LE BANDIERE DEI "PACIFISTI" - ITALIANI RAPITI: STRANO BLITZ - MASTELLA E GLI OMICIDI - L'ISLAM E IL RISPETTO DELLE DONNE - INCORREGGIBILE CAVALIERE - L'ORIGINALE SITO DELLA "STAMPA" - IN DIFESA DI LESBO-BANFI - MA IN SALENTO SI PARLA BARESE?...
Riceviamo e pubblichiamo:
Lettera 1
Caro Dago, la cosa più ridicola del corteo dei "pacifisti"- rectius: pacifinti perché, paradossalmente, se non sei d'accordo con loro ti dichiarano guerra - è che, prima di bruciarle, le bandiere israeliane e americane devono comprarsele.
Alessandro Spanu, Mogoro OR
Lettera 2
Medio Oriente, italiani liberi, blitz Sismi" ("TgCom", 22/11/06, ore 8 e 30). Poi leggi il testo, e scopri che uno dei sequestratori ha "portato alla individuazione" (= rivelato) del luogo in cui erano tenuti prigionieri, e che all'atto della "liberazione" erano soli. Insomma, a ragionarci sopra (so che il verbo "ragionare" poco si attaglia a me, ma tant'è...) potrebbe anche sembrare che, pagato un riscatto, siano stati lasciati andare. Ma come si spiega la parola "blitz"? Dobbiamo far fare una bella uscita di scena al licenziato?
Tubi
Lettera 3
Mastella dice che a Milano ci sono più omicidi che a Napoli. Beh, allora i napoletani possono essere contenti, che vogliono di più dalla vita?
Colinmckenzie - http://www.badtaste.it
Lettera 4
Caro Dago, posto che la visita del nostro Capo di Stato al papa è stata puramente istituzionale, e che il protocollo non prevedeva la partecipazione ad alcun rito liturgico, men che meno a nessuna improvvisata eucaristia, qualcuno sa spiegarmi perché Napolitano è andato in vaticano vestito da sommelier?
Francesco Nardi - www.francesconardi.it
Lettera 5
Parrebbe, si verum est quod dicitur, che anche Berlusconi abbia pronto il suo libro di storia da tramandare ai posteri per la sua gloria. Il titolo provvisorio sarebbe "Il Calvario della libertà".
Proporrei al Cavaliere, se in tempo, di aggiustare il titolo. Io scriverei: "Libertà dal calvario". Perché è proprio di questo che il cittadino italiano ha bisogno, liberarsi dai tentacoli che la burocrazia ci ha lasciato in retaggio del suo borbonico spagnolismo.
E sulle orme di questa cultura arcaica, obsoleta, inutile, la stessa vita politica è sottoposta a quelle spartenze arraffatrici dei politicanti assisi sugli scranni del vitalizio conquistato come una sinecura ereditata dalla volontà di Dio. La democrazia langue, geme, biascica.
Ma le corporazioni partitiche non demordono e imbastiscono l'ennesimo canovaccio da offrire al popolo sovrano come recitazione di "Primarie" che dovrebbero legittimare la loro permanenza alla conduzione dello Stato repubblicano.
C'è una protervia, una pervicacia oltraggiosa in questi signori che da decenni si sono impadroniti del potere e farneticano di libertà e di giustizia come se non fossero proprio loro i truci carcerieri di questa democrazia vittima della sindrome di Stoccolma.
Così, Cavaliere, per non fargliela troppo lunga, se titolo dev'essere che titolo sia, ma senza calvario. Vorremmo un Parnaso per cantare con le Muse la nostra libertà.
Celestino Ferraro
Lettera 6
Il quotidiano saudita Watan ha divulgato la notizia che una vedova a sei anni dalla morte del marito, ha partorito un figlio. "Non essendo sposata la donna ha portato avanti una gravidanza illegittima, pertanto sia condannata a morte per lapidazione": così ha sentenziato un integerrimo giudice del tribunale di Hail in Arabia Saudita.
In occidente più di qualcuno si sarà chiesto se la donna ha fatto ricorso. Nient'affatto! L'infedele vedova ha stoicamente accettato il verdetto ammettendo il grave peccato commesso e dicendosi pronta ad affrontare la morte per purificarsi l'anima e conquistare il paradiso.
Che lezione magistrale di alta moralità, di senso religioso, di giustizia e di responsabilità dal mondo islamico. Fa comunque specie sapere che le femministe di casa nostra, sempre così infuriate con il presunto potere maschilista (ammesso che ne esista ancora traccia) non abbiano proferito una sola parola in difesa della sottomessa "peccatrice". Ah già, dimenticavo...A chi importano i diritti delle donne nel mondo, il rispetto della cultura e dell'identità altrui!
