MAURIZIO, CHE COSTANZA SHOW!
20 ANNI A MEDIASET LIBERO DI TIFARE ROMA (MILAN TIE'!)
20 ANNI A MEDIASET LIBERO DI TIFARE ROMA (MILAN TIE'!)
Ti butti nella platea del teatro Parioli, insardinata di Berlusconi e volti "spottanati" dalle telecamere, scutrettolanti per la celebrazione del ventennio costanzeo, e salta fuori di tutto, anche la formula segreta del talk-show più inossidabile: no, non è vero che il MCS sia lo specchio mediatico del Paese, come si afferma con ovvia leggerezza socio-televisiva. E' vero il contrario: l'Italia è un paese a immagine e somiglianza del Maurizio Costanzo Show. Dopo vent'anni di "Cosa c'è dietro l'angolo?", "Consigli per gli acquisti", "Il resto è vita", un Totò del Censis ci liquiderebbe con una battuta: "Lei è un italo-costanzino. Si informi".
Alle 21 e 10, con Gianni Letta tra i piedi, a passetti di carica brianzola fa il suo ingresso Silvio Berlusconi. Tutti in piedi, a sbirciare e a sottolineare: mancano solo Ciampi e il Papa e poi è sold-out. Alle 21 e 20 si alza un sipario di tela bianca, molto "garzosa", stile infermeria, ed inizia la registrazione del Galà (in onda domani sera su Canale 5). Da una scenografia tirata sul bianco-lucido, poco talk molto show, sbuca Costanzo con il solito completino grigio-spiegazzato e panciotto. Standing Ovation. "Chi me l'ha fatta fa', 'sta serata?", inizia con sottotono spinto. Quindi snocciola: 20 anni, 18 mila ospiti, 3 mila puntate. Il primo saluto a Bruno Vespa "che deve andare via". Passa a "un saluto alla mamma di Totti": il Pupone, con pizzo da moschettiere, ricambia filandosela dopo mezz'ora. Costanzo approfitta della presenza in platea di mezza Roma (da Sensi a Capello, da Del Vecchio a Candela, da Batistuta a Cafu e Aldair e Montella) per infilare la prima battuta. Sguardo rivolto al Divino Cavaliere: "Vent'anni in questa azienda libero di essere della Roma e non del Milan.".
Immagine in bianco/nero del primo ospite del MCS: Paolo Villaggio (scoperta di Costanzo) seduto imbiancato in platea con la consorte Maura. Saluto al piano-zar Franco Bracardi e all'autrice Patrizia Mainetti, gli unici ancora in pista dalla prima puntata; ricordo toccante di Alberto Silvestri, coautore del MCS. Ciampi c'è! Via telegramma, con gli auguri della Sora Franca (manca il Papa ma arriverà anche lui). La prova provata che lo show non vada d'accordo con il talk arriva dal primo numero: un'esibizione di can can, con ballerina che ruzzola e perde l'orientamento delle gambe. Commento di un anziono anonimo: "E pensare che una volta ci si indebitava per andare a Parigi a vedere queste stronzate".
Mini-talk con tre femmine. Luciana Littizzetto, Nancy Brilli e Giuliana De Sio. Non funziona il mix. La comicarola torinese è fulminante, tritando battute: "Maurizio, che Costanza Show!". Anche goliardiche: "Da che parte tieni il "disturbo"?". E Costanzo non gradisce (manda un contributo registrato e noioso di "Striscia la notizia"), svia borbottando, ma Luciana insiste: "Sta a destra, a sinistra, e poi si piscia sui piedi". La De Sio, piccata di essere emarginata dalla carica della Littizzetto, precisa: "Io non mi sono preparata". Alla Brilli, placida e contenta, non può fregar di meno. Gelo. E Costanzo rilancia coinvolgendo dalla platea Alberto Castagna e Vittorio Sgarbi ("Le donne fanno quello che gli uomini dicono"). Ma Luciana non molla. Indicando la De Sio e Brilli: "Grazia, Graziella e grazie al.".
