IERI, MI FACCIO LA BARCA. OGGI, MI FACCIO IL PORTO - CALTAGIRONE, COLANINNO, FERRAGAMO, BELLAVISTA, LIGRESTI, MPS: COME SI BALLA BENE NEI PORTI TURISTICI (ADDIO AL VALZER DEL MATTONE?).
Gaia Scacciavillani per Finanza&Mercati
L'ultimo arrivato è Roberto Colaninno, il più blasonato è Leonardo Ferragamo e i primi big del mattone ad averci messo piede sono Bellavista Caltagirone e il gruppo Ligresti. Tra le banche spicca l'impegno del Monte dei Paschi di Siena. Ciò che è chiaro, in ogni caso, è che il parterre degli imprenditori (del mattone e non) che puntano sui porti turistici si sta facendo sempre più ampio. Perché è questa una delle nuove frontiere (leggi miniere) del real estate.
«Nell'ambito del real estate in senso allargato, il comparto turistico-portuale è uno dei settori più redditizi, che offre margini decisamente superiori a quelli dell'immobiliare classico. Tanto più che in Italia i porti non ci sono», spiegano dal quartier generale di Acqua Pia Antica Marcia. Il gruppo immobiliare di Francesco Bellavista Caltagirone è entrato nel business diportistico-portuale nel 2005 con l'esecuzione delle opere di terra dell'approdo di San Lorenzo al Mare (Imperia), la realizzazione dell'imponente porto turistico di Imperia (Acqua Marcia è socia al 33%) e, da quest'anno, della nuova Marina di Siracusa. Gli investimenti sui tre progetti non superano i 250 milioni di euro, ma l'ingegner Caltagirone non ha intenzione di fermarsi qua: «Ci stiamo guardando in giro per nuovi acquisti - continuano dalla società - vogliamo espanderci per essere i primi e creare un network di porti turistici italiani».
La creazione di una rete di porti è uno dei principali obiettivi anche della controllata del Tesoro Italia Navigando (Sviluppo Italia), che ha all'attivo 9 porti operativi, 2 in costruzione e 20 progetti in via di approvazione. La privatizzazione della società è nell'aria da tempo e benché non sia ancora stato fatto alcun passo formale in tal senso, fa gola a molti. Così come fa gola il dossier per la dismissione dell'80% della Marinella Spa che il Monte dei Paschi di Siena ha recentemente rispolverato dopo averlo chiuso in un cassetto a fine 2005.
Per la società di Sarzana, il cui valore secondo indiscrezioni non confermate dovrebbe aggirarsi sui 60 milioni di euro (la società è iscritta a bilancio per 18,97 milioni), sembra finalmente avvicinarsi il via libera alla riqualificazione del parco di 450 ettari nella Bassa Val di Magra avviato nel 2003. Lo scorso aprile, infatti, la Conferenza preliminare dei servizi della Provincia di La Spezia ha approvato il piano che, accanto al rilancio produttivo dell'azienda agricola, alla riqualificazione funzionale e ambientale del litorale e al recupero del borgo storico di Marinella, prevede la riorganizzazione delle attività nautiche presenti sul fiume.
E la realizzazione di due porticcioli per circa 900 posti barca. Investimenti necessari: 300 milioni di euro, un terzo dei quali destinati alle marine. «La ricerca è in fase avanzata - spiegano dalla società - Prevediamo di individuare il partner industriale entro un mese: abbiamo invitato soggetti con forte esperienza nazionale e internazionale nel settore».
Legittimo supporre che, visto il legame azionario con Mps, tra i potenziali candidati possa entrare anche il costruttore-editore romano Francesco Gaetano Caltagirone, che al momento non è in corsa. «Abbiamo invitato a partecipare gli stessi che due anni fa avevano manifestato interesse per il progetto - aggiungono da Sarzana - La due diligence dovrebbe chiudersi a gennaio». Il riferimento è alla gara del 2005, poi sospesa, che aveva suscitato l'interesse di una ventina di operatori. Tra i nomi circolati all'epoca c'erano quelli delle italiane Pirelli Re e Progestim (Ligresti), di stranieri come Hines, di merchant bank come Goldman Sachs, di grandi imprese di costruzione che operano come general contractor e di operatori alberghieri. Alla finestra erano rimasti alcuni gruppi specializzati nella nautica, come la Azimut Benetti di Paolo Vitelli, che ha all'attivo 3 marine (Varazze, Viareggio e Mosca) oltre a un imponente progetto a Livorno.
