VESPAIO - COLOMBO: ""PORTA A PORTA" È UNA ROULETTE TRUCCATA CHE PORTA ACQUA SEMPRE AD UN UNICO MULINO" - VESPA: "DOBBIAMO PURTROPPO RIMPIANGERE IL CONSIGLIERE DI AMMINISTRAZIONE DI UNA SOCIETÀ - OFF SHORE - DELLA FIAT ALLE BAHAMAS."

Da L'Unità

1 - COSA HA DETTO FURIO COLOMBO

Ieri Pierluigi Diaco ha dato alle agenzie il contenuto di una dichiarazione di Furio Colombo rilasciata nel corso della trasmissione di Radio 24 "Servizio Pubblico". Ecco il testo: «In Italia c'è questo mito del conduttore di talk show terzo, indipendente, ma in America, ad esempio, non è così. I conduttori dichiarano le proprie simpatie e poi nelle loro trasmissioni danno comunque spazio alle opinioni contrarie.

Bisogna che il conduttore di talk show si dichiari, perciò non c'è nessun problema che Vespa sia l'amico, il fiduciario, il partigiano del presidente del Consiglio, ma lo dichiari pubblicamente. Io, se avessi un talk show, lo farei per Prodi. "Porta a porta" è una roulette truccata che porta acqua sempre ad un unico mulino. I telespettatori hanno il diritto di saperlo e anche gli stessi ospiti devono potersi regolare di conseguenza.

La mia è un'obiezione politica, non giornalistica o personale. Non capisco perché chi ha fatto firmare il contratto con gli italiani in un'apposita scrivania, crea sempre un parterre con ospiti compiacenti e scrive libri con materiali che gli mette direttamente a disposizione il suo amico premier debba continuare nella finzione dell'imparzialità».

2 - COSA HA DETTO BRUNO VESPA
Di seguito, il testo di una nota inviata alle agenzie di stampa da Bruno Vespa: «Gli spettatori di "Porta a porta" sanno che il trattamento riservato a Silvio Berlusconi è esattamente lo stesso riservato a Prodi e a Fassino, a D'Alema e a Rutelli. Gli "ospiti compiacenti" del presidente del Consiglio sono scelti esattamente con lo stesso criterio gradito ai leader dell'opposizione. Non a caso i giornalisti invitati a intervistare Berlusconi giovedì prossimo saranno gli stessi accettati da Fassino che sarà ospite nella trasmissione di mercoledì.

I "materiali" forniti ai miei libri da Berlusconi sono gli stessi che ogni anno chiedo alle personalità più importanti del centrosinistra e che vengono puntualmente pubblicati. Il problema, purtroppo, è che Furio Colombo è vittima della fucina di odio in cui ha trasformato in pochi anni un giornale di tradizioni grandi e severe come l'Unità, a costo di rimetterci il posto. Dobbiamo purtroppo rimpiangere il Colombo di quarant'anni fa, l'inviato 'liberal' della Rai che Carlo Mazzarella definiva "lo studente pakistano con la borsa di studio".

E perfino l'uomo Fiat di anni più vicini, la guida Michelin dell'avvocato Agnelli a New York, generosamente ricambiato con la presidenza della Fiat Usa e con un posto nel consiglio di amministrazione di una società - off shore - della casa torinese alle Bahamas dove, come è noto, la circolazione delle auto italiane è piuttosto modesta. Tutto bene, intendiamoci, tranne le spudorate lezioni di etica professionale».

LA QUERELA SARÀ INEVITABILE
Furio Colombo per "l'Unità"

I due testi pubblicati qui uno accanto all'altro, sono una bella dimostrazione dello stato dei fatti, ovvero del regime mediatico che incombe sul Paese. Nel primo testo (la citazione data alle agenzie da Pierluigi Diaco), è tratta da una mia intervista a Radio 24. Ho detto in modo urbano e ragionevole che, in tutto il mondo, i conduttori di talk show dicono francamente la loro inclinazione politica. Ho detto che tale dichiarazione non solo non sminuisce la credibilità del giornalista, ma, anzi, dà piena dignità umana e professionale alla persona. Elimina trucchi, sotterfugi, finti applausi, finte platee, titoli tendenziosi che cambiano continuamente alle spalle del conduttore.

