OGGI QUI, DOMANI LA' (COME TRADURRE DYLAN) - LE CAZZO ANGUILLE CINESI - IL TRAVAGLIO SIMPATICO - PINTO SQUILLO - VALERIA CHE FORUNCOLO - LA SEGRETARIA DI CRAXI - PAUL ALLEN È MOLTO PIÙ DIVERTENTE DI WOODY ALLEN - CHIATTI COATTA: "SEI UNA STRONZA".
1 - PAUL ALLEN È MOLTO, MOLTO PIÙ DIVERTENTE DI WOODY ALLEN
Davvero ciak: la pioggia che ieri sera ha flagellato il Lido ha consigliato di rinviare il party della rivista "Ciak" by Pierina Detassisi. Invece il party del billionaire Paul Allen è andato in onda sulla nave di 95 metri con un centinaio di invitati. Gli italiani si sono fatti riconoscere subito: chiedendo all'orchestrina americana canzoni italiche e portandosi a casa, a mo' di ricordino, le ciabattine griffate P.A. che avevano il compito di riscaldare il piedino nudo. Dal principe 4/4 di sangue blu Carlo Giovannelli (che si è autocandidato chez Allen come ospite per la prossima estate) a Carlito Rossella, trapassando la pierre Tiziana Rocca e la bombastica valeriona marini (che ha colpito tutt per un foruncolone sulla spalla sinistra). Alla fine, dopo un'interminabile karaoke del billionaire, il commento è stato unanime: Paul Allen è molto, molto più divertente di Woody Allen.
2 - OGGI QUI, DOMANI LA' (TRADURRE DYLAN) - LE CAZZO ANGUILLE CINESI - IL TRAVAGLIO SIMPATICO - PINTO SQUILLO - LA SEGRETARIA DI CRAXI
"I am not there", il film di Todd Haynes sulla vita di Bob Dylan, tradotto con un improbabile "Io non sono QUI" (ma il Ministro Fioroni non vigila sulla conoscenza delle inglese?), è un'idea riuscita solo in parte. I sei personaggi che ricordano aspetti diversi della vita di uno dei più bravi cantanti del secondo novecento, tratteggiano una bella storia, un po' sfilacciata. Spiritosa, a tratti, sincera fino all'autodistruzione, in altri. Ma "Zelig" di Woody Allen (quello vero, non quello che produce film con la scusa di poter venire a Venezia), se lo mangia. Splendide le musiche. Ma si trovano su qualunque sito internet dedicato.
- "Che dire di "The hunting party"? L'idea era molto bella. Una sorta di "Under fire" , il film che raccontò, benissimo, la guerra civile contro il Nicaragua di Somoza. La denuncia di una comunità internazionale (perchè non si cita anche l'Italia, presente in forze in Bosnia, oltre che di americani, francesi, inglesi?) che non si sogna lontanamente di catturare due criminali di guerra come Karadzic e Mladic è lodevole.
La storia dell'inviato di guerra è improbabile sin dalle scene iniziali. Tutto è frenetico, "cinematografico", mentre le guerre civili sono lente, difficili da filmare, spesso totalmente contraddittorie. Richard Gere fa la figura dell'irresponsabile mandando il cameraman Terrence Howard a filmare sparatorie a pochi metri di distanza. Fa quello che nessun professionista vero oserebbe: sostanzialmente lo obbliga ad esporsi, restando acquattato al riparo. Poi si innamora di una bella bosniaca (un po' di amore e morte ci stanno sempre), senza sapere che chi va a coprire una guerra evita accuratamente di mescolare lavoro e amore. Per mille ragioni. Anche riguardanti la propria pelle.
Si infila in una storia piena di ingenuità (possibile che il figlio del vice presidente di una delle maggiori tv americane venga spedito in Bosnia con un vecchio anchorman, lo abbandoni, e -all'insaputa del padre - giri per la regione a farsi sparacchiare: uhm). Ma la scena peggiore è proprio l'ultima: il criminale Karadzic viene catturato, legato come un salame, come nei vecchi film western e abbandonato in un villaggio nemico. Povero John Ford...
-"Help me Eros" di Lee Kang Sheng è un tentativo, non riuscito,di proporre una generazione di giovani orientali ridotti alla disperazione. Droga, sesso e violenze. Con anguille nel ruolo di cazzi acquatici, gettate in una vasca da bagno di un cicciona in calore. Difficile capire quale sala potrà ospitare un film simile. I cinema a "luci rosse" stanno scomparendo e nei sex shop si trova di meglio. Ottime invece le canzoni scelte da Fumio Yasuda che dimostra, dopo 20 anni di litanie che ci è toccato sorbire nei ristoranti cinesi in mezza Penisola, che anche da lì possono arrivare musiche romantiche e di pregio. Insomma:non solo involtini primavera, al Lido.
