RIVINCITE: I PELLEROSSA SEMINOLE SI PAPPANO L'HARD ROCK CAFÈ - BEN JOHNSON ACCUSA: A SEUL '88 MI HA INCASTRATO LEWIS - POLIZIOTTO USA: NON VI MULTO SE MI CANTATE UN RAP - RISTORANTE PER UN MESE: IL 23 DICEMBRE SI SBARACCA.
1 - HARD ROCK CAFE' - TRIBU' DI PELLEROSSA CONQUISTA CATENA PER 1 MLD.
(Ap) - Una tribù di 'pellerossa', i Seminole della Florida, si compra la catena degli Hard Rock café. Se la sono aggiudicata all'asta sborsando quasi un miliardo di dollari. La transazione è stata annunciata dall'attuale proprietario della catena, la società britannica Rank Group, precisando che la cessione è stata concordata per 965 milioni di dollari, e che agli azionisti Rank verrà versato un extra dividendo da 65 pence per azione. Cifre che però non sembrano entusiasmare i mercati, a Londra le azioni Rank ripiegano dell'1,78% a 261,75 pence.
Invece i Seminole si conquistano un catena che conta 124 dei celebri caffè, sparpagliati in tutto il mondo, Roma compresa, oltre a quattro alberghi, due mega-alberghi con casinò e due strutture per concerti, tutto riunito sotto il marchio Hard Rock.
Unica eccezione l'Hard Rock Casino di Londra, che il gruppo Rank conserverà sotto il suo marchio.
Lo scorso anno la catena Hard Rock ha complessivamente realizzato un fatturato da 250,1 milioni di sterline, 370 milioni di euro, con un utile ante imposte e spese per interessi da 34,8 milioni di sterline (51,5 milioni di euro).
"Con questa vendita abbiamo ricavato il massimo possibile dall'Hard Rock, seguendo una visione strategica e con un'asta al rialzo", ha affermato l'amministratore delegato del gruppo Rank, Ian Burke. Per finanziare l'extra dividendo a favore dei propri azionisti Rank utilizzerà 350 milioni di sterline tra i proventi della cessione. L'intera operazione è sottoposta al via libera degli azionisti, che dovrebbero deliberare con un'assemblea a marzo.
2 - BEN JOHNSON ACCUSA, A SEUL '88 MI HA INCASTRATO LEWIS.
(Adnkronos/Dpa) - L'ex velocista canadese Ben Johnson, squalificato a vita per doping, lancia pesanti accuse al suo piu' grande rivale, lo statunitense Carl Lewis: sarebbe stato proprio lui, nel 1988, a sabotare il campione di urine che incastro' Johnson ai Giochi Olimpici di Seul. ''Sono in possesso delle informazioni del come e del perche' fui trovato positivo e di chi c'era dietro tutto questo- -spiega Johnson al quotidiano australiano 'Herald Sun'-. Lewis? Non voglio dire altro, ma lui ha a che vedere con questa faccenda''.
Secondo quando affermato dallo sprinter, Lewis manipolo' le analisi antidoping del rivale, facendolo risultare positivo ad un anabolizzante, lo stanozolol, con l'aiuto di un giocatore di football,dopo che Ben Johnson aveva vinto l'oro nel 100 metri col record del mondo di 9''79. Riscontrato il caso di doping, la Iaaf tolse quindi a Johnson sia il record che l'oro olimpico, che fu assegnato allo stessoLewis, che si era classificato secondo in gara.
Ma secondo il canadese, l'anabolizzante in questione sarebbe stato contenuto in una birra che gli fu offerta da un ex giocatore di football, molto amico di Carl Lewis, e di cui Johnson non rivela il nome, con il quale si fermo' a chiacchierare nell'attesa di effettuare il controllo antidoping. ''Stiamo cercando di ottenere ulteriori informazioni, per far poi parlare i fatti'', ha spiegato l'ex atleta.
Secca e immediata e' arrivata la replica da parte del manager di Carl Lewis, Joe Douglas, che ha respinto ogni accusa. ''Carl non ha nulla a che vedere con la positivita' di Ben Johnson -ha detto-, queste cose non erano certo nel suo stile''. Nel 1993, dopo aver scontato la prima squalifica, Ben Johnson fu nuovamente trovato positivo ad un controllo antidoping e fu squalificato a vita per recidivita'.
3 - POLIZIOTTO FERMA DUE NERI, SE NON VOLETE LA MULTA CANTATEMI UN RAP.
