RE GIORGIO SI PAPPA IL MADE IN ITALY
UNA SFILATA LUNGA UN GIORNO PER LE TRUPPE ARMANI
(E TUTTI GLI STILISTI S'INCAZZANO)

Da anni nel mondo della moda circola una battuta: "Gratti Bertelli e salta fuori Cavalli" ovvero sotto il vestito minimal e chic del signor Prada si nasconde (neanche poi troppo) quell'incrocio di volgarità, furbizia, arroganza e voglia di emergere che accomuna i butteri maremmani, i contadini del Chianti e gli arricchiti di Toscana come Roberto Cavalli o Patrizio Bertelli. Dal prossimo 4 marzo bisognerà dire "Armani copia Cavalli", anche a rischio di far venire un infarto per l'orrore al nostro beneamato Spirito Sarto.

Infatti l'uomo più creso d'Italia a cui, com'è noto, fa schifo il lusso, dedicherà un'intera giornata a celebrare se stesso e il suo lavoro come due mesi fa (il 13 gennaio u.s.) ha fatto il suo contrario stilistico. Chi ha vissuto il cosiddetto Cavalli-day a Firenze sa già che è pesante ma non impossibile passare da una mostra a un'inaugurazione, da una sfilata a una cena di gala organizzati nello stesso giorno da un unico marchio: per lo meno dici "Divinoooo!" una sola volta e morta lì.

Ma chi conosce la sobrietà e il rigore di Armani giustamente teme una giornata plumbea che più triste non si può: guai a ridere, occhio all'espressione e ai commenti (Giorgetto tra il pubblico delle sue sfilate infila sempre diverse spie che riferiscono le diverse reazioni: se l'applauso non è abbastanza caloroso e l'encomio non abbastanza rumoroso c'è il rischio di retrocessione dalle prime alle ultime file) - e nessuno speri di mangiare tanto: per star bene nelle giacchette firmate dal babbo di Emporio bisogna essere magri come Fassino.

Il punto, però, è un altro. Dal 24 febbraio al 5 marzo a Milano si svolgono le sfilate di moda femminile: 10 giorni di traffico da morire, di taxi introvabili e di varia disumanità tesa a far marciare un'industria che in Italia fa vivere e bene circa 90.000 persone. Tutti - tranne Mario Boselli (presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana) - dicono che 10 giorni sono troppi, un incubo di eventi parrocchiali che annegano avvenimenti di una certa importanza come le sfilate di Gucci, Prada, Armani e pochissimi altri.

Nel tentativo di far capire che del Marchese Coccapani non gliene frega una mazza a nessuno e men che meno di nomi come Marina Babini, Laura Biagiotti Roma (marchio probabilmente fidanzato con Valentino Garravani Roma, però non si sa chi faccia il maschio), Luciano Soprani e Alviero Martini, giornalisti e compratori stranieri arrivano solo al quinto giorno e scalpitano per trasferirsi a Parigi al più presto anche se qui vengono tutti trattati con i guanti bianchi, mentre lì non c'è trippa per gatti: regali, autisti e fiori son riservati solo alle mega star tipo Suzy Menkes dell'International Herald Tribune oppure Katie Horin del New York Times. Ovvio, quindi, che tutti gli stilisti vogliano sfilare solo negli ultimi 5 giorni del chilometrico calendario milanese.

Carla Ling, braccio destro di Beppe Modenese e unica persona al mondo capace di mettere giù un programma mentre le peggio iene della moda l'assaltano da tutte le parti, stavolta era quasi riuscita a sistemare le 100 e fischia sfilate in programma, mancavano dettagli da sistemare tipo: uno che sfila sempre al pomeriggio che stavolta voleva passare alla mattina e viceversa. Invece lo Spirito Sarto venerdì ha fatto esplodere una bomba in Camera della Moda comunicando più o meno le seguenti cose: "Lunedì 4 tenetemi il posto per 4 sfilate e toglietemi dalle palle gli scocciatori perché dovrò fare una conferenza stampa la mattina, l'inaugurazione del negozio di via Montenapoleone al pomeriggio, una grande festa la sera".

Alla domanda: "Scusa, Giorgio, ma dove li mettiamo gli altri che devono presentare le loro collezioni?" pare che Sua Maestà l'Antilusso non si sia neanche degnato di rispondere: la sola cosa che gl'interessi in certi momenti è avere tutta l'attenzione della stampa e del pubblico, folle oceaniche che premono alle porte, gli osanna del mondo e i lecca-lecca della stampa. Infatti a Milano è già cominciato il toto-ospiti all'Armani Day, di sicuro tutte le reduci di San Remo (la miracolata Vittoria Belvedere in testa) che si son vestite con i suoi modelli durante la kermesse canora, quel che resta di Sophia Loren e tante altre star non perderanno l'occasione di baciare la pantofola a chi regala loro mutande e gonne.


Dagospia.com 6 Febbraio 2002