- Bello rivedere Gianni Barbacetto, uno dei migliori giornalisti investigativi appena affondato col defunto "Diario" in versione settimanale. Un "Marco Travaglio simpatico", lo definiscono gli amici. Non fa conferenze al Lido, non modera dibattiti. Guarda solo film . E attende un Editore.
- Meno gentile il bravo Tonino Pinto che arriva in ritardo e se ne va in anticipo dalla proiezione di" I am not there". E si dedica ad una lunga telefonata a proiezione in corso. Vietatissima. Ma forse lui può.
- Allo stand di "Telecom, progetto Italia" potrete vedere al lavoro Daniela Scarso ,una delle segretarie di Bettino Craxi. Come passano gli anni.
3 - LA RAGAZZA CHE HA FATTO GIRAR LA TESTA A CLOONEY.
Michele Anselmi per "Il Giornale"
Sì, era una «lucherinata», cioè una di quelle notizie gonfiate ad arte, anche un po' per scherzo, dal press-agent Enrico Lucherini. Solo che nei giorni è andata montando. E a quel punto c'è chi ha cominciato a chiedersi se non fosse vero. In sostanza: la ventinovenne Serena Scarfone, romana, bellezza fiera e mediterranea, un po' alla Cucinotta, avrebbe declinato l'invito di George Clooney a prendere un drink insieme al Cipriani. Uno smacco per il divo più simpatico della Mostra.
Possibile? Tutto sarebbe successo al party esclusivo, spumeggiante di star, dopo l'anteprima di "Michael Clayton", distribuito da Medusa. Fasciata dall'abito lungo piuttosto scollato sul di dietro, la fanciulla - lavora all'ufficio stampa Mediaset per il settore fiction - ha subito attratto gli sguardi maschili, incluso quello del festeggiato Clooney. Tornata a Roma, lei smentisce, sorridendoci sopra. «Ma quale invito al Cipriani? Certo, l'ho salutato, abbiamo scambiato tre parole, mi sono fatta fotografare insieme per ricordo. Tutto qui. Non ci ha provato. È stato gentile, galante, mi ha baciato la mano, s'è addirittura scusato per la barba lunga. Poi ciascuno al suo tavolo». E se l'invito fosse arrivato? «La storia non si fa con i se... Magari ci avrei pensato sopra. Probabilmente avrei detto di no». Probabilmente.
VALZER. Dopo "Non pensarci" e "La ragazza del lago" anche "Valzer" di Salvatore Maira, con la splendida Valeria Solarino, ha fatto il pieno di applausi, complimenti e recensioni positive. Continuano a deludere, invece, i film italiani in concorso, accolti da silenzi alquanto eloquenti. Chi ha sbagliato? Vai a saperlo. Certo è che "Valzer" era stato offerto alla Mostra. Scartato per il concorso, sarebbe finito in «Orizzonti». A quel punto «Le giornate degli autori» l'hanno richiesto a gran voce, vedendo giusto.
RONDI FOREVER. Il critico del "Tempo", nonché ex direttore della Mostra ed ex presidente della Biennale, ci ha preso gusto. I suoi telegrafici «dispacci», pubblicati in prima pagina sul daily della Mostra, piacciono molto. In risposta a Stefano Disegni, che l'aveva inserito tra «i critici patriottici» per aver applaudito "La ragazza del lago", ieri ha scritto: «Dico 'W il cinema italiano' solo se è bello. E quindi anche quando non imita la tv». È seguita vignetta riparatrice con braccio di ferro, autentico, vinto dall' ottantaseienne critico.
MATCH. Si chiacchiera ancora, qui al Lido, dell'epico match tra Laura Chiatti e Gabriella Sassone alla premiazione di «Diamanti al cinema». Le due non si prendono proprio, per via di una serie di articoli che "Novella 2000" ha riservato ad amori e frequentazioni dell'attrice perugina. Sono volate parole grosse: «Sei una stronza, scrivi cazzate!», ha urlato la Chiatti davanti al buffet. Evidentemente Paolo Franchi ha fatto scuola.
TITOLI. Su "l'Unità" l'immaginifica rubrica di Enrico Ghezzi l'altro ieri era titolata: «C'è dello Scamarcio in Danimarca». Carino. Peccato che nel pezzo non si parlava né di Scamarcio, né di Danimarca.
4 - E ALL'EXCELSIOR SPUNTANO I CACHEMIRE.