(Adnkronos) - ''Ok ragazzi, niente multa se mi accennate un rap''. E' stata la richiesta di un poliziotto di Tempe, in Arizona, a due giovani afroamericani che aveva fermato mentre era di pattuglia, dopo averli sorpresi a gettare dei rifiuti dal finestrino della loro auto in corsa. L'agente, che per la cronaca e' co-produttore di un 'reality show' sulle operazioni stradali della polizia, ha costretto la coppia di ragazzi ad improvvisare dei
ritornelli. ''Ecco... ditemi, su cosa vorreste fare un rap? Sull'immondizia! Ok. Sentiamo!'', ha detto il poliziotto ai due giovani, a dir poco stupefatti, dopo averli ripresi: ''Sapete quanto costa gettare i rifiuti in terra? Ve lo dico io: 500 dollari''. Sfoderata la telecamera di servizio, il poliziotto ha quindi ripreso, insieme ad un collega, il grottesco spettacolo lungo il ciglio della strada. ''Yo'-Yo'! Mi hanno arrestato, perche' in terra delle cartacce ho gettato! Yo'-Yo'!'', hanno preso ad intonare i due ragazzi, accompagnandosi con ampi gesti delle braccia, alla maniera dei cantanti rap, dimostrando un'ottima reattivita' e sforzandosi di compiacere il loro ''aguzzino''.
A questo punto il poliziotto si e' dichiarato soddisfatto dalla performance e ha esclamato: ''Sapete perche' ho sempre ragione? Perche' ho un distintivo e un'arma. E' cosi' che gira il mondo, vero?'', ha apostrofato la coppia di indisciplinati, prima di congedarli con un ghigno. Questa storia pero', se ha fatto ridere alcuni, non e' affatto andata giu' all' 'Associazione per i diritti civili dei neri' (Naacp) che si e' detta indignata della scena, ritrasmessa piu' volte il mese scorso sulle tv via cavo locali. Il reverendo Oscar Tillman, responsabile della sede della Naacp a Phoenix, l'ha deinfita ''avvilente''. ''Se fosse successo con due studenti bianchi, dubito che il poliziotto si sarebbe comportato alla stesso modo'', ha concluso Tillman. La polizia ha fatto sapere di aver disposto l'apertura di un'indagine interna per far luce sull'accaduto.
4 - A CENA CON LE RENNE.
Nicol degli Innocenti per "Ventiquattro" de "Il Sole 24 Ore" - Molti ristoranti promettono cene memorabili e serate indimenticabili. The Reindeer di Londra a l'unico the possa garantire - letteralmente - un'esperienza irripetibile. È il primo locale "a tempo" della capitale britannica: ha aperto il 1° dicembre e chiuderà il 23. L'idea di creare un ristorante per la stagione natalizia (non a caso si chiama La Renna) è di Pablo Flack e David Waddington, due artistici gastro-imprenditori che negli ultimi anni hanno rilanciato i quartieri orientali di Londra aprendo locali di successo. Anche per The Reindeer hanno scelto una struttura inusuale: una sala delle dimensioni di un hangar nella Truman Brewery, ex fabbrica di birra a Brick Lane, a est della City. «lo lo chiamo guerrilla restaurant - spiega Flack -. Mi piace l'idea di applicare a un ristorante la transitorietà della moda. Oggi c'e, domani no. Sarà come un fuoco d'artificio che illuminerà il dicembre londinese per poi spegnersi. Come un happening artistico, The Reindeer è speciale perché unico e irripetibile.
L'enorme sala e stata trasformata in una landa nordica, con una foresta di pini veri e neve finta, un'algida luce lunare e mille candele sui tavoli. II ristorante non ha sale private, ma chi vuole più privacy può prenotare uno degli chalet di legno nella foresta, importati dalla Svezia. Oltre gli alberi si scorge un teatro-cabaret. "Voglio enfatizzare il contrasto tra l'architettura scarna e le decorazioni opulente, tra gli alberi veri e il mobilio artificiale", dice Flack. Dal soffitto pendono lampadari con corna di renna, di due metri di diametro, importati dal Canada. Tavoli e sedie sono laccati argento, nero o fucsia, come le decorazioni natalizie. All'ingresso troneggia una renna gigantesca, ma Babbo Natale è bandito dal locale per questioni estetiche.
Il ristorante servirà l'ultima cena il 23 dicembre. II giorno dopo le cucine, affittate da una society specializzata, spariranno. Tutto il resto sarà venduto in loco in una caotica asta della vigilia di Natale: andranno al migliore offerente piatti, bicchieri, tavoli a sedie, decorazioni, lampadari e chalet di legno. La sera del 24 dicembre il locale, a parte qualche ago di pino e fiocco di neve, tornerà a essere vuoto, come se nulla fosse mai accaduto.
The Reindeer e un progetto artistico ma anche un business: l'investimento e di 750mila sterline e Flack dice: "Sono ragionevolmente sicuro: non sarà un bagno di sangue. Dicembre e il mese più redditizio per i locali". Anche se The Reindeer dovesse rivelarsi un successo travolgente, non sarà replicato, assicura Flack. "Non avrebbe senso. Potremmo aprire un The Reindeer ogni anno in una città diversa. Forse Milano è pronta per l'arrivo della renna...".
