I TRENT'ANNI DEL "MORETTISMO" CELEBRATI DALLO STESSO MORETTI - DAL 6 DICEMBRE IL "NUOVO SACHER" PROIETTA "ECCE BOMBO" - "UN FILM TANTO ANGOSCIOSO DA TOCCARE IL SUBLIME DEL RIDICOLO" - LE FRASI CULT: "GIRO, VEDO GENTE, MI MUOVO, CONOSCO, FACCIO COSE..."
Franco Montini per "la Repubblica"
Il fenomeno Nanni Moretti esplose, imprevisto e improvviso, esattamente trent´anni fa. Il 14 dicembre 1976 al Filmstudio fu proiettato per la prima volta "Io sono un autarchico", che, benché privo di attori professionisti e realizzato con mezzi modestissimi, si impose rapidamente all´attenzione dei media e del pubblico. Nasceva, in quei giorni, il "morettismo".
La ricorrenza viene ricordata e per così dire celebrata dallo stesso Moretti con la riproposta di "Ecce bombo", il suo secondo film, realizzato nel 1978, che dal 6 dicembre tornerà in normale programmazione al cinema Nuovo Sacher. La scelta di rilanciare "Ecce Bombo" piuttosto che "Io sono un autarchico" è dovuta ad alcune difficoltà tecniche. Il primo film, infatti, fu realizzato in maniera amatoriale in Super8, mentre il secondo, prodotto dalla Filmalpha di Mario Gallo, era una vera produzione professionale e in ogni caso le due pellicole rappresentano una sorta di corpus unico, l´ironico ed insieme dolente autoritratto di una generazione.
E a proposito, rivendo oggi "Ecce bombo", è assai curioso notare che seppure nell´immaginario collettivo, il ricordo del film si identifica con commedia e divertimento. In realtà il tono dominante è assai drammatico e pessimistico, con un finale addirittura struggente. «Un film tanto angoscioso da toccare il sublime del ridicolo», come scrisse nella sua recensione il critico Giovanni Grazzini.
Il fatto è che "Ecce bombo", costruito su una struttura frammentaria, del tutto insolita nelle produzione italiana, proponeva anche battute e situazioni genialmente graffianti, che sono rimaste quelle maggiormente tramandate nella tradizione orale. Le invettive contro i mostri sacri dell´epoca Alberto Sordi e Nino Manfredi; le riunioni di "autocoscienza maschile" mutuata dal movimento femminista; la preparazione dell´esame di maturità con il ripasso dei presidenti della Repubblica «De Nicola... Burgnich, Facchetti...»; i racconti sull´amico etiope; le improvvide dichiarazioni d´amore: «Tu mi hai chiesto di fare l´amore: se c´è un motivo non lo facciamo; se non c´è, perché no?»; l´esasperato narcisismo: «Mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo proprio?»; fino alla memorabile (perché vaghissima) risposta alla domanda di Michele a una delle sue occasionali ragazze «Come campi?»: «Giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio cose...».
Rispetto alla realtà odierna, "Ecce bombo", il film che fece scoprire il giovanilismo al cinema italiano, appartiene davvero a un altro mondo; non solo perché all´epoca c´erano ancora i telefoni a gettone con il pulsante da schiacciare alla risposta, ma perché il vissuto, le aspirazioni, il linguaggio, i comportamenti dei protagonisti della storia sono davvero lontani anni luce da quelli dei ragazzi di oggi.
Vedere per credere.
COSÌ GRIDAVA UN ROBIVECCHI.
Da "la Repubblica"
Così Alberto Abruzzese rievoca la genesi del titolo "Ecce Bombo": «Questa enigmatica denominazione Nanni la fece sua dopo aver ascoltato un racconto di Benedetta Bini (mia moglie) che culminava nel ricreare il significato lessicale di quell´incomprensibile richiamo vocale che veniva da un robivecchi, quando, ogni mattina, passava sotto le finestre di casa nostra. Benedetta aveva tradotto quell´iterato appello contro le finestre chiuse in "ecce bombo" e questo non-senso era divenuto un nostro gioco privato. Ecco il titolo del film.