Enrico Lucherini per "Il Messaggero"
Nubrifragio. Dai Caraibi, è arrivato a Venezia l'uragano Dean. Annullate tutte le interviste programmate da mesi sulla terrazza dell'Excelsior. La tenda di UnoMattina, con Antonia De Mita provvista di stivali a mezza coscia, si è attorcigliata al tendone di Marzullo che stava intervistando Richard Gere. Stesso destino per la tenda di RaiCinema e quella di Medusa, che si sono unite in un groviglio inestricabile. Fine del dupolio cinematografico, cercasi il terzo polo: la Bim si fa avanti. Lo Cascio, magrissimo, è stato trasportato dal vento come un fuscello ed è atterrato nello spazio di Cinecittà dove Bonaga dissertava con i suoi filosofi: pubblico assente, c'erano solo tre camerieri distratti. Il manifesto "amletico" della Ragazza del lago (vedi morte di Ofelia) durante l'uragano è stato colpito dal faccione formato gigante di Clooney-Michael Clayton. Si moltiplicano sul lungomare gli scontri di biciclette, giornalisti infortunati.
E con il maltempo, sono comparsi al Lido i cachermire a quattro fili. Rossella Falk ha estratto da uno dei suoi dodici bauli un impermeabile azzurro, lungo fino ai piedi e foderato di zibellino. La Finocchiaro si aggira per il Lido invocando il sole e il caldo della sua Sicilia.
FIATO ALLE TROMBE. «Quando voglio nascondermi, divento esuberante e iperpositiva. Poi torno a casa e mi mangio le unghie. Per fortuna con gli amici non ce n'è mai bisogno. Non sarò mai una diva. La popolarità è un'altalena». Così parlò Carolina Crescentini.
5 - RISPUNTA IL PRIMO WESTERN GAY.
Da "Il Giornale"
Cinque killer alla caccia di El puro che gira con una taglia di diecimila dollari. A un certo punto la situazione si ribalta ed è El puro a farli fuori uno ad uno. "La taglia è tua... l'uomo lo ammazzo io" di Edward G. Muller (pseudonimo di Edoardo Mulargia) del 1969 è per gli amanti del genere un cult. Ma quello che oggi lo rende curioso è la scena di un bacio fra due cowboy che si lasciano andare all'effusione dopo aver massacrato di botte una prostituta. Un bacio scoccato ben trentacinque anni prima che a Venezia fosse premiato "I segreti di Brokeback Mountain" con la storia d'amore tra due cowboy. Il primo western gay è italiano.
Dagospia 05 Settembre 2007
Davvero ciak: la pioggia che ieri sera ha flagellato il Lido ha consigliato di rinviare il party della rivista "Ciak" by Pierina Detassisi. Invece il party del billionaire Paul Allen è andato in onda sulla nave di 95 metri con un centinaio di invitati. Gli italiani si sono fatti riconoscere subito: chiedendo all'orchestrina americana canzoni italiche e portandosi a casa, a mo' di ricordino, le ciabattine griffate P.A. che avevano il compito di riscaldare il piedino nudo. Dal principe 4/4 di sangue blu Carlo Giovannelli (che si è autocandidato chez Allen come ospite per la prossima estate) a Carlito Rossella, trapassando la pierre Tiziana Rocca e la bombastica valeriona marini (che ha colpito tutt per un foruncolone sulla spalla sinistra). Alla fine, dopo un'interminabile karaoke del billionaire, il commento è stato unanime: Paul Allen è molto, molto più divertente di Woody Allen.
2 - OGGI QUI, DOMANI LA' (TRADURRE DYLAN) - LE CAZZO ANGUILLE CINESI - IL TRAVAGLIO SIMPATICO - PINTO SQUILLO - LA SEGRETARIA DI CRAXI
"I am not there", il film di Todd Haynes sulla vita di Bob Dylan, tradotto con un improbabile "Io non sono QUI" (ma il Ministro Fioroni non vigila sulla conoscenza delle inglese?), è un'idea riuscita solo in parte. I sei personaggi che ricordano aspetti diversi della vita di uno dei più bravi cantanti del secondo novecento, tratteggiano una bella storia, un po' sfilacciata. Spiritosa, a tratti, sincera fino all'autodistruzione, in altri. Ma "Zelig" di Woody Allen (quello vero, non quello che produce film con la scusa di poter venire a Venezia), se lo mangia. Splendide le musiche. Ma si trovano su qualunque sito internet dedicato.