Veltroni arriva alle 21 e 45 e si siede accanto a Rutelli. Secondo siparietto. Sul palco salgono Vespa, Fede, Mentana e Lerner. Troppi ego-star e la cosa stenta, tra le solite ripicche. "Perché hai invitato Fede?", giuggioleggia Chicco Robot. Meglio Gad. "Dobbiamo parlare del libro di Vespa?". E Vespa non raccoglie: "Papà", fa rivolto a Costanzo, "Siamo tutti figli tuoi". Lerner chiede e Costanzo risponde che l'intervistato cui tiene di più è il magistrato Di Maggio. "Mi ricordo quando Bertinotti venne al MCS ad annunciare che avrebbe ritirato la fiducia a Prodi". E Gad, col ditone puntato su Bertinotti: "Mannaggia a te!". Entrata di Fiorello. Mentana commenta: "Anche noi abbiamo la nostra Littizzetto". L'unica frecciata a Berlusconi non poteva non arrivare dalla bocca asimmetrica di Lerner: "In platea è seduto Conflitto d'Interessi, cioè il Presidente del Consiglio.. la tivù dei prossimi anni si assomiglierà tutta?". Frizione: Vespa domanda acido a Costanzo come accolse la scesa in campo di Berlusconi. "Male, grazie. Con Berlusconi presidente mi sembra che ti trovi meglio tu!". Vespa continua: "L'Osservatorio di Pavia afferma che "Porta a porta" è un programma bipartizan". Fede, secco: "Io i sondaggi li faccio fare ad Arcore". Lerner ricorda velenoso al vertice di Mediaset seduto in platea (Confalonieri, Piersilvio Berlusconi, Giovanni Modina, Stefano Magnaghi, Mauro Crippa, più Maurizio Costa, Ad della Mondadori) che il Gad televisivo è nato al MCS, allorché si presentò come inviato dell'Espresso.
Dopo Lerner, un altro boccone indigesto per i berluscones: I'inserto registrato con Enzo Biagi che cita Vittorini e raccoglie un applauso moscio. Fiorello si "vespizza", imita il neo dell'informazionme e fa ridere. Fa straridere Gigi Proietti: uno strepitoso numero che parodizza lo chansonnier parigino con una versione di "Ne me quitte pas" rovesciata romanescamente in "Tu non me rompe er ca". Siparietto dedicato allo sgarbismo, malattia infantile del costanzismo. Sul palco il Vate a perdere imita l'Avvocato: la cravatta sopra il maglione. Accanto un formidabile Raimondo Vinello. Sgarbi ricorda la parola che dette il via allo sgarbismo (ma non la pronuncia), cioè "stronza": "Io sono il paradigma dello "s"". E approfitta per dare dello "s" a tutti, da Rutelli a Costanzo. Teoria: a parte Sgarbi, lo stronzismo è un carattere temporaneo. Vianello: "No, condurre un talk-show? Io mi faccio gli affari miei!".
Ma lo sketch più gelante ed esilarante arriva dalla solita Afef, seduta in prima fila. Costanzo: allora ti sposi o non ti sposi? "Ma mi sono sposata ieri". Tutto contento dello scoop dà il là a Demo Morselli per far partire le note della marcia nuziale. Guarda, fa Fiorello, che una cosa simile l'ha già detta da Chiambretti". "Ma non tutti i palcoscenici sono uguali", fa Costanzo. "Vero, Afef? Ci devo credere?". E la lady tunisina svirgola: "Mah, boh, chissà.". Gelo in platea, tramontana sul palco. E ritorna alla carica l'Afeffa, con una dose di antipatia spaziale: "Ma perché siete tutti così curiosi, ma non avete niente di meglio da fare?". Parioli ghiacciato. E pensiero rivolto a Marco Tronchetti Provera che deve sopportare le smanie matrimoniali della fidanzata. Davvero imbarazzante.
Siparietti comici con Platinette, Bergonzoni, Insegno, Riondino, Vergassola e Brignano. Il meglio è Giobbe Covatta: "Non si può parlar male di nessuno, stanno tutti qua.". Poi legge una letterina di Natale: "Qualcuno tira l'acqua al suo mulino; i più ricchi tirano la coca". Vergassola interviene: "Altro che sesso droga e rock'n'roll: qui pippa aspirina e liscio". Platinette ci prova a stuzzicare Ricky Memphis che lo/la rifiuta sdegnato e lei/lui: "Ma come siete tutti ingessati!". Ecco, dall'alto, la voce di Giovanni Paolo II che benedice Costanzo. L'imitazione di Lopez è perfetta e divertente. Sale la Roma sul palco e Sensi benedice Berlusconi. Fiorello imita Venditti e intona "Grazie Roma", Costanzo invita la De Filippi e intona "Grazie Maria". Gino Paoli canta e accende un sermone in gloria di Gino Strada, che indossa un bel maglione.
