
ALBERTO NAGEL CONOSCE I SUOI POLLI: I FONDI VOGLIONO SOLO SOLDI, E LUI LI RICOPRE D’ORO PER STOPPARE CALTAGIRONE – L’AD DI MEDIOBANCA GONGOLA PER I CONTI RECORD E DISTRIBUISCE LA TOTALITÀ DEGLI UTILI. E ACCELERA SU BANCA GENERALI: L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA LA VOTERÀ IL 21 AGOSTO, PRIMA DELLA FINE DELL’OFFERTA DI MPS SU PIAZZETTA CUCCIA – LA SCOMMESSA DI NAGEL È QUESTA: SE L'ASSEMBLEA DESSE VIA LIBERA, IL TITOLO MEDIOBANCA POTREBBE SALIRE IN BORSA RENDENDO PIÙ COSTOSO IL RILANCIO DI MPS (I FONDI GIÀ SI SFREGANO LE MANI PREGUSTANDO I RICCHI DIVIDENDI) - "L'INTERVENTO DEL GOVERNO NEL RISIKO? È UN NUOVO STANDARD, LO ABBIAMO VISTO ANCHE IN SPAGNA E GERMANIA..."
NAGEL, L'INTERVENTO GOVERNO NEL RISIKO 'È UN NUOVO STANDARD'
(ANSA) - "Per noi non ha senso dal punto di vista finanziario e industriale ma è comune che il governo intervenga nel consolidamento, lo abbiamo vista in Spagna e Germania. Lo abbiamo visto in Italia su di noi e su Unicredit. E' un nuovo standard e dobbiamo tenerne conto".
Lo ha detto Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, in risposta a una domanda di Bloomberg Tv sul ruolo del governo nell'offerta di Mps.
PUBBLICITA MEDIOBANCA SUI GIORNALI
"Con il governo interagiamo ogni mese per la nostra attività e per il procedimento golden power che è terminato in modo positivo per noi. Il governo ha una quota e una importante rappresentanza nella banca. Volevano creare un terzo polo in Italia, volevano iniziare con Banco Bpm ma poi Banco Bpm è finita sotto l'offerta di Unicredit. Così hanno cambiato programma e questo è il motivo per cui c'è questa offerta sul tavolo", ha detto il banchiere.
Se guardiamo a cosa sta accadendo in Germania e lo sbarramento che Unicredit sta incontrando su Commerzbank e a cosa sta accadendo a Bbva su Sabadell e il follow-up dell'intervento della Ue per limitare l'influenza, non direi che in Italia ne abbiamo uno più importante, è simile ad altri Paesi", ha proseguito Nagel a proposito dell'influenza del governo nel risiko bancario.
"E' un fattore nuovo, non penso che aiuterà il consolidamento: non avremo gruppi bancari più forti in Europa con questi tipi di interventi. Ma è quello che è, dobbiamo prenderne atto".
MEDIOBANCA: NAGEL A LOVAGLIO, DISCUTIAMO DELL'OFFERTA, NON DI ME
(AGI) - "La mia posizione e' la cosa che conta di meno: cio' di cui preoccuparsi e' l'interesse degli azionisti. L'operazione sul tavolo da parte di Mps e' stata ritenuta dal nostro cda totalmente inadeguata dal punto di vista finanziario e industriale.
Non e' di me, ma dell'offerta che si deve discutere". Lo ha affermato Alberto Nagel, ceo di Mediobanca, in un'intervista a Bloomberg Tv, in merito all'Ops lanciata da Mps, guidato da Luigi Lovaglio, il quale nei giorni scorsi aveva detto che in caso di successo della scalata su Mediobanca avrebbe guardato a un nuovo ceo.
Utili record per Mediobanca Nagel rilancia su Banca Generali
Estratto dell’articolo di Giovanni Pons per “la Repubblica”
Mediobanca annuncia i migliori risultati della sua storia e si gioca le ultime carte per contrastare l'Ops del Monte dei Paschi di Siena. «È il miglior dato nella storia della banca in ciascun business. Il Wealth management (Wm), pur in un anno che vede l'incertezza dell'operazione di Mps, ha fatto una raccolta straordinariamente importante», ha detto l'ad Alberto Nagel.