- "Che dire di "The hunting party"? L'idea era molto bella. Una sorta di "Under fire" , il film che raccontò, benissimo, la guerra civile contro il Nicaragua di Somoza. La denuncia di una comunità internazionale (perchè non si cita anche l'Italia, presente in forze in Bosnia, oltre che di americani, francesi, inglesi?) che non si sogna lontanamente di catturare due criminali di guerra come Karadzic e Mladic è lodevole.
La storia dell'inviato di guerra è improbabile sin dalle scene iniziali. Tutto è frenetico, "cinematografico", mentre le guerre civili sono lente, difficili da filmare, spesso totalmente contraddittorie. Richard Gere fa la figura dell'irresponsabile mandando il cameraman Terrence Howard a filmare sparatorie a pochi metri di distanza. Fa quello che nessun professionista vero oserebbe: sostanzialmente lo obbliga ad esporsi, restando acquattato al riparo. Poi si innamora di una bella bosniaca (un po' di amore e morte ci stanno sempre), senza sapere che chi va a coprire una guerra evita accuratamente di mescolare lavoro e amore. Per mille ragioni. Anche riguardanti la propria pelle.
Si infila in una storia piena di ingenuità (possibile che il figlio del vice presidente di una delle maggiori tv americane venga spedito in Bosnia con un vecchio anchorman, lo abbandoni, e -all'insaputa del padre - giri per la regione a farsi sparacchiare: uhm). Ma la scena peggiore è proprio l'ultima: il criminale Karadzic viene catturato, legato come un salame, come nei vecchi film western e abbandonato in un villaggio nemico. Povero John Ford...
-"Help me Eros" di Lee Kang Sheng è un tentativo, non riuscito,di proporre una generazione di giovani orientali ridotti alla disperazione. Droga, sesso e violenze. Con anguille nel ruolo di cazzi acquatici, gettate in una vasca da bagno di un cicciona in calore. Difficile capire quale sala potrà ospitare un film simile. I cinema a "luci rosse" stanno scomparendo e nei sex shop si trova di meglio. Ottime invece le canzoni scelte da Fumio Yasuda che dimostra, dopo 20 anni di litanie che ci è toccato sorbire nei ristoranti cinesi in mezza Penisola, che anche da lì possono arrivare musiche romantiche e di pregio. Insomma:non solo involtini primavera, al Lido.
- Bello rivedere Gianni Barbacetto, uno dei migliori giornalisti investigativi appena affondato col defunto "Diario" in versione settimanale. Un "Marco Travaglio simpatico", lo definiscono gli amici. Non fa conferenze al Lido, non modera dibattiti. Guarda solo film . E attende un Editore.
- Meno gentile il bravo Tonino Pinto che arriva in ritardo e se ne va in anticipo dalla proiezione di" I am not there". E si dedica ad una lunga telefonata a proiezione in corso. Vietatissima. Ma forse lui può.
- Allo stand di "Telecom, progetto Italia" potrete vedere al lavoro Daniela Scarso ,una delle segretarie di Bettino Craxi. Come passano gli anni.
3 - LA RAGAZZA CHE HA FATTO GIRAR LA TESTA A CLOONEY.
Michele Anselmi per "Il Giornale"
Sì, era una «lucherinata», cioè una di quelle notizie gonfiate ad arte, anche un po' per scherzo, dal press-agent Enrico Lucherini. Solo che nei giorni è andata montando. E a quel punto c'è chi ha cominciato a chiedersi se non fosse vero. In sostanza: la ventinovenne Serena Scarfone, romana, bellezza fiera e mediterranea, un po' alla Cucinotta, avrebbe declinato l'invito di George Clooney a prendere un drink insieme al Cipriani. Uno smacco per il divo più simpatico della Mostra.
Possibile? Tutto sarebbe successo al party esclusivo, spumeggiante di star, dopo l'anteprima di "Michael Clayton", distribuito da Medusa. Fasciata dall'abito lungo piuttosto scollato sul di dietro, la fanciulla - lavora all'ufficio stampa Mediaset per il settore fiction - ha subito attratto gli sguardi maschili, incluso quello del festeggiato Clooney. Tornata a Roma, lei smentisce, sorridendoci sopra. «Ma quale invito al Cipriani? Certo, l'ho salutato, abbiamo scambiato tre parole, mi sono fatta fotografare insieme per ricordo. Tutto qui. Non ci ha provato. È stato gentile, galante, mi ha baciato la mano, s'è addirittura scusato per la barba lunga. Poi ciascuno al suo tavolo». E se l'invito fosse arrivato? «La storia non si fa con i se... Magari ci avrei pensato sopra. Probabilmente avrei detto di no». Probabilmente.
