alitalia

FATE FALLIRE ALITALIA! – I COMPONENTI DELLA CORDATA NON HANNO PRESENTATO RICHIESTA DI PROROGA MENTRE LA COMPAGNIA CONTINUA A BRUCIARE 1 MILIONE AL GIORNO – I BENETTON IN REALTÀ NON SI SONO SFILATI DEL TUTTO DAL DOSSIER, MA PRIMA VOGLIONO RASSICURAZIONI DA CONTE & DI MAIO SULLE CONCESSIONI AUTOSTRADALI – LUFTHANSA DISPOSTA A ENTRARE MA SOLO DOPO IL RISANAMENTO E UN BEL PO' DI ESUBERI

Da “la Stampa”

 

alitalia

Non c' è nessuna richiesta di proroga da parte dei componenti della cordata. Anzi, di più, allo stato attuale non c' è una cordata interessata a rilevare l' Alitalia e per l' ex compagnia di bandiera si profila lo scenario più tetro: il fallimento. Cosa che il governo assolutamente non si può permettere. Tant' è che il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli auspica che ci sia «ancora un margine rispetto ai due partner tecnici individuati da tempo» chiedendo poi a Lufthansa di «fare un piccolo sforzo in più» accettando da subito di entrare nel capitale della newco al pari Delta.

DELTA AIRLINES

 

Il ministro e gli spiragli aperti

PALEARI ALITALIA

Domani i tre commissari straordinari, Stefano Paleari, Enrico Laghi e Daniele Discepolo, che da 30 mesi hanno preso in carico la società, dovrebbero incontrare il responsabile del Mise e non potranno che rappresentargli la situazione di stallo che si è creata. Nei giorni scorsi si era parlato di concedere una nuova proroga «tecnica» di almeno una ventina di giorni, ma visto che le Fs non lo hanno chiesto esplicitamente (mentre Atlantia non è ancora convinta dell' intero progetto) i commissari non chiederanno alcuna proroga.

 

patuanelli conteENRICO LAGHI

Che tra l' altro va sempre motivata: l' ultima volta (era il 15 settembre) sia il gruppo guidato da Gianfranco Battisti che la holding della famiglia Benetton avevano chiesto più tempo per definire una serie di dettagli, ma con prese di posizione fotocopia avevano anche ribadito «la disponibilità a proseguire il confronto» per arrivare «a valutare la formulazione di un' offerta finale per l' acquisto di Alitalia».

 

ALITALIA

Alla vigilia della scadenza dell' offerta irrevocabile di acquisto del 21 ottobre invece Atlantia ha fatto sapere che dal suo punto di vista non esistevano le condizioni per concludere l' operazione, sostanzialmente perché trovavano insufficiente la proposta del partner industriale individuato in questi mesi, gli americani di Delta, col risultato di costringere le Fs ad alzare bandiera bianca. Anche perché nel frattempo l' altro vettore in corsa, i tedeschi di Lufthansa, non sono andati oltre l' offerta di una collaborazione commerciale, rinviando l' eventuale apporto di capitale ad una successiva fase.

battisti ferrovie

 

Non è un mistero che Atlantia veda di buon occhio i piani del vettore tedesco, ma il board di Colonia (molto diviso al suo interno) al momento non riesce a spingersi oltre. È pronto ad investire anche 200 milioni di euro nella nuova Alitalia (il doppio di Delta), ma vorrebbe farlo con una compagnia già risanata.

 

ATLANTIA

Venerdì il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, tradendo una certa irritazione, ha «preso atto del fatto che Atlantia non è più interessata» dando l' idea di voler chiudere coi Benetton. Ma Atlantia è davvero fuori dall' operazione? Nel comunicato diffuso mercoledì, dopo aver preso atto che «allo stato non si sono ancora realizzate le condizioni necessarie per l' adesione» al consorzio promosso dalle Fs, la società confermava la sua disponibilità «a proseguire il confronto per l' individuazione del partner industriale e per la definizione di un business plan condiviso, solido e di lungo periodo per il rilancio di Alitalia». E ieri lo stesso Patuanelli ha spiegato che a suo parere Atlantia ed Fs potrebbero avere ancora «qualche spazio» per trovare un' intesa.

 

Un nuovo decreto

LUFTHANSA

Se la moral suasion del governo non dovesse produrre risultati l' alternativa potrebbe essere quella di nominare un commissario unico, affiancato da un manager esterno esperto di trasporto aereo a cui affidare la ristrutturazione della compagnia prima di tornare a metterla sul mercato (andando di fatto incontro alla richiesta di Lufthansa). A questa ipotesi stanno lavorando i tecnici del Mise che ipotizzano un nuovo decreto col quale il governo dovrebbe anche riassegnare alla nuova gestione i 400 milioni di euro dell' ultimo prestito ponte che per legge sono legati alla presentazione di un' offerta di acquisto da parte di Fs e soci. «Il Governo deve fare alla svelta, non c' è più tempo di aspettare, è venuto il momento delle decisioni» denuncia il segretario della Cgil Landini.

 

alitalia

«Bisogna chiudere questa saga che si è trascinata per troppo tempo ed assicurare il rilancio di questa compagnia» spiega invece l ministro dell' Economia Gualtieri. «Atlantia si è sfilata e come ha detto il premier Conte dobbiamo prenderne atto: ora dobbiamo dare tempo per verificare se la cordata può riformarsi». Altrimenti scatterà il piano B.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...