NOTTE BIANCA (IN CHIESA) - BIBIONE (VENEZIA): OGNI GIOVEDÌ IL PARROCO APRE LA CHIESA ALLE 8 DI SERA E LA CHIUDE ALLE 8 DEL MATTINO - È UN SUCCESSONE: ENTRANO IN 500 - "SARÀ IL FASCINO DELLA NOTTE".

Roberto Bianchin per "la Repubblica"


Il parroco della notte apre la sua chiesa alle otto di sera e la chiude alle otto del mattino. Tutti i giovedì d´estate. Per fare concorrenza alle discoteche e «dare un´alternativa a molti giovani» di Bibione, in provincia di Venezia. Sembrava solo la boutade di un prete bizzarro, quella della chiesa aperta di notte. Invece funziona, ed è un successo. Quattrocento persone alla volta nei giovedì di luglio, cinquecento - il record - la settimana scorsa, nonostante i richiami del litorale, e una maratona di sei ore filate di colloqui e confessioni.

Neanche don Andrea si aspettava una simile affluenza. Soprattutto giovani all´uscita dalle discoteche. Ma anche gente di ogni età: coppie, turisti, baristi, giostrai, nottambuli, carabinieri, poliziotti. «Sarà il fascino della notte - sorride - e il fatto che non devi correre come durante il giorno, che hai più tempo per parlare senza bisogno di guardare l´orologio». E per tutti, dopo la mezzanotte, una tazza di caffè. Gratis.

La chiesa di Santa Maria Assunta, una costruzione moderna a forma di vela, col tetto spiovente e una grande vetrata a mosaico, è illuminata come il luna park poco distante da cui giungono gli echi delle giostre. Sul portone c´è un "avviso sacro" rivolto al popolo della notte, scritto su un cartello rosso, dove il parroco spiega che l´apertura notturna della chiesa è "un segno per manifestare vicinanza a quanti, per vari motivi, sono svegli di notte: ai giovani, agli anziani e malati, ai lavoratori, alle forze dell´ordine, ai medici e infermieri, alle persone preoccupate, ansiose, in crisi». Per tutti, spiega, «il don veglia e prega, e con lui quanti decideranno di unirsi». Aggiunge che lui stesso sarà «presente e disponibile tutta la notte per un saluto, un colloquio, una confessione».

Ha modi garbati, occhi celeste mare e un sorriso largo il parroco della notte, don Andrea Vena, 39 anni, friulano di Porcia, docente in teologia spirituale, da cinque anni parroco di questa spiaggia che d´inverno è un villaggio di tremila anime e d´estate una cittadina di 250mila abitanti. «Una stagionalità che scombussola i ragazzi», spiega. Per questo ha aperto loro prima le porte della canonica, dove si ritrovano il sabato sera per cucinare gli spaghetti e vedere un film in dvd, e adesso le porte della chiesa di notte. E i giovani arrivano. «Molti vogliono solo parlare», dice il parroco.



«Non li obbligo a confessarsi, se non lo desiderano». «Il don ci sa ascoltare, ci capisce, è un amico più che un prete», dice Marco, 18 anni, pantaloni bianchi, maglietta firmata, ciuffo sbarazzino. Perché è moderno, sì, don Andrea, sa parlare ai giovani come va in spiaggia a parlare coi bagnini, nei locali a parlare coi baristi, nei negozi con gli esercenti, negli hotel con gli albergatori, «e andrò anche in discoteca», promette. Ma non è un rivoluzionario.

La sua parola è in linea con i dettati della Chiesa. «La fede non è una scelta da sballo», predica ai fedeli. Ne ha molti. Vengono in più di mille alla messa della domenica. «Li faccio arrabbiare tutti - racconta - i leghisti perché difendo gli immigrati e le prostitute, e i progressisti perché difendo l´embrione come il morente. Ma io non sono di destra né di sinistra. Io sono di Cristo». Alle otto della sera quando accende il suo luna park della fede con l´adorazione eucaristica, ci sono una ventina di persone.

Diventano un centinaio un´ora dopo, quando dal pulpito tiene quaranta minuti di lectio divina sul Vangelo bacchettando i suoi parrocchiani che «quando escono da qui si comportano peggio di quelli che in chiesa non ci vengono mai». Poi è un via vai continuo di gente di ogni età, anche mai vista prima. Il parroco parla e confessa fino all´una e mezza del mattino senza soste. A mezzanotte ci sono ancora 50 persone sedute in chiesa a pregare in silenzio. «La notte è più fresco, c´è più raccoglimento, c´è pace, e Dio lo sentiamo più vicino», dice la signora Laura, 50 anni. «Non mi era mai capitato di trovare una Chiesa aperta di notte - dice Peter, tedesco, 48 anni - è bellissimo».

Ci sono altri tre sacerdoti, per ascoltare tutti. Don Denis, ugandese, don Simone, keniano, e don Antonio, slovacco. Parlano di tutto con i fedeli della notte. Di prospettive per il futuro, di affetti e di rapporti familiari, con i giovani. Di crisi coniugali, molte, con le coppie. Di preoccupazioni per i figli, con i genitori. «Con pochi tocchiamo il tema di Dio - dice il parroco - per la maggior parte affrontiamo problemi concreti. Entriamo nel mistero della vita».


Dagospia 19 Agosto 2008