VALZER. Dopo "Non pensarci" e "La ragazza del lago" anche "Valzer" di Salvatore Maira, con la splendida Valeria Solarino, ha fatto il pieno di applausi, complimenti e recensioni positive. Continuano a deludere, invece, i film italiani in concorso, accolti da silenzi alquanto eloquenti. Chi ha sbagliato? Vai a saperlo. Certo è che "Valzer" era stato offerto alla Mostra. Scartato per il concorso, sarebbe finito in «Orizzonti». A quel punto «Le giornate degli autori» l'hanno richiesto a gran voce, vedendo giusto.
RONDI FOREVER. Il critico del "Tempo", nonché ex direttore della Mostra ed ex presidente della Biennale, ci ha preso gusto. I suoi telegrafici «dispacci», pubblicati in prima pagina sul daily della Mostra, piacciono molto. In risposta a Stefano Disegni, che l'aveva inserito tra «i critici patriottici» per aver applaudito "La ragazza del lago", ieri ha scritto: «Dico 'W il cinema italiano' solo se è bello. E quindi anche quando non imita la tv». È seguita vignetta riparatrice con braccio di ferro, autentico, vinto dall' ottantaseienne critico.
MATCH. Si chiacchiera ancora, qui al Lido, dell'epico match tra Laura Chiatti e Gabriella Sassone alla premiazione di «Diamanti al cinema». Le due non si prendono proprio, per via di una serie di articoli che "Novella 2000" ha riservato ad amori e frequentazioni dell'attrice perugina. Sono volate parole grosse: «Sei una stronza, scrivi cazzate!», ha urlato la Chiatti davanti al buffet. Evidentemente Paolo Franchi ha fatto scuola.
TITOLI. Su "l'Unità" l'immaginifica rubrica di Enrico Ghezzi l'altro ieri era titolata: «C'è dello Scamarcio in Danimarca». Carino. Peccato che nel pezzo non si parlava né di Scamarcio, né di Danimarca.
4 - E ALL'EXCELSIOR SPUNTANO I CACHEMIRE.
Enrico Lucherini per "Il Messaggero"
Nubrifragio. Dai Caraibi, è arrivato a Venezia l'uragano Dean. Annullate tutte le interviste programmate da mesi sulla terrazza dell'Excelsior. La tenda di UnoMattina, con Antonia De Mita provvista di stivali a mezza coscia, si è attorcigliata al tendone di Marzullo che stava intervistando Richard Gere. Stesso destino per la tenda di RaiCinema e quella di Medusa, che si sono unite in un groviglio inestricabile. Fine del dupolio cinematografico, cercasi il terzo polo: la Bim si fa avanti. Lo Cascio, magrissimo, è stato trasportato dal vento come un fuscello ed è atterrato nello spazio di Cinecittà dove Bonaga dissertava con i suoi filosofi: pubblico assente, c'erano solo tre camerieri distratti. Il manifesto "amletico" della Ragazza del lago (vedi morte di Ofelia) durante l'uragano è stato colpito dal faccione formato gigante di Clooney-Michael Clayton. Si moltiplicano sul lungomare gli scontri di biciclette, giornalisti infortunati.
E con il maltempo, sono comparsi al Lido i cachermire a quattro fili. Rossella Falk ha estratto da uno dei suoi dodici bauli un impermeabile azzurro, lungo fino ai piedi e foderato di zibellino. La Finocchiaro si aggira per il Lido invocando il sole e il caldo della sua Sicilia.
FIATO ALLE TROMBE. «Quando voglio nascondermi, divento esuberante e iperpositiva. Poi torno a casa e mi mangio le unghie. Per fortuna con gli amici non ce n'è mai bisogno. Non sarò mai una diva. La popolarità è un'altalena». Così parlò Carolina Crescentini.
5 - RISPUNTA IL PRIMO WESTERN GAY.
Da "Il Giornale"
Cinque killer alla caccia di El puro che gira con una taglia di diecimila dollari. A un certo punto la situazione si ribalta ed è El puro a farli fuori uno ad uno. "La taglia è tua... l'uomo lo ammazzo io" di Edward G. Muller (pseudonimo di Edoardo Mulargia) del 1969 è per gli amanti del genere un cult. Ma quello che oggi lo rende curioso è la scena di un bacio fra due cowboy che si lasciano andare all'effusione dopo aver massacrato di botte una prostituta. Un bacio scoccato ben trentacinque anni prima che a Venezia fosse premiato "I segreti di Brokeback Mountain" con la storia d'amore tra due cowboy. Il primo western gay è italiano.
Dagospia 05 Settembre 2007