Dagospia 29 Novembre 2006
Il fenomeno Nanni Moretti esplose, imprevisto e improvviso, esattamente trent´anni fa. Il 14 dicembre 1976 al Filmstudio fu proiettato per la prima volta "Io sono un autarchico", che, benché privo di attori professionisti e realizzato con mezzi modestissimi, si impose rapidamente all´attenzione dei media e del pubblico. Nasceva, in quei giorni, il "morettismo".
La ricorrenza viene ricordata e per così dire celebrata dallo stesso Moretti con la riproposta di "Ecce bombo", il suo secondo film, realizzato nel 1978, che dal 6 dicembre tornerà in normale programmazione al cinema Nuovo Sacher. La scelta di rilanciare "Ecce Bombo" piuttosto che "Io sono un autarchico" è dovuta ad alcune difficoltà tecniche. Il primo film, infatti, fu realizzato in maniera amatoriale in Super8, mentre il secondo, prodotto dalla Filmalpha di Mario Gallo, era una vera produzione professionale e in ogni caso le due pellicole rappresentano una sorta di corpus unico, l´ironico ed insieme dolente autoritratto di una generazione.
E a proposito, rivendo oggi "Ecce bombo", è assai curioso notare che seppure nell´immaginario collettivo, il ricordo del film si identifica con commedia e divertimento. In realtà il tono dominante è assai drammatico e pessimistico, con un finale addirittura struggente. «Un film tanto angoscioso da toccare il sublime del ridicolo», come scrisse nella sua recensione il critico Giovanni Grazzini.
Il fatto è che "Ecce bombo", costruito su una struttura frammentaria, del tutto insolita nelle produzione italiana, proponeva anche battute e situazioni genialmente graffianti, che sono rimaste quelle maggiormente tramandate nella tradizione orale. Le invettive contro i mostri sacri dell´epoca Alberto Sordi e Nino Manfredi; le riunioni di "autocoscienza maschile" mutuata dal movimento femminista; la preparazione dell´esame di maturità con il ripasso dei presidenti della Repubblica «De Nicola... Burgnich, Facchetti...»; i racconti sull´amico etiope; le improvvide dichiarazioni d´amore: «Tu mi hai chiesto di fare l´amore: se c´è un motivo non lo facciamo; se non c´è, perché no?»; l´esasperato narcisismo: «Mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo proprio?»; fino alla memorabile (perché vaghissima) risposta alla domanda di Michele a una delle sue occasionali ragazze «Come campi?»: «Giro, vedo gente, mi muovo, conosco, faccio cose...».
Rispetto alla realtà odierna, "Ecce bombo", il film che fece scoprire il giovanilismo al cinema italiano, appartiene davvero a un altro mondo; non solo perché all´epoca c´erano ancora i telefoni a gettone con il pulsante da schiacciare alla risposta, ma perché il vissuto, le aspirazioni, il linguaggio, i comportamenti dei protagonisti della storia sono davvero lontani anni luce da quelli dei ragazzi di oggi.
Vedere per credere.
COSÌ GRIDAVA UN ROBIVECCHI.
Da "la Repubblica"
Così Alberto Abruzzese rievoca la genesi del titolo "Ecce Bombo": «Questa enigmatica denominazione Nanni la fece sua dopo aver ascoltato un racconto di Benedetta Bini (mia moglie) che culminava nel ricreare il significato lessicale di quell´incomprensibile richiamo vocale che veniva da un robivecchi, quando, ogni mattina, passava sotto le finestre di casa nostra. Benedetta aveva tradotto quell´iterato appello contro le finestre chiuse in "ecce bombo" e questo non-senso era divenuto un nostro gioco privato. Ecco il titolo del film.
Dagospia 29 Novembre 2006