ALI-TAGLIA SENNO' NON DIVENTA ARABA - ETIHAD PER SALVARE LA COMPAGNIA PONE DURE CONDIZIONI SIA SUL DEBITO SIA SULLA FORZA LAVORO, CHIEDENDO IL TAGLIO DI ALTRI 2.500 LAVORATORI – GUERRA A LUFTHANSA

Lucio Cillis per ‘La Repubblica'

Un piano ambizioso nello sviluppo ma secco nelle condizioni poste: sia sul debito, sia sulla forza lavoro con un taglio richiesto di 2.500 unità come minimo. Un progetto di rilancio che Repubbli-ca è in grado di anticipare e che nei prossimi giorni sarà discusso dalle parti per metterne a punto gli ultimi ritocchi.

Etihad chiede molto al sistema Italia per salvare la compagnia mantenendo meno di diecimila posti di lavoro (questo è oggi l'obiettivo, sindacati permettendo) per un'iniezione di denaro che non supererà i 350 milioni di dollari, una goccia rispetto alle decine di miliardi spesi in autunno per acquistare un centinaio di nuovi aeroplani.

Ma gli affari sono affari e accanto a tagli e strategie, il vettore del Golfo dà la sveglia al Paese anche su temi mai affrontati o risolti. Come la mancanza di una connessione ad alta velocità dallo scalo romano verso Firenze, Bologna e Napoli e che le Fs dicono informalmente di poter soddisfare già entro la fine dell'estate con due o tre collegamenti giornalieri.

Alitalia dovrà cambiare pelle, se tutto andrà liscio e se il via libera all'acquisizione dovesse arrivare entro fine maggio, come spera l'amministratore delegato Gabriele Del Torchio artefice di una corsa mozzafiato contro il tempo. Il nuovo business sarà quello di occuparsi del lungo raggio verso le Americhe tenendo in caldo alcune opzioni dirette in Giappone e Cina.

Il nostro vettore sarà però penalizzato sulle rotte di medio raggio europee, perdendo oltre il 20 per cento di quelle oggi esistenti: andranno via almeno 15 A320 per fare spazio ad una decina di macchine per il lungo raggio che rafforzeranno i voli verso Nord e Sud America, con due nuovi collegamenti diretti con la Cina, Fiumicino-Pechino e Malpensa-Shangai, oltre ai Venezia-Tokio e Venezia- New York.

Nel Nord Italia in particolare si giocherà una guerra serrata per riportare sugli aerei "Alihad" i passeggeri che oggi salgono la scaletta degli aeromobili Lufthansa, chiedendo
una mano all'alleata Air Berlin che avrà il compito di drenare viaggiatori da e per Germania e Nord-Est Europa, lasciando ad Alitalia il compito di servire in maniera proficua
i Paesi del Mediterraneo. Il progetto punta - governo permettendo - anche molto su Linate e sulla possibilità di trasformare i voli ormai ridotti al lumicino sulla Roma-Milano, in altrettanti collegamenti verso l'Europa e il Golfo.

I dirigenti delle due compagnie dovranno però dedicarsi anche al dossier esuberi portando a casa un difficile accordo col sindacato, che nelle ultime ore ha iniziato a lanciare moniti su ulteriori tagli che potrebbero ridurre da 12.500 a meno di 10mila i dipendenti di Alitalia. Sul tema è molto netto il commento di uno dei leader sindacali, Marco Veneziani segretario nazionale del trasporto aereo della Uil: «Nuovi esuberi? Che ce lo vengano a dire in faccia perché secondo noi è giunto il momento di scoprire le carte e di smetterla con la pretattica e le indiscrezioni. Gabriele Del Torchio e James Hogan - aggiunge - tirino fuori il piano su cui si dice lavorino ormai da tempo. Ma tengano bene a mente che il costo del lavoro in Alitalia è il più basso di tutte le compagnie europee di riferimento».

 

alitalia etihad james hogan james hogan GABRIELE DEL TORCHIOCARLO DE BENEDETTI ROBERTO COLANINNO FOTO LAPRESSE

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