiettivo proprio di Caltagirone.
In attesa che l'ingresso di Gavio in Italpetroli venga annunciato ufficialmente al mercato, l'impressione è che l'operazione sia destinata a portare senz'altro un importante contributo alla liquidità della famiglia Sensi. Più complicato indovinare il futuro della As Roma.
Qualche giorno fa, ricevendo a villa Pacelli il presidente della Regione Francesco Storace, Franco Sensi è stato lapidario sull'argomento: «La Roma me la tengo». Una affermazione che coincide con le intenzioni manifestate prima di Natale dalla figlia Rosella, amministratore delegato della società giallorossa, in una doppia intervista al Corriere della Sera e al Messaggero.
Ma nonostante ciò i mercati finanziari sembrano reagire con crescente diffidenza verso una situazione considerata incerta: nonostante gli evidenti successi del piano di risanamento messo a punto da Rosella Sensi e seguito giorno per giorno da Cristina Mazzoleni (un piano che ha consentito di ridurre in un anno di circa cento milioni di euro l'esposizione debitoria verso il Fisco), da agosto ad oggi il titolo in Borsa è crollato a ripetizione, toccando in questi giorni il minimo storico e perdendo in cinque mesi quasi il 25 per cento del suo valore. In pratica il milione di euro versato dal capitano della squadra Francesco Totti in occasione della ricapitalizzazione della società, oggi vale più o meno 750 mila euro.
Dagospia 20 Gennaio 2005