Nel frattempo a Loano il gruppo Ligresti sta lavorando a pieno ritmo all'ampliamento dell'approdo locale, dopo che, poco più di un anno fa, si è chiuso un iter burocratico durato più di 15 anni. Il porto, sulla via per Montecarlo, è già in attività con 450 ormeggi e, una volta completate le opere, ospiterà 1.200 imbarcazioni. Il progetto (80 milioni di euro l'investimento) prevede attività commerciali, un mercato ittico e un cantiere per l'assistenza alle imbarcazioni.
Oltre a un garage su più livelli nel molo di sopraflutto per oltre 1.000 posti auto che dal punto di vista economico offre ottime possibilità di resa. Secondo fonti vicine alla società che sta realizzando la struttura, la Portobello Spa, «l'esigenza di nuovi porti viene dal mercato delle imbarcazioni, che non ha subito crisi. I cantieri hanno ordini fino al 2016 che restano fermi perché gli armatori non sanno dove ormeggiare. Dal punto di vista del business, inoltre, se i porti sono gestiti bene offrono margini quasi doppi rispetto all'immobiliare puro».
Colaninno, che sul tema si è espresso con parsimonia né ha svelato l'identità di un eventuale partner, è in attesa dell'ultimo placet della Regione Liguria al progetto di riqualificazione di un'area di Pietra Ligure occupata da uno stabilimento dei Cantieri Navali Rodriquez che l'imprenditore mantovano ha rilevato nel 2004 in partnership con Banca Intesa e General Electric e che è stato recentemente oggetto di una ricapitalizzazione da 10 milioni sottoscritta pro quota da Intesa Sanpaolo (25%) e da Immsi (63%). Il piano prevede la realizzazione di un nuovo cantiere e di un porticciolo turistico, oltre alla riconversione degli altri spazi (residenziale e commerciale). L'ultima tappa è stata l'acquisto dei terreni (oltre 15.000 metri quadrati) dal Demanio, attraverso un'asta con un solo concorrente, per 17,4 milioni: la base fissata in sede di bando.
Dagospia 19 Dicembre 2007
L'ultimo arrivato è Roberto Colaninno, il più blasonato è Leonardo Ferragamo e i primi big del mattone ad averci messo piede sono Bellavista Caltagirone e il gruppo Ligresti. Tra le banche spicca l'impegno del Monte dei Paschi di Siena. Ciò che è chiaro, in ogni caso, è che il parterre degli imprenditori (del mattone e non) che puntano sui porti turistici si sta facendo sempre più ampio. Perché è questa una delle nuove frontiere (leggi miniere) del real estate.
«Nell'ambito del real estate in senso allargato, il comparto turistico-portuale è uno dei settori più redditizi, che offre margini decisamente superiori a quelli dell'immobiliare classico. Tanto più che in Italia i porti non ci sono», spiegano dal quartier generale di Acqua Pia Antica Marcia. Il gruppo immobiliare di Francesco Bellavista Caltagirone è entrato nel business diportistico-portuale nel 2005 con l'esecuzione delle opere di terra dell'approdo di San Lorenzo al Mare (Imperia), la realizzazione dell'imponente porto turistico di Imperia (Acqua Marcia è socia al 33%) e, da quest'anno, della nuova Marina di Siracusa. Gli investimenti sui tre progetti non superano i 250 milioni di euro, ma l'ingegner Caltagirone non ha intenzione di fermarsi qua: «Ci stiamo guardando in giro per nuovi acquisti - continuano dalla società - vogliamo espanderci per essere i primi e creare un network di porti turistici italiani».
La creazione di una rete di porti è uno dei principali obiettivi anche della controllata del Tesoro Italia Navigando (Sviluppo Italia), che ha all'attivo 9 porti operativi, 2 in costruzione e 20 progetti in via di approvazione. La privatizzazione della società è nell'aria da tempo e benché non sia ancora stato fatto alcun passo formale in tal senso, fa gola a molti. Così come fa gola il dossier per la dismissione dell'80% della Marinella Spa che il Monte dei Paschi di Siena ha recentemente rispolverato dopo averlo chiuso in un cassetto a fine 2005.