Vladimir Luxuria fa dimenticare il piagnisteo di Biagio Antonacci introducendo un calendario vivente di drag-queens. Nessun politico sale sul palco, nessun D'Alema si fa vivo e Costanzo chiude la concelebrazione eucaristica del Parioli con una bella frase dello scrittore Eduardo Galeano: "Quando avevamo tutte le risposte, ci hanno cambiato le domande". Sipario, a domani sera.
Copyright Dagospia.com 18 Dicembre 2001
Alle 21 e 10, con Gianni Letta tra i piedi, a passetti di carica brianzola fa il suo ingresso Silvio Berlusconi. Tutti in piedi, a sbirciare e a sottolineare: mancano solo Ciampi e il Papa e poi è sold-out. Alle 21 e 20 si alza un sipario di tela bianca, molto "garzosa", stile infermeria, ed inizia la registrazione del Galà (in onda domani sera su Canale 5). Da una scenografia tirata sul bianco-lucido, poco talk molto show, sbuca Costanzo con il solito completino grigio-spiegazzato e panciotto. Standing Ovation. "Chi me l'ha fatta fa', 'sta serata?", inizia con sottotono spinto. Quindi snocciola: 20 anni, 18 mila ospiti, 3 mila puntate. Il primo saluto a Bruno Vespa "che deve andare via". Passa a "un saluto alla mamma di Totti": il Pupone, con pizzo da moschettiere, ricambia filandosela dopo mezz'ora. Costanzo approfitta della presenza in platea di mezza Roma (da Sensi a Capello, da Del Vecchio a Candela, da Batistuta a Cafu e Aldair e Montella) per infilare la prima battuta. Sguardo rivolto al Divino Cavaliere: "Vent'anni in questa azienda libero di essere della Roma e non del Milan.".
Immagine in bianco/nero del primo ospite del MCS: Paolo Villaggio (scoperta di Costanzo) seduto imbiancato in platea con la consorte Maura. Saluto al piano-zar Franco Bracardi e all'autrice Patrizia Mainetti, gli unici ancora in pista dalla prima puntata; ricordo toccante di Alberto Silvestri, coautore del MCS. Ciampi c'è! Via telegramma, con gli auguri della Sora Franca (manca il Papa ma arriverà anche lui). La prova provata che lo show non vada d'accordo con il talk arriva dal primo numero: un'esibizione di can can, con ballerina che ruzzola e perde l'orientamento delle gambe. Commento di un anziono anonimo: "E pensare che una volta ci si indebitava per andare a Parigi a vedere queste stronzate".
Mini-talk con tre femmine. Luciana Littizzetto, Nancy Brilli e Giuliana De Sio. Non funziona il mix. La comicarola torinese è fulminante, tritando battute: "Maurizio, che Costanza Show!". Anche goliardiche: "Da che parte tieni il "disturbo"?". E Costanzo non gradisce (manda un contributo registrato e noioso di "Striscia la notizia"), svia borbottando, ma Luciana insiste: "Sta a destra, a sinistra, e poi si piscia sui piedi". La De Sio, piccata di essere emarginata dalla carica della Littizzetto, precisa: "Io non mi sono preparata". Alla Brilli, placida e contenta, non può fregar di meno. Gelo. E Costanzo rilancia coinvolgendo dalla platea Alberto Castagna e Vittorio Sgarbi ("Le donne fanno quello che gli uomini dicono"). Ma Luciana non molla. Indicando la De Sio e Brilli: "Grazia, Graziella e grazie al.".
