PICCOLA POSTA - MISSIONE CERCASI BEL RAGAZZO: ALTO, MORO, OCCHIALI DA VISTA - VIVA LA FIAT TUTTA ITALIANA! - SAGA ADINOLFI - SPINELLI SOPORIFERA - LUTTAZZI FAN CLUB - PARIGI AIUTA I MULLAH - POTOP BY FANTOZZI.

Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Sono una giovane giornalista di Roma. Ho pensato di affidarvi una missione...
Sabato 12 Febbraio ero alla prima al teatro Nazionale di "Tosca Again" e tre file dietro di me ho incrociato lo sguardo di un affascinante ragazzo, che mi guardava e mi sorrideva... Io conversavo con un collega, e lui continuava a guardarmi.. io ricambiavo sfacciatamente.... Finito lo spettacolo mi ha seguito, ma io stavo scappando all'hotel Eden per un concerto, così l'ho lasciato andare.... Naturalmente salita in taxi mi sono mangiata le unghie, perché non capita tutti i giorno di incontrare un uomo così affascinante.... può sembrare pazzesco, ma io non ho idea di chi sia...
Era invitato da non so chi, ed è dell'ambiente, ma non so come iniziare le ricerche per capire chi è... poi l'unica descrizione che posso fare è che è alto, moro, con occhiali da vista, è molto elegante e ha una macchina grigia...

Questa è la missione, capire chi è.... non voglio inseguirlo, né conoscerlo, mi basta sapere il suo nome, perchè sono sicura che non mancherà occasione di incontrarlo...
Ora ti chiederai, e come, non ne ho idea, ecco perchè ti chiedo consiglio.
Alice

Lettera 2
Incredibile, lo ha scritto davvero, e davvero lui: "...oggi la FIAT è di nuovo tutta italiana. O se preferite, l'Italia si è ripresa la FIAT". Firmato Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne! ("La Stampa", ultima pagina, pubblicitaria)
Tubi

Lettera 3
Caro Dagospia, le repliche di Adinolfi, in questi giorni, le avete sempre pubblicate; i suoi retroscena quotidiani sono invece spariti. Dunque pensate anche voi che abbia ragione il lettore che ha fatto la "soffiata"?
Goyassel la zucca

Lettera 4
Gentile Dagospia, le regole dell'infotainment impongono che si montino casi nazionalpopolari su vicende insulse, irrilevanti e periferiche. Non so se è merito Suo o di Marione. Ma ciò di cui è (a torto) accusato Berlusconi (cioè la spettacolarizzazione del nulla) s'è insinuato tremendamente in questo sito.

Oggi scopriamo che l'Adinolfi e Dagospia sono più berlusconiani del Cavaliere. Non male per chi come Marione si candida, in fondo, contro Berlusconi. A questo punto tanto valeva che Marrazzo candidasse Maria De Filippi e Aldo Biscardi.
harry - http://harry.ilcannocchiale.it

Lettera 5
Caro Dago, mi sembra giusto scriverti di nuovo visto che il "caso Adinolfi" è nato dalla mia mail di qualche giorno fa. Rinnovo anche in questa sede i complimenti a Mario Adinolfi, giornalista bravo e preparato.

La grande quantità di mail che hai ricevuto dimostra che avevo ragione: pochi, o nessuno, sapevano della candidatura di Adinolfi con Marrazzo. Io volevo semplicemente mettere in luce questo aspetto: ci sono riuscito. Ora tutti sanno da che parte sta Adinolfi e, magari, leggeranno i suoi articoli con maggiore spirito critico.
Daw http://daw.ilcannocchiale.it/

Lettera 6
"Ho studiato molto, scrivo ancora di più, mi pagano abbastanza bene e, perciò, mi dovete leggere!" questo è quel che pensano di sé molti, anzi troppi opinionisti eternamente presenti sulla carta stampata della nostra sventurata nazione. Si occupano, (da sinistra e dintorni, naturalmente!) di tutto lo scibile umano, dalla fecondazione assistita alla guerra in Medio Oriente, dall'impresentabilità del governo in carica al ruolo dell'amministrazione Bush e dell'Europa nel conflitto irakeno, con una supponenza pari solamente all'intolleranza verso chi non condivide i loro, invero molto personali, punti di vista.