Occorre ripetere che una trasmissione come Porta a porta non esiste nel mondo democratico. A questa constatazione Vespa non ha mai risposto. Si limita a dare l'elenco delle persone che, in rappresentanza dell'opposizione, si presentano al suo show. Poiché non vi sono alternative, in Italia e nessun altro spazio con altrettanta pubblicità in alcuna altra trasmissione della Tv di Stato, quella lista non è che una prova della situazione di costrizione della libertà in cui siamo caduti. Ma vediamo alcuni punti molto illuminanti della sfuriata di Vespa.



1 - L'uomo di Porta a porta considera un insulto l'essere indicato come vicino a Berlusconi, benché gli stia accanto, in tv e nei suoi libri, negli innumerevoli articoli sparsi sui giornali italiani e nelle infinite presentazioni delle sue opere in modo ovvio e vistoso. Gli è stato detto che non c'è niente di male a sentirsi vicino e affine a un uomo politico piuttosto che a un altro, che accade dovunque nel mondo libero. Basta dirlo. Ma lui fa l'offeso. Il fatto è che non gli basta dominare da solo tutta l'informazione televisiva italiana. Vuole anche omaggio o silenzio.

Difficilmente lo può avere da chi conosce le televisioni degli altri Paesi democratici. Dica lui, se vuole, quando mai Chirac o Schoeder o Blair o Bush hanno mai firmato, nel corso di un programma "equanime e indipendente", un "contratto con gli elettori" come quello di Berlusconi-Vespa, con il risalto dato deliberatamente a quella finzione teatrale accreditata da un giornalista potente e titolare di un servizio esclusivo come evento politico.

2 - Vespa afferma che - secondo lui - Piero Fassino e Silvio Berluscconi avranno, nel programma di conclusione della campagna elettorale, lo stesso trattamento. La sua presa in giro del buonsenso degli italiani è clamorosa per le seguenti ragioni:

a) Fassino non compare nella stessa trasmissione di Berlusconi. Compare il giorno prima, e gli viene dunque tolto il diritto all'ultima parola. Dica Bruno Vespa in quale Paese del mondo il giornalista conduttore si arroga il diritto di impedire il confronto diretto fra leader politici che hanno la stessa responsabilità e dignità.

b) Toccherà dunque ancora una volta a Silvio Berlusconi di chiudere da solo e come crede la campagna elettorale. E' un diritto che non è mai toccato ad alcun leader del mondo libero, neppure a Bush, come tutti sanno ricordando i dibattiti presidenziali americani. I contendenti o sono insieme oppure si estrae a sorte il nome di chi ha diritto ad avere l'ultima parola. Non esistono altre regole. Le regole di Porta a porta sono indecenti perché l'ultima parola viene attribuita d'autorità ad una delle parti. Ovviamente quella preferita dal conduttore.

c) Invece di entrare nel merito e di accettare che non è un insulto dichiarare la propria appartenenza politica, Vespa scarica su chi osa contraddirlo molti insulti copiati, con espressioni identiche, dalla propaganda del partito di Berlusconi e in particolare dal "dossier" di presunti insulti dell'Unità a Berlusconi (insulti, che, come si ricorderà erano stati in parte tratti invece da editoriali de Il Giornale).

Vespa ha scelto anche di copiare da personaggi di destra a cui è vicino una calunnia che meriterà una immediata querela. La calunnia è ripetere insinuazioni su una attività mai avvenuta e mai svolta, in consigli di amministrazione dalla reputazione discutibile o illegale, ripetendo informazioni contraffatte che hanno già provocato le scuse da parte di alcuni e querele pendenti per altri.

Tutto ciò illustra la illuminata imparzialità di Bruno Vespa. La querela sarà inevitabile perché, se non altro, offrirà una rara occasione di vero e completo dibattito, presenti e tutelate tutte le parti interessate.


Dagospia 29 Marzo 2005