Nell'esercizio che si è concluso a giugno 2025 la merchant bank ha registrato ricavi pari a 3,7 miliardi (più 3%) e un utile netto di 1,3 miliardi (più 4%). Il Wm (gestioni patrimoniali alla clientela più alta) ha visto l'ingresso di 11 miliardi di nuove masse che in totale sono salite a 112 miliardi e ricavi pari a 973 milioni (più 5%).
I ricavi del corporate e investment banking (Cib) sono cresciuti del 16% a 888 milioni, quelli della finanza al consumo di Compass sono aumentati del 7% fino a 1,27 miliardi.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE MILLERI
Forte di questi risultati Mediobanca ha voluto remunerare i propri azionisti distribuendo la totalità degli utili e procedendo a riacquisti di azioni proprie (buyback), per un rendimento annuale che si è attestato sul 9%. Politica che viene confermata anche per il 2026 in linea con il piano industriale che vede un'ulteriore crescita dei ricavi e un utile netto in progressione a 1,4 miliardi.
Tutto ciò rischia però di capitolare sotto i colpi dell'Ops lanciata da Mps che può contare sicuramente su apporti di azioni Mediobanca pari al 30% del capitale, provenienti da Delfin (la finanziaria della famiglia Del Vecchio, che ha il 20%) e da Francesco Gaetano Caltagirone (10%).
Di fronte a questa prospettiva alcuni azionisti storici di Mediobanca ne hanno approfittato per vendere le loro azioni sul mercato. È il caso della famiglia Doris che controlla Mediolanum: «Visto che il partner sarebbe cambiato non abbiamo avuto più motivi per stare dentro, tirati per la giacchetta da una parte e dall'altra», ha detto ieri Massimo Doris, ma «se non ci fosse stata questa operazione non saremmo usciti così in fretta», ha ammesso.
L'alternativa a Mps per i soci Mediobanca si chiama Banca Generali, su cui Nagel il 28 aprile scorso ha annunciato una Ops da 6,3 miliardi con pagamento in natura, cioé con il pacchetto del 13% di azioni Generali custodito in piazzetta Cuccia . Questa operazione doveva passare al vaglio dell'assemblea il 16 giugno scorso ma il voto è stato rinviato per il timore che i contrari fossero in maggioranza.
giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera
Ora Nagel la ripropone per il 21 agosto, tra l'approvazione della Bce che dovrebbe arrivare entro il 18 e il via libera al prospetto informativo da parte della Consob. […]
Il sentiero, però, è stretto. «La nostra offerta su Banca Generali può arrivare sul mercato prima della fine dell'offerta di Mps (8 settembre). Dipenderà dal calendario, dalle discussioni con Consob, ma può succedere», ha detto Nagel agli analisti.
La sua idea è che se l'assemblea desse via libera il titolo Mediobanca possa salire in Borsa rendendo più costoso per Mps effettuare un rilancio in grado di attrarre gli investitori istituzionali. O comunque di rendere il boccone molto più difficile da digerire. «Una volta arrivata sul mercato l'offerta su Banca Generali sarà legalmente vincolante e non potrà essere ritirata», ha concluso Nagel, «indipendentemente dal fatto che Mediobanca a quel punto sia stand alone o parte del gruppo Mps».
LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE
Dati record per Piazzetta Cuccia: 1,3 miliardi Assemblea il 21 agosto per Banca Generali Nagel rilancia la sfida a Mps sul mercato battaglia d'agosto
Giuliano Balestreri per “La Stampa”
Un pezzo importante del futuro di Mediobanca si deciderà il 21 agosto. Il 18 agosto è atteso il via libera della Bce all'Ops su Banca Generali e se nel frattempo, il prossimo 6 agosto, Generali non darà un parere negativo alla proroga degli accordi distributivi con la controllata, allargando il perimetro a Piazzetta Cuccia, toccherà all'assemblea dei soci esprimersi.
Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024
[…] Nei piani del banchiere, il prospetto potrebbe essere pubblicato il 25 agosto, mentre l'offerta potrebbe debuttare sul mercato martedì 2 settembre dopo il comunicato dell'emittente. In questo modo le due Ops viaggiarebbero in parellelo per cinque giorni. Prima di arrivare al debutto dell'offerta, però, ci sono diversi scogli da superare.
Il primo. Serve il via libera di Generali: «Non c'è l'aspettativa di firmare documenti ma di non aver un disco rosso. Le valutazioni spettano a Generali.
Credo che industrialmente il progetto è molto interessante per entrambi» ha detto Nagel ricordando che a «valle dell'annuncio dell'offerta e poi del rinvio della nostra assemblea abbiamo scambiato della documentazione con Generali per comprendere il set di accordi attualmente esistente.
Dopo averlo esaminato e valutato siamo arrivati alla conclusione che la stabilizzazione nel lungo termine di tutti gli accordi è per noi un framework accettabile, positivo, che può prevedere anche l'esclusiva al network del gruppo Mediobanca».
Il secondo. Nagel deve incassare il via libera della maggioranza del capitale presente all'assemblea. L'astensione vale come un voto contrario.
Il 16 giugno i numeri erano contro la proposta del banchiere: a fronte di un'adesione attesa intorno al 74%, contrari e astenuti erano accreditati a oltre il 40% del capitale.
Da allora, però, lo scenario è cambiato.
CORRIERE DELLA SERA - PUBBLICITA DELL OPS DI MPS SU MEDIOBANCA
Il patto di consultazione si è praticamente dimezzato, sono usciti soci storici come Mediolanum («non volevamo essere tirati per la giacca» ha detto l'ad Massimo Doris) e sono entrati diversi hedge fund.
I fondi hanno fretta di monetizzare e incassare plusvalenze, quindi potrebbero anche votare a favore di Banca Generali per spingere l'ad di Siena, Luigi Lovaglio a un rilancio dell'offerta.
I Benetton sarebbero propensi all'astensione come a giugno, Caltagirone con il 10% e Delfin con il 19,9% sono contrari - ma pochi giorni fa il presidente e ad di Delfin, Francesco Milleri ha chiesto a Mps un miglioramento dell'offerta. E poi c'è l'incognita di Unicredit. Oltre alle casse previdenziali che sostengono Mps, ma non depauperare l'investimento finanziario.
Il terzo. Il Golden power. Palazzo Chigi ha dato via libera all'operazione, ma Mediobanca vorrebbe togliere il lock up (il divieto di vendita, ndr) ai titoli che consegnerebbe a Generali per il 50,1% di Banca Generali.
L'ad del Leone, Philippe Donnet, potrebbe quindi collocare le azioni sul mercato per diluire il peso di Caltagirone e Delfin e difendersi dall'attacco. Ma in seno al governo si fa largo l'idea che se l'offerta cambiasse, togliendo il lock up, anche il Golden power sarebbe da modificare. Un'ipotesi che in Piazzetta Cuccia viene respinta. Tuttavia il governo ha più volte ribadito che il risparmio è una questione di sicurezza nazionale.
C'è un ultimo aspetto da considerare. Mediobanca si muove così rapida anche per non far decadere l'offerta. Dal via libera della Bce ci sono cinque giorni di tempo per pubblicare il prospetto e per farlo serve il via libera dell'assemblea dei soci, vista la passitivity rule cui è sottoposta la banca in seguito all'Ops di Mps.
francesco gaetano caltagirone sbrocca report 6
Insomma, pur partendo da un sostegno che al momento fatica a raggiungere la maggioranza dei soci, Nagel non vuol lasciare nulla d'intentato. Soprattutto se alla fine la scalata di Siena non arrivasse al 51% del capitale.
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