E' anche grazie a costoro, intellettuali da strapazzo in carriera, nonché titolari a vita di elzeviri sui principali quotidiani nazionali, che in Italia si leggono sempre meno giornali. Gente come il mitico professor Sartori, un conservatore convertitosi in età non più verde al movimentismo dei girotondi per via dell'odio profondo verso il Cavaliere Nero di Arcore, o come Sabino Cassese, severo censore delle cattive condizioni in cui versa la finanza pubblica, imperversano un giorno o due la settimana rispettivamente sul Corriere della Sera e su Repubblica. A Torino il personaggio che, sulla prima pagina del quotidiano di casa Agnelli, tiene alto il vessillo degli annoiatori di professione risponde al nome di Barbara Spinelli.

Pare che sia stata l'allieva preferita dello scomparso professor Norberto Bobbio e che questa infelice - per coloro che la devono leggere, non certo per lei! - condizione le abbia spalancato le porte della mai troppo affollata redazione del quotidiano di Via Marengo. E' veramente una tuttologa, questa Spinelli, e basta leggere qualche riga dei suoi lunghissimi sfoghi pseudo-letterari, perfetti per un salutare abbiocco post prandium, per farsi un'idea della sua persona.

A mio modesto parere uno dei mali storici che hanno affossato irrimediabilmente la cultura - se mai ve n'è stata una! - piemontese si chiama azionismo. Questa ideologia scombiccherata, in nome di uno stucchevole relativismo di facciata, è fondata, piuttosto che su ideali, sulla loro effettiva assenza: suoi diretti discendenti sono, ad esempio, l'eurodeputato del PDCI Gianni Vattimo, cui dobbiamo la sciagurata invenzione del pensiero debole.

Tra mille esitazioni sulle posizioni da prendere in merito ai grandi temi della politica, dell'economia, della globalizzazione e dell'etica, l'azionismo di Bobbio ieri e della Spinelli oggi si propone come unico movimento di pensiero degno di nota dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino ai nostri giorni.



Il divertente tormentone della premiata coppia televisiva Vianello-Mondaini "che noia! / che barba!" riassume al meglio il profluvio di parole, la puzza di stantio, le castronerie ed inesattezze storiche quasi sempre usate in chiave anti-americana che Barbara Spinelli infligge da tre a quattro volte la settimana ai suoi sfortunati lettori.
Renato Tubare

Lettera 7
"Poteve opevaio" viene detto nella prefazione (introduzione? Cito a memoria) di Fantozzi, il grande libro di Paolo Villaggio (Rizzoli, 1971), dove lo yacht dei Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare si chiamava "Il bracciante".
UMar

Lettera 8
Caro Dago, sul caso Adinolfi ho visto troppo sciacallaggio, ora basta. Credere che Adinolfi prenda dei soldi da te è da veri stronzi. Ora, però, ce lo puoi dire. Dago, Adinolfi quanto ti dà?
Francesco Nardi

Lettera 9
Caro Dago, leggo su Repubblica che Feltrinelli propose a Morucci di bombardare Porto Cervo... Ma come? C'era già la rivalità con Briatore?
Gianni Usai

Lettera 10
Dear Dago, vorrei capire come possono i radicali proporre il loro appoggio, qualsiasi sia la forma, alla destra che ha votato la legge sulla fecondazione assistita per abrogare la quale si terrà a breve un referendum da loro proposto; la stessa destra che si appresterebbe ad approvare una legge sulla repressione del consumo di stupefacenti che contraddice qualsiasi battaglia radicale sull'argomento.