Gianni Toffali Verona
Lettera 7
Ogni qual volta c'è un avvenimento importante vantaggioso per l'avversario il Cavaliere lo offusca mediaticamente rilasciando clamorose rivelazioni regolarmente smentite dai suoi portavoce. Oggi c'era da far passare in secondo piano l'incontro tra il Papa e il Presidente Napolitano.
Massimo da Roma
Lettera 8
Caro Dago,
Il quotidiano La Stampa ha rinnovato il suo sito e ha sottoposto ai suoi lettori il quesito: Vi piace il nuovo sito? Ecco i risultati, aggiornati ad ora.
10) Mi piace più Repubblica 1%
9) Mi ricorda la Repubblica 1%
8) Come mai clicco sulla Stampa ma vado a Repubblica? 1%
7) Ah, ecco per fortuna vi ho trovato. Mi date il numero di tel del grafico web di Repubblica? 1%
6) Ma se vi serviva un progetto web perché non mi avete chiamato? 1%
5) Che bello, non sembra nemmeno Repubblica 1%
4) Non trovo i pezzi di D'Avanzo e Bonini. Come mai? 1%
3) Bella idea. Quanto avete pagato a Repubblica? 1%
2) Mi arrendo. Dov'è il particolare differente con Repubblica? 1%
E la number one è:
1) L'avete copiato da Repubblica! 90%
vocidipopolo.ilcannocchiale.it
Lettera 9
Consentitemi di spendere qualche parola a proposito del "Padre delle spose", ma soprattutto dello scandalo che pare abbia suscitato ancor prima di essere vista (il pre-giudizio è proprio il vizietto nazionale). Agli scandalizzati "destri" e "sinistri" per i quali la fiction in questione sarebbe un tale cattivo esempio da "mettere in pericolo il futuro della nostra società" (Giovanardi) e del resto "non è nel programma di governo" (Binetti!!!!), vorrei domandare quale edificante contributo alla società e a una sana visione della famiglia abbiano finora dato le scollacciate protagoniste di "Sex and the city" o le nevrotiche "Casalinghe disperate", per non parlare delle ragazzette con culo e tette di fuori che popolano la tv italiana (pubblica e privata) alcune delle quali, si dice, non esitano a concedere le proprie grazie per una comparsata in tv.
Eppure non mi pare che qualcuno si sia lamentato, almeno non con questa veemenza. Ancora una cosa. Giovanardi (a mio modestissimo parere) ha detto un'idozia, ma è la sua sacrosanta opinione. Quanto detto dalla Binetti invece fa accaponare la pelle: nella tv pubblica non si possono trattare argomenti spinosi non previsti dal programma (200 pagine!!!) di governo! Licenziatelaaaa!!!!
Prodi ha ragione, siamo pazzi! E solo un paese di pazzi infatti, dopo essersi sorbito 5 anni di Berlusconi, poteva mandare a Palazzo Chigi la versione lenta e sovrappeso (hai voglia a pedalare) del barzellettiere di Arcore e la sua armata brancaleone, Binetti compresa.
Gustav der Löwe
Lettera 10
Caro Banfi, Egregio Saccà, Caro editor mancato, non mi soffermo su altre macroscopiche lacune di plot, ma mi sapete spiegare perchè in queste benedette fiction pugliesi, ora lesbo-trullo, l'unica lingua parlata è il barese stretto stretto alla Cassano? Non è la prima volta, ma almeno in questa che si gira interamente a Nardò, cioè nel dolce Salento che di Bari non ha nulla. Ci vuole così tanto ad assoldare un modesto editor che distingua tra capra e "cime de repe"?
G
Lettera 11
Sempre più frequentemente i nostri politici si insaponano la bocca con la proposta di dare maggior spazio in politica alle donne. Benché l'idea sia in sé democraticamente giusta, in realtà si presta a ben altra lettura: poiché oggi la politica non è più sinonimo di servizio allo Stato, bensì di servizio al business del singolo politicante, ecco allora che nasce l'esigenza di consentire a tutti di addentare la "torta" della politica senza distinzione di sesso, favorendone anzi la parità.
Domandiamoci: a noi cittadini importa di più essere "ben serviti" nei nostri diritti o piuttosto essere serviti da un politico che sia uomo o donna? La risposta è scontata: così come ci rivolgiamo al medico valutandone le capacità e non il sesso, allo stesso modo dovrebbe essere in politica.
La smettano i nostri politicanti di propinarci questioni che non esistono e si occupino, piuttosto, di riportare la politica alla sua corretta dimensione di servizio allo Stato e non di business personale: si preoccupino di dare spazio alle persone volenterose e capaci (uomini e donne che siano) e vedranno che il problema della parità dei sessi nella politica si risolverà da solo!