Dagospia 07 Dicembre 2006
(Ap) - Una tribù di 'pellerossa', i Seminole della Florida, si compra la catena degli Hard Rock café. Se la sono aggiudicata all'asta sborsando quasi un miliardo di dollari. La transazione è stata annunciata dall'attuale proprietario della catena, la società britannica Rank Group, precisando che la cessione è stata concordata per 965 milioni di dollari, e che agli azionisti Rank verrà versato un extra dividendo da 65 pence per azione. Cifre che però non sembrano entusiasmare i mercati, a Londra le azioni Rank ripiegano dell'1,78% a 261,75 pence.
Invece i Seminole si conquistano un catena che conta 124 dei celebri caffè, sparpagliati in tutto il mondo, Roma compresa, oltre a quattro alberghi, due mega-alberghi con casinò e due strutture per concerti, tutto riunito sotto il marchio Hard Rock.
Unica eccezione l'Hard Rock Casino di Londra, che il gruppo Rank conserverà sotto il suo marchio.
Lo scorso anno la catena Hard Rock ha complessivamente realizzato un fatturato da 250,1 milioni di sterline, 370 milioni di euro, con un utile ante imposte e spese per interessi da 34,8 milioni di sterline (51,5 milioni di euro).
"Con questa vendita abbiamo ricavato il massimo possibile dall'Hard Rock, seguendo una visione strategica e con un'asta al rialzo", ha affermato l'amministratore delegato del gruppo Rank, Ian Burke. Per finanziare l'extra dividendo a favore dei propri azionisti Rank utilizzerà 350 milioni di sterline tra i proventi della cessione. L'intera operazione è sottoposta al via libera degli azionisti, che dovrebbero deliberare con un'assemblea a marzo.
2 - BEN JOHNSON ACCUSA, A SEUL '88 MI HA INCASTRATO LEWIS.
(Adnkronos/Dpa) - L'ex velocista canadese Ben Johnson, squalificato a vita per doping, lancia pesanti accuse al suo piu' grande rivale, lo statunitense Carl Lewis: sarebbe stato proprio lui, nel 1988, a sabotare il campione di urine che incastro' Johnson ai Giochi Olimpici di Seul. ''Sono in possesso delle informazioni del come e del perche' fui trovato positivo e di chi c'era dietro tutto questo- -spiega Johnson al quotidiano australiano 'Herald Sun'-. Lewis? Non voglio dire altro, ma lui ha a che vedere con questa faccenda''.
Secondo quando affermato dallo sprinter, Lewis manipolo' le analisi antidoping del rivale, facendolo risultare positivo ad un anabolizzante, lo stanozolol, con l'aiuto di un giocatore di football,dopo che Ben Johnson aveva vinto l'oro nel 100 metri col record del mondo di 9''79. Riscontrato il caso di doping, la Iaaf tolse quindi a Johnson sia il record che l'oro olimpico, che fu assegnato allo stessoLewis, che si era classificato secondo in gara.
Ma secondo il canadese, l'anabolizzante in questione sarebbe stato contenuto in una birra che gli fu offerta da un ex giocatore di football, molto amico di Carl Lewis, e di cui Johnson non rivela il nome, con il quale si fermo' a chiacchierare nell'attesa di effettuare il controllo antidoping. ''Stiamo cercando di ottenere ulteriori informazioni, per far poi parlare i fatti'', ha spiegato l'ex atleta.
Secca e immediata e' arrivata la replica da parte del manager di Carl Lewis, Joe Douglas, che ha respinto ogni accusa. ''Carl non ha nulla a che vedere con la positivita' di Ben Johnson -ha detto-, queste cose non erano certo nel suo stile''. Nel 1993, dopo aver scontato la prima squalifica, Ben Johnson fu nuovamente trovato positivo ad un controllo antidoping e fu squalificato a vita per recidivita'.
3 - POLIZIOTTO FERMA DUE NERI, SE NON VOLETE LA MULTA CANTATEMI UN RAP.
