1. BANKITALIA DICE CHE E’ STATA “INGANNATA”, CHE GLI ERANO STATI NASCOSTI DOCUMENTI, CHE ‘’NON E’ UN POLIZIOTTO”. ECCO: VISCO MENTE SAPENDO DI MENTIRE. IL REPORT DELL’ISPEZIONE NEL 2010 (6 FUNZIONARI PER 3 MESI A SIENA) PARLA CHIARO: “IL RISCHIO DI INVESTIMENTI A LUNGO TERMINE CON NOMURA E DEUTSCHE BANK NON È ADEGUATAMENTE CONTROLLATO NÉ RIFERITO DALL’ESECUTIVO ALL’ORGANO AMMINISTRATIVO” 2. GABANELLI: “BANKITALIA SCRIVE: “IL RISK MANAGEMENT NON RISCONTRA LE VALORIZZAZIONI DEI FONDI HEDGE E DI PRIVATE EQUITY, NÉ LE POSIZIONI DETENUTE DA NUMEROSE CONTROLLATE ESTERE”. ED ERANO APPUNTO LE CONTROLLATE ESTERE A FARE LE FAMOSE OPERAZIONI ALEXANDRIA E SANTORINI, DI CUI OGGI BANKITALIA DICE DI NON SAPERE NULLA” (NEANCHE LA CONSOB, CHE HA LETTO I BILANCI, HA AVUTO NIENTE DA DIRE?)

Milena Gabanelli e Paolo Mondani per il "Corriere della Sera"

Ieri Banca d'Italia ha dichiarato in una nota che quelli di Monte Paschi gliel'hanno fatta sotto al naso. «La vera natura di alcune operazioni del Monte dei Paschi di Siena è emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all'Autorità di Vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza MPS».

In effetti l'Istituto di via Nazionale non è un organo di polizia e tantomeno giudiziario, e se la Banca che da tempo sta monitorando gli nasconde le carte, mica può mettersi ad intercettare i dirigenti! Ma davvero MPS ha nascosto le carte?

Leggendo la relazione della Vigilanza di Bankitalia che nel 2010 fa visita al Monte si ricava tutt'altra impressione. L'ispezione dura 3 mesi (inizia l'11 maggio e si conclude il 6 agosto) ed è firmata da Vincenzo Cantarella, Biagio De Varti, Giordano Di Veglia, Angelo Rivieccio, Federico Pierobon, Omar Qaram. Dalle osservazioni generali sull'accertamento emergono risultanze parzialmente sfavorevoli, segue l'elenco dei punti di debolezza.

Per quel che riguarda i profili organizzativi e di controllo gli ispettori scrivono: «La regolamentazione delle operazioni finanziarie deve essere estesa ai veicoli di diritto estero, al fine di evitare che possano essere assunte posizioni non monitorabili dalle strutture di controllo» (ovvero: siccome ci sono più centri decisionali in grado di assumere rischi ad esempio acquistando finanza strutturata, è opportuno che la capogruppo sia in grado di conoscere i rischi che tutti questi altri centri si assumono).

La relazione prosegue: «L'azione dei comitati interni è incerta, poco incisivo l'operato del comitato rischi, le decisioni prese nei comitati finanza e di stress non vengono riportate con regolarità al Consiglio» (cioè: ognuno assume rischi come gli pare e il Consiglio non sa niente).

«La struttura commerciale si raccorda in modo insufficiente con quella che gestisce i rischi finanziari derivanti da prodotti che includono derivati. Poco efficace anche il coordinamento dei vari risk Taking Center, la cui sovrapposizione operativa è stata assecondata assegnando crescenti obiettivi di profitto all'area Tesoreria, Capital Management e Direzione Global Market» (in altre parole, i dirigenti di queste aree si sovrappongono pur di fare profitto senza monitorare i rischi).

«L'orientamento del gruppo verso l'assunzione dei rischi escluso dal computo dei requisiti prudenziali non si è accompagnato al rafforzamento, anche in termini di risorse addette, dei relativi presidi di riscontro» (come dire che hai comprato il treno ma non hai assunto il macchinista e lo fai guidare ad uno che non ha la patente).