Lorenzo Gnavi
Dagospia 22 Novembre 2006
Lettera 1
Caro Dago, la cosa più ridicola del corteo dei "pacifisti"- rectius: pacifinti perché, paradossalmente, se non sei d'accordo con loro ti dichiarano guerra - è che, prima di bruciarle, le bandiere israeliane e americane devono comprarsele.
Alessandro Spanu, Mogoro OR
Lettera 2
Medio Oriente, italiani liberi, blitz Sismi" ("TgCom", 22/11/06, ore 8 e 30). Poi leggi il testo, e scopri che uno dei sequestratori ha "portato alla individuazione" (= rivelato) del luogo in cui erano tenuti prigionieri, e che all'atto della "liberazione" erano soli. Insomma, a ragionarci sopra (so che il verbo "ragionare" poco si attaglia a me, ma tant'è...) potrebbe anche sembrare che, pagato un riscatto, siano stati lasciati andare. Ma come si spiega la parola "blitz"? Dobbiamo far fare una bella uscita di scena al licenziato?
Tubi
Lettera 3
Mastella dice che a Milano ci sono più omicidi che a Napoli. Beh, allora i napoletani possono essere contenti, che vogliono di più dalla vita?
Colinmckenzie - http://www.badtaste.it
Lettera 4
Caro Dago, posto che la visita del nostro Capo di Stato al papa è stata puramente istituzionale, e che il protocollo non prevedeva la partecipazione ad alcun rito liturgico, men che meno a nessuna improvvisata eucaristia, qualcuno sa spiegarmi perché Napolitano è andato in vaticano vestito da sommelier?
Francesco Nardi - www.francesconardi.it
Lettera 5
Parrebbe, si verum est quod dicitur, che anche Berlusconi abbia pronto il suo libro di storia da tramandare ai posteri per la sua gloria. Il titolo provvisorio sarebbe "Il Calvario della libertà".
Proporrei al Cavaliere, se in tempo, di aggiustare il titolo. Io scriverei: "Libertà dal calvario". Perché è proprio di questo che il cittadino italiano ha bisogno, liberarsi dai tentacoli che la burocrazia ci ha lasciato in retaggio del suo borbonico spagnolismo.
E sulle orme di questa cultura arcaica, obsoleta, inutile, la stessa vita politica è sottoposta a quelle spartenze arraffatrici dei politicanti assisi sugli scranni del vitalizio conquistato come una sinecura ereditata dalla volontà di Dio. La democrazia langue, geme, biascica.
Ma le corporazioni partitiche non demordono e imbastiscono l'ennesimo canovaccio da offrire al popolo sovrano come recitazione di "Primarie" che dovrebbero legittimare la loro permanenza alla conduzione dello Stato repubblicano.
C'è una protervia, una pervicacia oltraggiosa in questi signori che da decenni si sono impadroniti del potere e farneticano di libertà e di giustizia come se non fossero proprio loro i truci carcerieri di questa democrazia vittima della sindrome di Stoccolma.
Così, Cavaliere, per non fargliela troppo lunga, se titolo dev'essere che titolo sia, ma senza calvario. Vorremmo un Parnaso per cantare con le Muse la nostra libertà.
Celestino Ferraro
Lettera 6
Il quotidiano saudita Watan ha divulgato la notizia che una vedova a sei anni dalla morte del marito, ha partorito un figlio. "Non essendo sposata la donna ha portato avanti una gravidanza illegittima, pertanto sia condannata a morte per lapidazione": così ha sentenziato un integerrimo giudice del tribunale di Hail in Arabia Saudita.
In occidente più di qualcuno si sarà chiesto se la donna ha fatto ricorso. Nient'affatto! L'infedele vedova ha stoicamente accettato il verdetto ammettendo il grave peccato commesso e dicendosi pronta ad affrontare la morte per purificarsi l'anima e conquistare il paradiso.
Che lezione magistrale di alta moralità, di senso religioso, di giustizia e di responsabilità dal mondo islamico. Fa comunque specie sapere che le femministe di casa nostra, sempre così infuriate con il presunto potere maschilista (ammesso che ne esista ancora traccia) non abbiano proferito una sola parola in difesa della sottomessa "peccatrice". Ah già, dimenticavo...A chi importano i diritti delle donne nel mondo, il rispetto della cultura e dell'identità altrui!
