VATICANO, LE CASE DELLA DISCORDIA - SODANO, L'EX SEGRETARIO DI STATO, NON SI RASSEGNAVA A LASCIARE L'APPARTAMENTO NEI PALAZZI APOSTOLICI - BERTONE, IL SUO SUCCESSORE, HA FATTO ANTICAMERA PER MESI - E IL SUO TRASLOCO AVVERRÀ SOLO TRA QUALCHE TEMPO.

Da "La Stampa"

E' stato lungo l'addio del cardinale Angelo Sodano ai luoghi che l'hanno visto per oltre quindici anni esercitare il delicato compito di Segretario di Stato di due Papi; tanto lungo che il suo successore, il cardinale Tarcisio Bertone deve ancora prendere possesso del suo appartamento nei Palazzi Apostolici, e vive e lavora - ormai da tre mesi - nella Torre di San Giovanni, all'estremo confine del piccolissimo stato, vicino all'eliporto e all'ombra delle antenne super potenti della Radio vaticana. La torre, una delle fortificazioni realizzate nel XV secolo, è alta, poderosa, e dopo aver ospitato fio al 1935 la «Specola» vaticana negli Anni 50 fu ristrutturata e trasformata in residenza per ospiti di particolare riguardo.

Certo, uno così di riguardo come il braccio destro del Papa non l'ha mai visto. E ancora lo ospiterà per qualche tempo. Ci vorrà un po' di tempo perché siano completati i lavori voluti dal nuovo inquilino nel sontuoso appartamento alla «prima loggia» del palazzo apostolico, liberato qualche giorno fa dall'ex segretario di Stato. Non c'è dubbio però che il lento ricambio immobiliare fra i due collaboratori del Pontefice ha fornito una quantità di materiale per il gossip vaticano.



Il problema era trovare uno spazio abbastanza degno e ampio per ospitare il cardinale Sodano. Anche perché il porporato ha assunto il ruolo di Decano del Collegio cardinalizio, e intende viverlo in maniera consona al suo ruolo passato, e alla dignità del consesso di porporati. Un'ipotesi era rappresentata dall'appartamento che fu del cardinale Caprio, nel palazzo dell'ex Sant'Uffizio, a cavallo fra porta Cavalleggeri e piazza San Pietro. Ma per qualche misterioso motivo fu scartato.

Il luogo designato per ospitare il cardinale fu il Collegio Etiopico. E' una palazzina in cui Benedetto XV, nel 1919, collocò il seminario per gli studenti provenienti da quel paese. Ma non è stata un'impresa semplice. Perché l'appartamento in sé non era sufficientemente ampio; e allora, secondo il «gossip» curiale, c'è stata una visita di un alto prelato di Curia, che ha annunciato al vicerettore del Collegio Etiopico, con modi forse un po' troppo sbrigativi, che doveva cedere una stanza del suo appartamento al futuro ospite; e anche con una certa urgenza, perché bisogna sfondare, aprire, fare... Proteste e rimostranze sono state inutili: «E io dove vado? Ho un rettore, e un vescovo, parlatene con loro, non con me. E non mi muovo». Alla fine si è mosso, piuttosto furibondo; e sono cominciati i lavori di ristrutturazione, terminati qualche settimana fa, e Sodano si è trasferito.

Il Collegio Etiopico, però, è isolato, nel cuore dei giardini vaticani; e l'ex Segretario di Stato, che ha traslocato lì non molto tempo fa, sente il peso di quell'isolamento logistico. E a quanto pare sta battendosi per ottenere un ufficio, come Decano del Collegio cardinalizio, nel Palazzo Apostolico. E' umanamente difficile, dopo essere stati tanto al centro, scivolare fuori del cerchio di luce più intensa. E molti in Vaticano ricordano l'episodio del suo predecessore, il cardinale Casaroli, che un giorno, avvolto nel suo cappottino nero, già pensionato, fu fermato da una recluta delle Guardie Svizzere: «Lei dove va?» chiese, prima che l'ufficiale di turno fermasse tanto zelo, e si profondesse in scuse.


Dagospia 19 Dicembre 2006