(Adnkronos) - ''Ok ragazzi, niente multa se mi accennate un rap''. E' stata la richiesta di un poliziotto di Tempe, in Arizona, a due giovani afroamericani che aveva fermato mentre era di pattuglia, dopo averli sorpresi a gettare dei rifiuti dal finestrino della loro auto in corsa. L'agente, che per la cronaca e' co-produttore di un 'reality show' sulle operazioni stradali della polizia, ha costretto la coppia di ragazzi ad improvvisare dei
ritornelli. ''Ecco... ditemi, su cosa vorreste fare un rap? Sull'immondizia! Ok. Sentiamo!'', ha detto il poliziotto ai due giovani, a dir poco stupefatti, dopo averli ripresi: ''Sapete quanto costa gettare i rifiuti in terra? Ve lo dico io: 500 dollari''. Sfoderata la telecamera di servizio, il poliziotto ha quindi ripreso, insieme ad un collega, il grottesco spettacolo lungo il ciglio della strada. ''Yo'-Yo'! Mi hanno arrestato, perche' in terra delle cartacce ho gettato! Yo'-Yo'!'', hanno preso ad intonare i due ragazzi, accompagnandosi con ampi gesti delle braccia, alla maniera dei cantanti rap, dimostrando un'ottima reattivita' e sforzandosi di compiacere il loro ''aguzzino''.
A questo punto il poliziotto si e' dichiarato soddisfatto dalla performance e ha esclamato: ''Sapete perche' ho sempre ragione? Perche' ho un distintivo e un'arma. E' cosi' che gira il mondo, vero?'', ha apostrofato la coppia di indisciplinati, prima di congedarli con un ghigno. Questa storia pero', se ha fatto ridere alcuni, non e' affatto andata giu' all' 'Associazione per i diritti civili dei neri' (Naacp) che si e' detta indignata della scena, ritrasmessa piu' volte il mese scorso sulle tv via cavo locali. Il reverendo Oscar Tillman, responsabile della sede della Naacp a Phoenix, l'ha deinfita ''avvilente''. ''Se fosse successo con due studenti bianchi, dubito che il poliziotto si sarebbe comportato alla stesso modo'', ha concluso Tillman. La polizia ha fatto sapere di aver disposto l'apertura di un'indagine interna per far luce sull'accaduto.
4 - A CENA CON LE RENNE.
Nicol degli Innocenti per "Ventiquattro" de "Il Sole 24 Ore" - Molti ristoranti promettono cene memorabili e serate indimenticabili. The Reindeer di Londra a l'unico the possa garantire - letteralmente - un'esperienza irripetibile. È il primo locale "a tempo" della capitale britannica: ha aperto il 1° dicembre e chiuderà il 23. L'idea di creare un ristorante per la stagione natalizia (non a caso si chiama La Renna) è di Pablo Flack e David Waddington, due artistici gastro-imprenditori che negli ultimi anni hanno rilanciato i quartieri orientali di Londra aprendo locali di successo. Anche per The Reindeer hanno scelto una struttura inusuale: una sala delle dimensioni di un hangar nella Truman Brewery, ex fabbrica di birra a Brick Lane, a est della City. «lo lo chiamo guerrilla restaurant - spiega Flack -. Mi piace l'idea di applicare a un ristorante la transitorietà della moda. Oggi c'e, domani no. Sarà come un fuoco d'artificio che illuminerà il dicembre londinese per poi spegnersi. Come un happening artistico, The Reindeer è speciale perché unico e irripetibile.
L'enorme sala e stata trasformata in una landa nordica, con una foresta di pini veri e neve finta, un'algida luce lunare e mille candele sui tavoli. II ristorante non ha sale private, ma chi vuole più privacy può prenotare uno degli chalet di legno nella foresta, importati dalla Svezia. Oltre gli alberi si scorge un teatro-cabaret. "Voglio enfatizzare il contrasto tra l'architettura scarna e le decorazioni opulente, tra gli alberi veri e il mobilio artificiale", dice Flack. Dal soffitto pendono lampadari con corna di renna, di due metri di diametro, importati dal Canada. Tavoli e sedie sono laccati argento, nero o fucsia, come le decorazioni natalizie. All'ingresso troneggia una renna gigantesca, ma Babbo Natale è bandito dal locale per questioni estetiche.
Il ristorante servirà l'ultima cena il 23 dicembre. II giorno dopo le cucine, affittate da una society specializzata, spariranno. Tutto il resto sarà venduto in loco in una caotica asta della vigilia di Natale: andranno al migliore offerente piatti, bicchieri, tavoli a sedie, decorazioni, lampadari e chalet di legno. La sera del 24 dicembre il locale, a parte qualche ago di pino e fiocco di neve, tornerà a essere vuoto, come se nulla fosse mai accaduto.
The Reindeer e un progetto artistico ma anche un business: l'investimento e di 750mila sterline e Flack dice: "Sono ragionevolmente sicuro: non sarà un bagno di sangue. Dicembre e il mese più redditizio per i locali". Anche se The Reindeer dovesse rivelarsi un successo travolgente, non sarà replicato, assicura Flack. "Non avrebbe senso. Potremmo aprire un The Reindeer ogni anno in una città diversa. Forse Milano è pronta per l'arrivo della renna...".
Dagospia 07 Dicembre 2006