A maggior riprova della mancanza di competenza nella capacità di gestire i rischi assunti, Bankitalia scrive: «Il Risk management non riscontra le valorizzazioni dei fondi hedge e di private equity, né le posizioni detenute da numerose controllate estere».

Ed erano appunto le controllate estere a fare le famose operazioni Alexandria e Santorini, di cui oggi Bankitalia dice di non sapere nulla, nonostante sulla relazione ispettiva scriva: «Alcuni investimenti a lungo termine presentano profili di rischio non adeguatamente controllati né riferiti dall'esecutivo all'organo amministrativo. In particolare si sono determinati consistenti assorbimenti di liquidità (oltre 1,8 miliardi) riferiti a due operazioni, del complessivo importo nominale di 5 miliardi di euro, stipulate con Nomura e Deutsche Bank Londra». Stiamo appunto parlando dell'operazione Alexandria e Santorini... che sono state un bagno di sangue.

Quindi Bankitalia sapeva di queste operazioni, e sapeva che non erano adeguatamente monitorate. Perché non è successo niente? Inoltre tutte queste operazioni vanno scritte in un bilancio, e poiché il controllo della correttezza contabile spetta alla Consob, (ed è difficile immaginare che la nocività si sia manifestata negli ultimi tre mesi) se ne deduce che anche Consob non abbia garantito negli anni al mercato ed agli investitori la dovuta trasparenza sulla situazione contabile e finanziaria di Montepaschi.

Se non vogliamo continuare a porci sempre le stesse domande retoriche su dove fossero Consob e Banca d'Italia qualcuno dovrebbe avere il coraggio e la lungimiranza di mettere nel programma dei primi 100 giorni di governo il progetto di riforma delle Autorità.

2. INTERVISTA AL GOVERNATORE VISCO: BANKITALIA NON È UN POLIZIOTTO. MPS BANCA STABILE
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-01-25/parla-visco-bankitalia-poliziotto-105235.shtml?uuid=AbYQc0NH

«La Banca d'Italia non fa un'azione di polizia, cura la sana e prudente gestione laddove la gestione sembra imprudente interviene». Così Ignazio Visco governatore della Banca d'Italia a margine dei lavori del Wef a Davos sul caso MPS e il giorno dopo l'intervento a porte chiuse del premier uscente Mario Monti davanti ai cinquanta maggiori banchieri e finanzieri del mondo.

Qual è la posizione della Banca d'Italia sul caso MPS?
La posizione della Banca d'Italia è quella che bisognerà accertare le eventuali responsabilità individuali che sono in corso di investigazione da parte dei magistrati. La Banca d'Italia dà la massima collaborazione su questo. Noi chiaramente siamo aperti per dare tutte le informazioni non solo alle autorità giudizarie ma anche per rendere conto del modo su come la vigilanza viene ed è stata effettuata. In questo caso specifico però bisogna essere molto chiari: le responsabilità individuali sono emerse di recente e le eventuali perdite non sono tali da compromettere la stabilità della banca.

C'è stata attenzione sulla liquidità di MPS?
Di sicuro negli ultimi due o tre anni c'è stata molta attenzione sullo stato della liquidità della banca MPS che era molto compromessa e questo è il motivo per cui si sapeva da tempo che interventi sulla banca erano necessari. D'altra parte i primi Tremonti-Bond erano esattamente mirati a quello. I secondi sono il risultato dell'aver avuto un aumento del rischio sovrano che si è ripercosso sul bilancio della banca e la banca non aveva la liquidità sufficiente per farvi fronte.

La stabilità della banca non è a rischio?
No, sulla stabilità della banca non ci sono problemi.

Come si procede in questi casi?
Uno può dire datemi tutte le carte ma se uno non ti da tutte le carte? È un problema perché se uno fa un'operazione assolutamente azzardata e crea un pasticcio tremendo che succede?

Poi però chi fa i pasticci va salvato? Oppure no?
Dipende. A volte sì a volte no. Qui nel caso di MPS quello che succede è che questi saranno salvati, ma ci sarà sicuramente un prestito del Tesoro oneroso, quindi molto costoso, che vuole dire che lo pagheranno gli azionisti.

 

 

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