AFFONDARE CON “CLASS”: CROLLO DEI RICAVI E CONTI IN ROSSO…

Fabio Pavesi per "Il Sole 24 Ore"

La crisi dell'editoria ha lasciato segni profondi anche nel 2012 nei bilanci dei principali gruppi editoriali.

Ma per il gruppo Class editori, la società che edita tra gli altri MF, Milano Finanza e Italia Oggi, i conti annuali appena approvati dicono di un peggioramento drastico, quasi di un cambio di rotta del gruppo.

UN TERZO DI RICAVI IN MENO

Nel corso di un solo anno, il 2012, i ricavi consolidati sono scesi di un terzo, esattamente il 33,3%, calando da 141,3 milioni del 2011 a 94,3 milioni. Un taglio netto che segna una cesura con il passato. Il margine operativo lordo infatti ha cambiato segno, passando da +12 milioni a -11,7 milioni. Peggio ancora il risultato operativo che era positivo per 7,6 milioni e ora è in rosso per 16,5 milioni a livello consolidato. E così la perdita netta consolidata è stata di ben 12,9 milioni, contro l'utile di 5,5 milioni del 2011.

Quella secca perdita si confronta con un fatturato consolidato di soli 94 milioni: vuol dire che ogni 100 euro di ricavi il gruppo Class ne perde oltre 13. Va detto che parte di questi risultati sono influenzati dalla cessione, avvenuta nel dicembre 2011 del business della raccolta dati di MF Honyvem ceduta al Cerved e della cessione del 33% della subconcessionaria pubblicitaria Classpi.

SOLO COLPA DELLE CESSIONI?

Un gruppo fortemente dimagrito per la campagna cessioni quindi. Ma a leggere in controluce i dati si evidenzia che l'impatto delle cessioni non spiega del tutto la pessima annata di Class editori. Il bilancio pro-forma senza l'apporto di MF Honyvem mostra che la caduta non è solo effetto del deconsolidamento.

I ricavi (tolta appunto Honyvem) sono comunque scesi da 112 milioni a 94 milioni con un calo significativo del 15,8%. E il margine lordo già negativo per 6 milioni nel 2011 ha visto raddoppiare le perdite a 11,7 milioni.

E senza Honyvem le perdite nel 2011 sarebbero state di 11,6 milioni e ora sono salite a 12,9 milioni. A vederla così la cessione c'entra solo in minima parte sulla caduta del gruppo. E incassata l'anno scorso la plusvalenza di 17,6 milioni, ora Class si trova privo di uno degli asset in attivo e che fatturava 11 milioni. Si incassa ma ci si priva di una fonte di ricavi futuri. Del resto anche il bilancio della Spa non gode certo di buona salute con una perdita per 13,9 milioni nel 2012.

PUBBLICITÀ IN FORTE AFFANNO

E a guardare le aree di business gli andamenti sono preoccupanti: i ricavi pubblicitari consolidati sono scesi del 23,5% cioè 14 milioni in meno. C'entra certo l'uscita dal perimetro di consolidamento (per tre mesi) della concessionaria Classpi, ma sono forti i cali dei ricavi contabilizzati sulle testate editoriali. In tensione anche i ricavi da edicola scesi dell'8,8% a 8,5 milioni dai 9,3 del 2011. E l'intera area newspapers perde il 13,7% del fatturato.

IL ROSSO DI TV E RADIO

In forte contrazione pressochè tutte le aree di attività. In particolare i periodici (da Class a Capital solo per citare le testate più significative) dove i ricavi sono crollati del 32% e ora i margini sono negativi. Giù anche l'editoria elettronica con -7% nei ricavi; in crisi convegni e conferenze (-20% i ricavi). E spine amare vengono anche dalla Tv e dalle radio (leggi Cnbc e Radio Classica) dove i costi superano ampiamente i ricavi e il margine di contribuzione perde 4,7 milioni la stessa perdita già avuta nel 2011.

E in perdita seppur lieve è anche Erinne srl, la società collegata che edita Italia Oggi. Insomma, grandi difficoltà per un gruppo che vede un indebitamento netto finanziario salito a 42 milioni a fronte di un Mol negativo per 11,7 milioni e patrimonio netto sceso a 66,8 milioni per effetto delle perdite, Un anno duro. Per tutti nell'editoria. E Class non ha fatto certo eccezione.

 

RADIO CLASSICA MILANO FINANZA jpegCLASS CNBC ITALIA OGGI

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?