GIRAUDO GIRA, CANNAVO' VIAGGIA E IL TRENO SI FERMA
Articolo di GIOACCHINO ROSSINI per il Messaggero
QUALI sono i grandi problemi del calcio italiano? Secondo Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juventus, sono sei. Li ha raccolti e ordinati Mario Sconcerti in una intervista al Guerino, settimanale che ormai non si può perdere: la pirateria delle smart card televisive, la tutela del marchio, la violenza, i ricavi da stadio che vanno aumentati, uno stadio proprio, gli sgravi fiscali. Come vedete a parte la violenza, tutto ruota intorno allo stesso ideale, quello che Giraudo definisce Progetto con la "p" maiuscola nel fax che è arrivato ieri alle redazioni. In quello che Biscardi chiamerebe fac, essendo al singolare, si documenta la trimestrale juventina che è floridissima e che ancora una volta consentirà agli azionisti di incassare un dividendo: le plusvalenze mercantili ammontano infatti a 123,9 milioni di euro contro i 18,9 milioni dell'anno precedente.
E' il calcio, bellezza, direbbe Humphrey Bogart. Proprio nel momento in cui il Coni deve tagliare 93 miliardi alle federazioni (è di ieri il doloroso annuncio) c'è chi porta avanti il Progetto anche se i tempi sembrano cupi e non si sa quando si rivedrà la luce. Giacomo Losi, indimenticato capitano della Rometta che fu, ha visto esplodere la valigia che aveva dimenticato a Fiumicino: due solerti poliziotti si erano insospettiti e avevano pensato bene di lasciare la parola agli artificieri. Candido Cannavò, da 19 anni direttore della Gazzetta, stava tornando in treno da Roma a Milano. La moglie Franca, un tipo vivace, ha notato nel sedile dello scompartimento una valigetta apparentemente abbandonata e ha preteso che il marito convocasse la Polfer. Detto e fatto, l'Eurostar è stato messo sottosopra fino a quando si è scoperto che la valigetta apparteneva a un avvocato di Bologna che era andato al vagone ristorante. E che pretendeva, non a torto, di scendere appunto a Bologna, dove era atteso da una causa, senza perdere tempo con le pratiche di identificazione richieste dai poliziotti.
Nel gran trambusto, però, il treno è ripartito con l'avvocato imbestialito nei confronti del povero Cannavò, a cui tutti tiravano la giacca. Sono volate parole grosse tipo "sa la Gazzetta dove dovrebbe mettersela?"
L'Eurostar non si sarebbe dovuto fermare più fino a Milano ma in questo caso Cannavò e signora avrebbero rischiato pesanti ritorsioni. Fortunatamente per lui, il direttore della rosea gode di una vasta popolarità anche nelle ferrovie. Così è stato fatto uno strappo alla regola, un'eccezione assolutamente irripetibile prima che l'avvocato, con la "a" minuscola, tirasse il freno di emergenza in preda alla disperazione: fermata a Reggio Emilia, biglietto omaggio per la tratta Reggio Bologna e tante scuse all'avvocato, ripartito con la sua preziosa valigetta mentre Cannavò, esausto, puntava su Milazzo. Che non è la città, ma il suo vice in via Solferino.
Dagospia.com 14 Novembre 2001
QUALI sono i grandi problemi del calcio italiano? Secondo Antonio Giraudo, amministratore delegato della Juventus, sono sei. Li ha raccolti e ordinati Mario Sconcerti in una intervista al Guerino, settimanale che ormai non si può perdere: la pirateria delle smart card televisive, la tutela del marchio, la violenza, i ricavi da stadio che vanno aumentati, uno stadio proprio, gli sgravi fiscali. Come vedete a parte la violenza, tutto ruota intorno allo stesso ideale, quello che Giraudo definisce Progetto con la "p" maiuscola nel fax che è arrivato ieri alle redazioni. In quello che Biscardi chiamerebe fac, essendo al singolare, si documenta la trimestrale juventina che è floridissima e che ancora una volta consentirà agli azionisti di incassare un dividendo: le plusvalenze mercantili ammontano infatti a 123,9 milioni di euro contro i 18,9 milioni dell'anno precedente.
E' il calcio, bellezza, direbbe Humphrey Bogart. Proprio nel momento in cui il Coni deve tagliare 93 miliardi alle federazioni (è di ieri il doloroso annuncio) c'è chi porta avanti il Progetto anche se i tempi sembrano cupi e non si sa quando si rivedrà la luce. Giacomo Losi, indimenticato capitano della Rometta che fu, ha visto esplodere la valigia che aveva dimenticato a Fiumicino: due solerti poliziotti si erano insospettiti e avevano pensato bene di lasciare la parola agli artificieri. Candido Cannavò, da 19 anni direttore della Gazzetta, stava tornando in treno da Roma a Milano. La moglie Franca, un tipo vivace, ha notato nel sedile dello scompartimento una valigetta apparentemente abbandonata e ha preteso che il marito convocasse la Polfer. Detto e fatto, l'Eurostar è stato messo sottosopra fino a quando si è scoperto che la valigetta apparteneva a un avvocato di Bologna che era andato al vagone ristorante. E che pretendeva, non a torto, di scendere appunto a Bologna, dove era atteso da una causa, senza perdere tempo con le pratiche di identificazione richieste dai poliziotti.
Nel gran trambusto, però, il treno è ripartito con l'avvocato imbestialito nei confronti del povero Cannavò, a cui tutti tiravano la giacca. Sono volate parole grosse tipo "sa la Gazzetta dove dovrebbe mettersela?"
L'Eurostar non si sarebbe dovuto fermare più fino a Milano ma in questo caso Cannavò e signora avrebbero rischiato pesanti ritorsioni. Fortunatamente per lui, il direttore della rosea gode di una vasta popolarità anche nelle ferrovie. Così è stato fatto uno strappo alla regola, un'eccezione assolutamente irripetibile prima che l'avvocato, con la "a" minuscola, tirasse il freno di emergenza in preda alla disperazione: fermata a Reggio Emilia, biglietto omaggio per la tratta Reggio Bologna e tante scuse all'avvocato, ripartito con la sua preziosa valigetta mentre Cannavò, esausto, puntava su Milazzo. Che non è la città, ma il suo vice in via Solferino.
Dagospia.com 14 Novembre 2001