Per la società di Sarzana, il cui valore secondo indiscrezioni non confermate dovrebbe aggirarsi sui 60 milioni di euro (la società è iscritta a bilancio per 18,97 milioni), sembra finalmente avvicinarsi il via libera alla riqualificazione del parco di 450 ettari nella Bassa Val di Magra avviato nel 2003. Lo scorso aprile, infatti, la Conferenza preliminare dei servizi della Provincia di La Spezia ha approvato il piano che, accanto al rilancio produttivo dell'azienda agricola, alla riqualificazione funzionale e ambientale del litorale e al recupero del borgo storico di Marinella, prevede la riorganizzazione delle attività nautiche presenti sul fiume.
E la realizzazione di due porticcioli per circa 900 posti barca. Investimenti necessari: 300 milioni di euro, un terzo dei quali destinati alle marine. «La ricerca è in fase avanzata - spiegano dalla società - Prevediamo di individuare il partner industriale entro un mese: abbiamo invitato soggetti con forte esperienza nazionale e internazionale nel settore».
Legittimo supporre che, visto il legame azionario con Mps, tra i potenziali candidati possa entrare anche il costruttore-editore romano Francesco Gaetano Caltagirone, che al momento non è in corsa. «Abbiamo invitato a partecipare gli stessi che due anni fa avevano manifestato interesse per il progetto - aggiungono da Sarzana - La due diligence dovrebbe chiudersi a gennaio». Il riferimento è alla gara del 2005, poi sospesa, che aveva suscitato l'interesse di una ventina di operatori. Tra i nomi circolati all'epoca c'erano quelli delle italiane Pirelli Re e Progestim (Ligresti), di stranieri come Hines, di merchant bank come Goldman Sachs, di grandi imprese di costruzione che operano come general contractor e di operatori alberghieri. Alla finestra erano rimasti alcuni gruppi specializzati nella nautica, come la Azimut Benetti di Paolo Vitelli, che ha all'attivo 3 marine (Varazze, Viareggio e Mosca) oltre a un imponente progetto a Livorno.
Nel frattempo a Loano il gruppo Ligresti sta lavorando a pieno ritmo all'ampliamento dell'approdo locale, dopo che, poco più di un anno fa, si è chiuso un iter burocratico durato più di 15 anni. Il porto, sulla via per Montecarlo, è già in attività con 450 ormeggi e, una volta completate le opere, ospiterà 1.200 imbarcazioni. Il progetto (80 milioni di euro l'investimento) prevede attività commerciali, un mercato ittico e un cantiere per l'assistenza alle imbarcazioni.
Oltre a un garage su più livelli nel molo di sopraflutto per oltre 1.000 posti auto che dal punto di vista economico offre ottime possibilità di resa. Secondo fonti vicine alla società che sta realizzando la struttura, la Portobello Spa, «l'esigenza di nuovi porti viene dal mercato delle imbarcazioni, che non ha subito crisi. I cantieri hanno ordini fino al 2016 che restano fermi perché gli armatori non sanno dove ormeggiare. Dal punto di vista del business, inoltre, se i porti sono gestiti bene offrono margini quasi doppi rispetto all'immobiliare puro».
Colaninno, che sul tema si è espresso con parsimonia né ha svelato l'identità di un eventuale partner, è in attesa dell'ultimo placet della Regione Liguria al progetto di riqualificazione di un'area di Pietra Ligure occupata da uno stabilimento dei Cantieri Navali Rodriquez che l'imprenditore mantovano ha rilevato nel 2004 in partnership con Banca Intesa e General Electric e che è stato recentemente oggetto di una ricapitalizzazione da 10 milioni sottoscritta pro quota da Intesa Sanpaolo (25%) e da Immsi (63%). Il piano prevede la realizzazione di un nuovo cantiere e di un porticciolo turistico, oltre alla riconversione degli altri spazi (residenziale e commerciale). L'ultima tappa è stata l'acquisto dei terreni (oltre 15.000 metri quadrati) dal Demanio, attraverso un'asta con un solo concorrente, per 17,4 milioni: la base fissata in sede di bando.
Dagospia 19 Dicembre 2007