Ma un minimo di dignità non la hanno proprio? A scanso di equivoci escludo che la sinistra potrebbe mai far proprie le loro battaglie. Basta con il cinismo imperante in questo paese: se si hanno delle posizioni sarebbe ora di perseguirle in quanto tali, non come veicolo per la poltrona!
Madame Bovary

Lettera 11
Caro Dago, come siamo ridotti... ! Tutti, quasi, a festeggiare una azienda che spende 2mld di dollari per non comprare un'altra azienda! Pensa come e' messa l'azienda non comprata...
fab

Lettera 12
Carissimi estimatori (e quindi conoscitori) di Daniele Luttazzi... sappiate che ho creato un forum per chi non riesce a stare senza il nostro Danielone! Fateci un salto, contribuite pure, diffondete il verbo di Luttazzi.. http://www.freeforumzone.com/viewforum.aspx?f=53537
"Il caso di Luttazzi, uno che la satira la fa senza sconti, è illuminante: cacciato su due piedi. Colpirne uno per educarne cento." (Dario Fo).
"Luttazzi è il più colto e caustico fra i nostri comici. L'unico in grado di conciliare l'epica satirica e la visionarietà." (Aldo Grasso).

Daniele ha già spiegato più e più volte come si sono svolti i fatti. Solo che lo ha fatto negli incontri che lui tiene nelle università oppure nelle interviste radiofoniche. Non avendo "accesso" nella Rai-set, purtroppo, molte persone lo ritengono a torto uno che "ha sputato nel piatto in cui ha mangiato". Ma tutto ciò è falso. Daniele ha subito censure già quando faceva Barracuda quindi, finiti gli obblighi contrattuali (per non pagare penali miliardarie), lasciò il Biscione.

Per mio puro piacere e "sete di cultura", seguo Luttazzi da anni...è una persona coltissima, disponibile con i fan nei camerini, risponde a tutte le email personalmente, ma quello che più conta è il fatto di essere coerente.

Luttazzi dice che questo è una questione di principio insormontabile, un problema che lui si pone... infatti è fuori dalla televisione. Ricordatevi anche che Silvio disse "No, niente ad personam, se Santoro, Biagi e QUELL'ALTRO cambieranno, potranno ritornare in Rai". E' questo quel che si contesta a Daniele, il fatto di "far memoria", di porsi delle questioni etiche, di non "convivere" con il potente, di non applicare la triste legge "Anche io c'ho famiglia".

Luttazzi ha fatto una scelta, quella di fare onestamente il suo lavoro, il comico-satirico. Continua a farlo quotidianamente, ha triplicato le date del suo ultimo monologo, ha prodotto e cantato un musical elegiaco di ottima fattura, gira l'Italia incontrando studenti nelle università... Quello che secondo me è criminoso, è che gente colta, geniale e divertente come Daniele non abbia spazio in tv, mentre tante seconde e terze linee oggi intasano il palinsesto Rai...con ovvio beneficio per Mediaset.

Quindi girate su internet, leggete ed ascoltate le interviste di Daniele Luttazzi, non parlate senza conoscere i fatti, fate critiche costruttive e non pretestuose. Vi piaccia o no, siate almeno riconoscenti nei suoi confronti perchè, grazie a Satyricon, la Rai fece da servizio pubblico con l'intervista a Marco Travaglio.
Flavio flavio83@fastwebnet.it

Lettera 13
Gentile Dagospia, a Parigi il regime tirannico dei mullah iraniani ha ottenuto quello che voleva: infatti la Prefettura ha vietato la manifestazione della resistenza iraniana in piazza Trocadéro a favore della democrazia e contro la violazione dei diritti umani in Iran, prevista per giovedì scorso, 26° anniversario della rivoluzione anti monarchica del 1979.
Secondo gli organizzatori, più di 40.000 iraniani di tutta Europa avevano l'intenzione di parteciparvi.

Inoltre più di 250 parlamentari dei paesi europei avevano aderito a sostegno dell'appello della Presidente del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, Maryam Rajavi, per un cambiamento democratico in Iran ed una sessantina di organizzazioni francesi avrebbero partecipato alla manifestazione, tra cui l'Associazione dei lavoratori magrebini, il Consiglio dei democratici musulmani della Francia, l'Unione degli studenti ebrei della Francia, Ensemble contre la peine de mort, l'Organizzazione Mondiale contro la Tortura, il Partito Radicale di Sinistra.
Alessandro Spanu - Mogoro (OR)


Dagospia 15 Febbraio 2005