Gianni Toffali Verona
Lettera 7
Ogni qual volta c'è un avvenimento importante vantaggioso per l'avversario il Cavaliere lo offusca mediaticamente rilasciando clamorose rivelazioni regolarmente smentite dai suoi portavoce. Oggi c'era da far passare in secondo piano l'incontro tra il Papa e il Presidente Napolitano.
Massimo da Roma
Lettera 8
Caro Dago,
Il quotidiano La Stampa ha rinnovato il suo sito e ha sottoposto ai suoi lettori il quesito: Vi piace il nuovo sito? Ecco i risultati, aggiornati ad ora.
10) Mi piace più Repubblica 1%
9) Mi ricorda la Repubblica 1%
8) Come mai clicco sulla Stampa ma vado a Repubblica? 1%
7) Ah, ecco per fortuna vi ho trovato. Mi date il numero di tel del grafico web di Repubblica? 1%
6) Ma se vi serviva un progetto web perché non mi avete chiamato? 1%
5) Che bello, non sembra nemmeno Repubblica 1%
4) Non trovo i pezzi di D'Avanzo e Bonini. Come mai? 1%
3) Bella idea. Quanto avete pagato a Repubblica? 1%
2) Mi arrendo. Dov'è il particolare differente con Repubblica? 1%
E la number one è:
1) L'avete copiato da Repubblica! 90%
vocidipopolo.ilcannocchiale.it
Lettera 9
Consentitemi di spendere qualche parola a proposito del "Padre delle spose", ma soprattutto dello scandalo che pare abbia suscitato ancor prima di essere vista (il pre-giudizio è proprio il vizietto nazionale). Agli scandalizzati "destri" e "sinistri" per i quali la fiction in questione sarebbe un tale cattivo esempio da "mettere in pericolo il futuro della nostra società" (Giovanardi) e del resto "non è nel programma di governo" (Binetti!!!!), vorrei domandare quale edificante contributo alla società e a una sana visione della famiglia abbiano finora dato le scollacciate protagoniste di "Sex and the city" o le nevrotiche "Casalinghe disperate", per non parlare delle ragazzette con culo e tette di fuori che popolano la tv italiana (pubblica e privata) alcune delle quali, si dice, non esitano a concedere le proprie grazie per una comparsata in tv.
Eppure non mi pare che qualcuno si sia lamentato, almeno non con questa veemenza. Ancora una cosa. Giovanardi (a mio modestissimo parere) ha detto un'idozia, ma è la sua sacrosanta opinione. Quanto detto dalla Binetti invece fa accaponare la pelle: nella tv pubblica non si possono trattare argomenti spinosi non previsti dal programma (200 pagine!!!) di governo! Licenziatelaaaa!!!!
Prodi ha ragione, siamo pazzi! E solo un paese di pazzi infatti, dopo essersi sorbito 5 anni di Berlusconi, poteva mandare a Palazzo Chigi la versione lenta e sovrappeso (hai voglia a pedalare) del barzellettiere di Arcore e la sua armata brancaleone, Binetti compresa.
Gustav der Löwe
Lettera 10
Caro Banfi, Egregio Saccà, Caro editor mancato, non mi soffermo su altre macroscopiche lacune di plot, ma mi sapete spiegare perchè in queste benedette fiction pugliesi, ora lesbo-trullo, l'unica lingua parlata è il barese stretto stretto alla Cassano? Non è la prima volta, ma almeno in questa che si gira interamente a Nardò, cioè nel dolce Salento che di Bari non ha nulla. Ci vuole così tanto ad assoldare un modesto editor che distingua tra capra e "cime de repe"?
G
Lettera 11
Sempre più frequentemente i nostri politici si insaponano la bocca con la proposta di dare maggior spazio in politica alle donne. Benché l'idea sia in sé democraticamente giusta, in realtà si presta a ben altra lettura: poiché oggi la politica non è più sinonimo di servizio allo Stato, bensì di servizio al business del singolo politicante, ecco allora che nasce l'esigenza di consentire a tutti di addentare la "torta" della politica senza distinzione di sesso, favorendone anzi la parità.
Domandiamoci: a noi cittadini importa di più essere "ben serviti" nei nostri diritti o piuttosto essere serviti da un politico che sia uomo o donna? La risposta è scontata: così come ci rivolgiamo al medico valutandone le capacità e non il sesso, allo stesso modo dovrebbe essere in politica.
La smettano i nostri politicanti di propinarci questioni che non esistono e si occupino, piuttosto, di riportare la politica alla sua corretta dimensione di servizio allo Stato e non di business personale: si preoccupino di dare spazio alle persone volenterose e capaci (uomini e donne che siano) e vedranno che il problema della parità dei sessi nella politica si risolverà da solo!
Lorenzo Gnavi
Dagospia 22 Novembre 2006