andrea agnelli lapo john elkann

AGNELLI, PARENTI-SERPENTI – CASO 'NDRAGHETA: ANDREA SCARICA LE COLPE SU MAROTTA: TRATTAVA LUI - IMBARAZZO PER JOHN ELKANN CHE TEME CHE VADA DI MEZZO L'IMMAGINE DELLA JUVENTUS: E SE ARRIVA UN AVVISO DI GARANZIA?

1. JOHN SPERA NELLE DIMISSIONI DEL CUGINO ANDREA DALLA JUVE…

john elkann andrea agnelli john elkann andrea agnelli

Dagoreport

 

C’è imbarazzo nell’entourage di John Elkann. Qualche uccellino gli avrebbe fatto capire che il cugino Andrea Agnelli potrebbe riceve un avviso di garanzia per l’ipotetica storiaccia dei rapporti fra la Juve e gruppi di tifosi riconducibili alla ‘ndrangheta.

 

Andrea ha spergiurato che in questa vicenda non c’entra nulla; e se proprio qualcuno della Signora dialogava con questi loschi figuri era Giuseppe Marotta. Io non facevo nulla. Era lui a trattare. Guarda caso Marotta è proprio l’uomo scelto da Jaki per controllare la Juve.

 

MAROTTA AGNELLIMAROTTA AGNELLI

I due cugini, è risaputo, non si amano. Ma se Andrea riceve un avviso di garanzia è tutta l’immagine della “Real casa” a subire uno sfregio. Così, per Elkann si potrebbe trovare a difendere il cugino per salvare la faccia. Una situazione imbarazzante. La soluzione migliore per l’erede dell’Avvocato sarebbero le dimissioni di Andrea. Ma, al momento, il figlio di Umberto non ci pensa proprio a mollare la poltrona.

 

 

 

 

2. …MENTRE LAPO CONTINUA A PENSARE ALLA FERRARI

Pierluigi Bonora per il Giornale

 

Al tweet di Andrea Agnelli, presidente della Juventus, che smentisce seccamente presunti contatti con boss mafiosi riguardanti il tema bagarinaggio, l' unica reazione forte arrivata è per ora quella degli azionisti: il titolo Juventus, infatti, ha segnato un importante gol in Borsa, dopo uno scatto del 10,6%, portandosi a 0,41 euro, livello che non vedeva dal 2010. Un modo per fare quadrato sul presidente e la squadra che sta per portare a Torino il sesto scudetto consecutivo.

 

agnelli nipoti lapo john elkannagnelli nipoti lapo john elkann

Nessuna presa di posizione, invece, dal cda della società bianconera e neppure da Exor, la holding di casa Agnelli guidata dal cugino John Elkann che controlla il club.

 

«Ha già risposto il presidente. Non occorrono ulteriori precisazioni e non esiste alcun disallineamento tra Andrea a John», viene ribadito a proposito di ipotizzate «ruggini» tra i due cugini. E anche dalla famiglia si fa blocco per allontanare insinuazioni e gossip: «Siamo tutti d' accordo e uniti sulle decisioni prese da chi ci rappresenta, cioè John Elkann. I rapporti tra John e Andrea sono ottimi», giura invece un parente.

 

In realtà, negli ambienti vicini alla famiglia le voci del tipo «fratelli-coltelli» continuano («il fatto che Andrea porti il cognome Agnelli, quello dell' Avvocato, alla lunga potrebbe dare fastidio al cugino, impegnato ad aumentare il suo già forte potere»), alimentate anche dalle ultime vicissitudini sentimentali dello stesso Andrea che avevano costretto il direttore marketing della Juventus, Francesco Calvo, a lasciare la società per accasarsi al Barcellona, nel ruolo di responsabile commerciale, con le inevitabili ripercussioni del caso sull' immagine della Juventus e per i chiacchiericci che ne sarebbero scaturiti.

ANDREA AGNELLI FRANCESCO CALVOANDREA AGNELLI FRANCESCO CALVO

 

L'uscita burrascosa dal club di Calvo era avvenuta dopo che il presidente si era messo con Deniz Akalin, moglie dell' ex capo del marketing. Ed Elkann, sovrano dell' impero Agnelli, non avrebbe per nulla gradito questa «telenovela». Un problema in più per il presidente di Accomandita Giovanni Agnelli & C Sapaz, Exor, Fca, proprietario di Ferrari, con interessi che spaziano dalle riassicurazioni al calcio e all' editoria (The Economist e l' asse tra La Stampa/Il Secolo XIX e il Gruppo L' Espresso in fase di avvio), fino ai camion, le macchine agricole e movimento terra.

 

lapo elkann andrea 214020lapo elkann andrea 214020

Oltre ai problemi legati alle molteplici attività imprenditoriali, il nipote che l' Avvocato aveva indicato come erede e condottiero degli affari di famiglia, deve spesso intervenire per chiudere nel modo più indolore possibile le falle che vedono coinvolti i parenti più stretti. Per esempio quelle aperte dal fratello Lapo, coinvolto alla fine del 2016 in un nuovo festino a base di alcol e droga a New York, finito poi con la decisione del giudice di far cadere le accuse di finto sequestro. Lapo Elkann, se riconosciuto colpevole, avrebbe rischiato grosso: da due a dieci anni.

Lapo e John Elann con Sergio Marchionne a Ginevra  Lapo e John Elann con Sergio Marchionne a Ginevra

 

I due fratelli, John e Lapo, erano martedì al Salone dell' auto di Ginevra: il primo con indosso un gessato blu scuro, il secondo con una giacca azzurrina a fare la spola tra gli stand di Ferrari (il suo amore e per la quale sogna di diventare in futuro presidente, cosa che piacerebbe però anche al cugino Andrea) e quello di Alfa Romeo. La palla, però, resta sempre al solito John, al quale spetta l' ultima parola su tutti gli affari e i movimenti di famiglia.

 

BEETLE VOLKSWAGENBEETLE VOLKSWAGEN

C' è da chiedersi, poi, come avrà reagito ieri dopo l' intervento del ceo di Volkswagen, Matthias Müller, il quale ha imitato la collega Mary Barra, presidente e ad di Gm. «Non siamo aperti a trattative su nulla, abbiamo altri problemi, non vedo Marchionne da mesi», ha risposto il top manager tedesco alle parole di Marchionne sempre a caccia di un partner per Fca («non ho dubbi che a un certo momento Vw verrà a parlarci», aveva affermato martedì a Ginevra). E anche i rapporti non più idilliaci con Marchionne, insieme all' individuazione nei prossimi mesi di un successore al volante di Fiat Chrysler Automobiles all' altezza dell' attuale ad, per Elkann rappresentano un problema.

lapo elkannlapo elkann

 

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…