Veltroni arriva alle 21 e 45 e si siede accanto a Rutelli. Secondo siparietto. Sul palco salgono Vespa, Fede, Mentana e Lerner. Troppi ego-star e la cosa stenta, tra le solite ripicche. "Perché hai invitato Fede?", giuggioleggia Chicco Robot. Meglio Gad. "Dobbiamo parlare del libro di Vespa?". E Vespa non raccoglie: "Papà", fa rivolto a Costanzo, "Siamo tutti figli tuoi". Lerner chiede e Costanzo risponde che l'intervistato cui tiene di più è il magistrato Di Maggio. "Mi ricordo quando Bertinotti venne al MCS ad annunciare che avrebbe ritirato la fiducia a Prodi". E Gad, col ditone puntato su Bertinotti: "Mannaggia a te!". Entrata di Fiorello. Mentana commenta: "Anche noi abbiamo la nostra Littizzetto". L'unica frecciata a Berlusconi non poteva non arrivare dalla bocca asimmetrica di Lerner: "In platea è seduto Conflitto d'Interessi, cioè il Presidente del Consiglio.. la tivù dei prossimi anni si assomiglierà tutta?". Frizione: Vespa domanda acido a Costanzo come accolse la scesa in campo di Berlusconi. "Male, grazie. Con Berlusconi presidente mi sembra che ti trovi meglio tu!". Vespa continua: "L'Osservatorio di Pavia afferma che "Porta a porta" è un programma bipartizan". Fede, secco: "Io i sondaggi li faccio fare ad Arcore". Lerner ricorda velenoso al vertice di Mediaset seduto in platea (Confalonieri, Piersilvio Berlusconi, Giovanni Modina, Stefano Magnaghi, Mauro Crippa, più Maurizio Costa, Ad della Mondadori) che il Gad televisivo è nato al MCS, allorché si presentò come inviato dell'Espresso.
Dopo Lerner, un altro boccone indigesto per i berluscones: I'inserto registrato con Enzo Biagi che cita Vittorini e raccoglie un applauso moscio. Fiorello si "vespizza", imita il neo dell'informazionme e fa ridere. Fa straridere Gigi Proietti: uno strepitoso numero che parodizza lo chansonnier parigino con una versione di "Ne me quitte pas" rovesciata romanescamente in "Tu non me rompe er ca". Siparietto dedicato allo sgarbismo, malattia infantile del costanzismo. Sul palco il Vate a perdere imita l'Avvocato: la cravatta sopra il maglione. Accanto un formidabile Raimondo Vinello. Sgarbi ricorda la parola che dette il via allo sgarbismo (ma non la pronuncia), cioè "stronza": "Io sono il paradigma dello "s"". E approfitta per dare dello "s" a tutti, da Rutelli a Costanzo. Teoria: a parte Sgarbi, lo stronzismo è un carattere temporaneo. Vianello: "No, condurre un talk-show? Io mi faccio gli affari miei!".
Ma lo sketch più gelante ed esilarante arriva dalla solita Afef, seduta in prima fila. Costanzo: allora ti sposi o non ti sposi? "Ma mi sono sposata ieri". Tutto contento dello scoop dà il là a Demo Morselli per far partire le note della marcia nuziale. Guarda, fa Fiorello, che una cosa simile l'ha già detta da Chiambretti". "Ma non tutti i palcoscenici sono uguali", fa Costanzo. "Vero, Afef? Ci devo credere?". E la lady tunisina svirgola: "Mah, boh, chissà.". Gelo in platea, tramontana sul palco. E ritorna alla carica l'Afeffa, con una dose di antipatia spaziale: "Ma perché siete tutti così curiosi, ma non avete niente di meglio da fare?". Parioli ghiacciato. E pensiero rivolto a Marco Tronchetti Provera che deve sopportare le smanie matrimoniali della fidanzata. Davvero imbarazzante.
Siparietti comici con Platinette, Bergonzoni, Insegno, Riondino, Vergassola e Brignano. Il meglio è Giobbe Covatta: "Non si può parlar male di nessuno, stanno tutti qua.". Poi legge una letterina di Natale: "Qualcuno tira l'acqua al suo mulino; i più ricchi tirano la coca". Vergassola interviene: "Altro che sesso droga e rock'n'roll: qui pippa aspirina e liscio". Platinette ci prova a stuzzicare Ricky Memphis che lo/la rifiuta sdegnato e lei/lui: "Ma come siete tutti ingessati!". Ecco, dall'alto, la voce di Giovanni Paolo II che benedice Costanzo. L'imitazione di Lopez è perfetta e divertente. Sale la Roma sul palco e Sensi benedice Berlusconi. Fiorello imita Venditti e intona "Grazie Roma", Costanzo invita la De Filippi e intona "Grazie Maria". Gino Paoli canta e accende un sermone in gloria di Gino Strada, che indossa un bel maglione.
Vladimir Luxuria fa dimenticare il piagnisteo di Biagio Antonacci introducendo un calendario vivente di drag-queens. Nessun politico sale sul palco, nessun D'Alema si fa vivo e Costanzo chiude la concelebrazione eucaristica del Parioli con una bella frase dello scrittore Eduardo Galeano: "Quando avevamo tutte le risposte, ci hanno cambiato le domande". Sipario, a domani sera.
Copyright Dagospia.com 18 Dicembre 2001